Aveva da poco compiuto 60 anni ed era reduce da un ricovero ospedaliero che non ci aveva affatto rassicurato sulle sue condizioni di salute: Diego Armando Maradona ci ha lasciati lo stesso giorno di Fidel Castro e George Best con la consapevolezza che è stato un campione, una guida, un riferimento, un idolo, uno spettacolo vivente. Il più grande calciatore di tutti i tempi? Probabilmente sì. Un personaggio unico? Sicuramente. Una perdita così grande e devastante da rendere ogni parola priva di senso. Anche questa volta Maradona è riuscito a paralizzare tutti: mentre in Argentina oltre un milione di persone si sono riversate sulle strade per porgergli l’ultimo saluto e il popolo di Napoli piange lacrime disperate, abbiamo raccolto alcune delle foto più significative della carriera, non solo sportiva. L’unico modo possibile per rendergli omaggio e per ricordarlo in eterno. Le immagini che non ci stancheremo mai di riguardare.
Ciao Diego.
È il 1973 e il piccolo Diego Armando partecipa al Torneos Evita con la maglia dell’Argentinos Juniors. La squadra argentina 40 anni dopo gli dedicherà il proprio stadio, che si chiama ancora così.
Il 5 luglio del 1984, la prima volta di Diego Armando Maradona al San Paolo di Napoli.
Un giovane Maradona e, sullo sfondo, il Castel dell’Ovo.
Neckarstadion di Stoccarda: il 17 maggio 1989 il Napoli vince di Ottavio Bianchi vince la Coppa UEFA, ultimo trofeo internazionale vinto dalla squadra campana.
Prato verde, tuta vintage, occhiali stilosi e un porongo di legno da cui sorseggia del mate.
Due orologi al polso, vabbè, ma soprattutto un sorriso contagioso.
L’8 marzo 1981 i Queen sono in tour in Argentina e Diego Armando Maradona fa visita al gruppo che si esibisce al Josè Amalfitani, lo stadio del Velez. Qui indossa la maglietta di Brian May.
“La Mano de Dios”.
Maradona ha avuto cinque figli: Dalma Nerea e Giannina Dinorah (nate dal matrimonio con Claudia Villafañe), Diego Sinagra (nato dalla relazione con Cristiana Sinagra e riconosciuto solamente nel 2007), Jana (dalla relazione con Valeria Sabalaín) e Diego Fernando (nato dalla relazione con Veronica Ojeda).
Nel novembre 2005 Maradona si fa fotografare insieme all’amico, il leader venezuelano, Hugo Chavez, con una maglietta anti George Bush, definito più volte un “assassino”.
Perennemente circondato dalle persone, qui indossa una vecchia tuta acetata PUMA.
Il 29 giugno 1986 Diego Armando Maradona vince da Capitano la Coppa del Mondo in Messico grazie al 3-2 in finale contro la Germania: in tutta la competizione segnerà 5 gol e servirà 5 assist.
Nel 2010 è protagonista insieme a Pelè e Zinedine Zidane di una storica partita a calcio balilla: l’indimenticabile campagna pubblicitaria di Louis Vuitton, scattata da Annie Leibovitz.
Mostrato centinaia di volte: sul braccio destro Maradona ha tatuato il volto di Ernesto Che Guevara.
Il controllo di palla di Diego andrebbe considerato tra le sette meraviglie del mondo?
La Bombonera è stata una seconda casa per Maradona, che giocò con gli Xeneizes una stagione tra il 1981 e il 1982 e poi due anni, dal 1995 al 1997 prima di chiudere la carriera.
Diego con la sua storica Ferrari Testarossa nera regalatagli da Corrado Ferlaino per la vittoria del Mondiale 1986.
Col suo sinistro faceva ciò che voleva.
Con il presidente del Napoli Corrado Ferlaino.
Con il Lider Maximo Fidel Castro, con cui era legato da una fortissima amicizia.
Dopo aver lasciato Napoli, nel 1992 Diego Armando si trasferisce al Siviglia, dove gioca una stagione insieme a Monchi, Diego Pablo Simeone e Davor Suker.
Con Pino Daniele, Napoli 100%.
Con Michel Platini, probabilmente il suo più grande rivale sul campo, ai tempi dei duelli con la Juventus negli anni ‘80.
Diego Armando Maradona al Camp Nou di Barcellona all’inizio della sua esperienza con il club catalano iniziata nel 1982 e durata due anni, quando fu venduto al Napoli per 13 miliardi di lire.
I due calciatori più iconici nella storia del calcio argentino: Maradona ha allenato Lionel Messi in occasione dei Mondiali del 2010.
Immagine iconica come poche: Maradona indossa una maglia con su scritto ‘NO DRUG’ nel 1986.
Con il regista inglese di origini indiane Asif Kapadia, che ha diretto il meraviglioso documentario intitolato ‘Diego Maradona’ uscito nelle sale italiane nel 2019.
Il legame con Napoli è indissolubile: questo è il murales realizzato da Jorit nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, nel 2017.
Maradona vive ogni domenica in Curva.
Pochi minuti dopo la notizia della sua morte, una folla numerosa si è riversata per i vicoli di Napoli, soprattutto in prossimità del murales dei Quartieri Spagnoli realizzato nel 1990 dall’artista locale Mario Filardi per festeggiare la vittoria del secondo scudetto e poi ritoccato nel 2017 dall’argentino Francisco Bosoletti. Un luogo diventato negli anni una tappa obbligata per ogni turista in visita nella città partenopea.