21 Savage ha recentemente affrontato un’intervista con il New York Times in cui ha parlato dell’esperienza che ha vissuto fino ad oggi e di cosa significa sentirsi a casa in un posto che per la legge non lo è.
“Sembrava impossibile avere la cittadinanza” ha spiegato, “tutto ciò è arrivato nel momento in cui ho imparato a vivere senza. Ho 26 anni, sono ricco, ma anche se hai soldi non è facile. Non fanno favoritismi e io lo rispetto, lo onoro, sarebbe un po’ un casino se trattassero i ricchi immigrati meglio di quelli poveri, penso”.
21 ha chiarito che la parte peggiore di tutta questa storia non è stata tanto la detenzione, quanto l’idea di perdere la propria casa, essere cacciato:
“Tutto quello che ti passa per la testa è tipo ‘Dannazione io amo la mia casa, non potrò più tornarci? Non potrò più andare nel mio ristorante preferito in cui sono andato per 20 anni di fila?’, questa è la cosa importante” ha detto. “Se mi dicessi, ti dò 20 milioni per andare a vivere in un posto dove non sei mai stato, preferirei essere al verde. Mi siederò in prigione e combatterò per vivere nel posto in cui ho vissuto per tutta la vita”.
Il rapper ha raccontato la sua provenienza, spiegando quanto sia diverso vivere in povertà a Londra rispetto ad Atlanta.
“Vengo dalla parte povera di Londra, la casa di mia nonna era veramente piccola. Quando ci siamo trasferiti qui vivevamo ancora nei bassifondi, ma era molto più grande. Le dimensioni del bagno erano diverse, me ne sono innamorato, so solo questo.”
Nonostante quello che gli è successo, però, 21 Savage ha chiarito che non avrebbe voluto essere un cittadino come gli altri: “Mi ha reso quello che sono. Voglio continuare a farlo qui perché mi ha fatto diventare la persona che sono oggi, mi ha reso forte.”
“Tutti i grandi artisti hanno parlato della situazione, mi ha fatto piacere. Anche i meme, alcuni erano divertenti, non posso mentire.” Ha concluso così 21 Savage, commentando la reazione che ha avuto la comunità Hip Hop e non, soffermandosi anche sulle vignette ironiche che sono state tanto criticate.