“Le mie strofe muoiono in rete, voi manco lo sapete / ho il suono rivoluzione chiudo rime col Machete”, rappava Salmo nel 2010 mettendo per la prima volta sul tavolo un termine che è poi diventato il loro marchio di fabbrica. E gli si addice, perché Machete ha sempre portato con sé talenti taglienti, di quelli sfacciati, che ti tolgono il microfono e chiudono la partita.
Sono passati 10 anni da quando, in una città affacciata sul mare della Sardegna, Salmo, Slait, Enigma e Hell Raton (al tempo El Raton) davano vita a Machete Crew. Dieci anni in cui hanno accompagnato lo sviluppo del rap italiano, restando una certezza in mezzo a una scena che è in continuo mutamento.
È difficile trovare realtà che restano unite fin dagli esordi, i rapporti prima o poi finiscono, la visione cambia, le necessità pure, ma Machete con la sua visione lungimirante è sempre riuscita a cavalcare l’onda. Anticipare, sperimentare, diversificare sono parole chiave che hanno permesso ai giovani di Olbia di guardare sempre un passo avanti, senza mai farsi travolgere. Certo, di cambiamenti ce ne sono stati, qualcuno ha abbandonato la nave, qualcuno si è solo affacciato dentro e altri sono saliti in corsa. Questa si chiama evoluzione ed è proprio questa che vogliamo raccontarvi oggi, anno per anno.
La visione d’insieme si è sempre fatta sentire e le idee chiare altrettanto. Già nel 2010, infatti, i primi componenti del movimento erano in viaggio per Milano dove il loro progetto avrebbe preso forma, diventando una realtà autosufficiente a 360 gradi. Non c’era tempo da perdere, Salmo a ottobre 2010 aveva già pubblicato su YouTube il video de “Il Senso Dell’Odio”, il primo ufficiale, registrato con una macchina fotografica appoggiata su un giradischi per l’effetto di movimento. Quel pezzo sarebbe stato solo la punta di un iceberg chiamato “The Island Chainsaw Massacre“, uscito nel febbraio successivo.
Il 2011 è un anno di lavoro e preparazione a ciò che li avrebbe aspettati in quello successivo. Mentre “The Island Chainsaw Massacre” dava i suoi frutti, Salmo iniziava a lavorare sul suo secondo disco ufficiale, “Death USB“, e la Machete buttava giù le prime basi per quello che sarebbe diventato uno dei progetti del secolo: l’8 febbraio “Machete Mixtape” è già fuori a far incendiare le casse. Venti tracce che univano la vecchia e la nuova generazione, con una posse track che ancora oggi conosciamo inevitabilmente a memoria, “King’s Supreme“. Tra i partecipanti, sarebbe stato proprio Bassi Maestro a farsi avanti con Salmo dopo l’uscita de “Il Senso Dell’Odio“.
Libertà, condivisione e multidisciplinarietà sono le parole che rappresentano il valore aggiunto di questo progetto e quelli a venire: ognuno deve avere il suo spazio. Non ci sono regole, probabilmente solo pazzia e dedizione. All’interno sono presenti Gemitaiz, MadMan, Clementino, Danno, Ensi, Rocco Hunt e molti altri.
Ma il 2012 è appena iniziato, perché la Machete è una macchina da guerra e appena quindici giorni dopo l’uscita del primo capitolo della saga, Salmo pubblica il suo secondo capolavoro: “Death USB“. Uno stile hardcore condito di rime che somigliano a un rompicapo, Primo e Ensi che affiancano Salmo in “Narcoleptic Verses Pt. 1“, vien da sé che questo disco avrebbe sfondato definitivamente le porte della scena.
Slait pubblica a novembre il suo primo disco da solista, “Bloody Vinyl 1“, e appena un mese dopo – non contenti – viene pubblicato “Machete Mixtape II“, con 28 colossali tracce e ospiti provenienti da tutta la scena. “Ganja Boat“, “Malapoetry XXI“, “Lo Stupido Gioco Del Rap“, “We Takin It Back“, un susseguirsi di brani con diversi autori, approcci e sfaccettature, ma tutti con un delivery che ti tiene incollato al muro. Il numero di autori che hanno preso parte alla scrittura arriva a 32. 16 i produttori, 25 i featuring. Delirio.
Il 2012 però non si limita soltanto alla quantità (e qualità) dei progetti pubblicati, perché in quell’anno, oltre a fondare realmente la Machete Empire Records, entrano in famiglia altre due figure fondamentali: Nitro e Jack The Smoker.
Il 2013 è l’anno in cui è giusto pensare ai progetti solisti. Nitro pubblica il suo primo album, “Danger“, e Salmo torna con “Midnite” già nei primi mesi per poi continuare a farsi sentire pubblicando nel corso dell’anno i video musicali di “Rob Zombie”, “Killer Game”, “Faraway” e “Space Invaders”, progetto culto per la storia di Machete.
Con l’anno successivo le cose cambiano. “Machete Mixtape III” si presenta con un bel “Hi Haters” e ottiene un successo senza eguali, presentandosi come disco disponibile sulle piattaforme. “Ci presentiamo dando “testate in faccia” a chi sicuramente dirà qualcosa di questo lavoro” riferisce Enigma sul progetto, “abbiamo subito voluto mettere in chiaro che siamo pronti alla lotta, se questo è quello che il gioco richiede”. Ma nessun problema: arriva la prima certificazione d’oro per una compilation rap, le date in giro per l’Italia sono andate tutte sold out.
Esce il primo disco di Hell Raton, “Rattopsy EP” e il secondo volume di “Bloody Vinyl”. La Machete Empire Records vince il premio IMPALA Young Label Spotlight per essersi distinta nella sua attività, ed è così che entra nel 2016. Salmo, al solito, apre il giro con il suo nuovo disco, “Hellvisback“, mentre nel resto della scena italiana Sfera Ebbasta arrivava con il suo omonimo disco e la Dark Polo Gang esordiva con la trilogia. Era arrivata la nuova era.
Nonostante la grande libertà in quella che è stata definita una fabbrica d’arte, qualcuno che aveva portato avanti il progetto fin dall’inizio decide di cambiare strada: Enigma esce dalla Machete ed è anche questo un chiaro segno che l’aria sta cambiando.
È il 2017 l’anno in cui la Crew si presenta con nuovi volti, giovani, freschi, e che spaccano di brutto. Grazie a Jack The Smoker, Dani Faiv firma con l’etichetta e pubblica il suo primo album ufficiale, “The Waiter”, qualcosa di molto diverso rispetto a quello che avremmo sentito negli anni successivi. Intanto Lazza, dopo essersi presentato con le sue strofe in “Keta Music Vol.2”, vola a Londra insieme a Nitro e Salmo per registrare il video “MOB“, che avrebbe dato il via qualcosa di nuovo. Lazza è stato l’ottimo apripista adocchiato da casa Machete per iniziare a correre un’altra gara.
Da qui in avanti è tutta un’esplosione di successi, “No Comment” di Nitro ottiene l’oro in due settimane e “Playlist” di Salmo batte ogni record finendo per la prima volta nella Global Chart con 8 tracce. Machete stava continuando a lavorare silenziosamente dietro le quinte sfornando progetti sempre più ambiziosi per arrivare al momento che tutti ricordiamo, l’annuncio di “Machete Mixtape 4“.
Dopo 6 anni dall’ultimo capitolo, Machete è tornata per mettere le cose in chiaro, ricordando a tutti quanti l’elemento essenziale che gli ha permesso di continuare a prosperare nel tempo: la sperimentazione. Ancora una volta con quel suono rivoluzione che li ha resi invincibili per 10 anni.