Nonostante il 2021 sia ormai in corso, continuano a profilarsi ipotesi sui trend che emergeranno nei mesi a venire, in vista soprattutto della primavera-estate. In questo senso gli spunti principali, per i brand, arrivano dritti dai seventies, uno dei periodi più movimentati a livello musicale, artistico e di costume, quando ad adottarli erano innanzitutto attori, rockstar e celebrità varie ed eventuali, fissandoli così nell’immaginario collettivo da cui, ciclicamente, tornano ad affacciarsi.
Sono sette, nello specifico, le tendenze destinate a influenzare le scelte dei modaioli di ogni ordine e grado, e vale la pena elencarle una ad una.
LENTI COLORATE
Le lenti dell’eyewear del futuro prossimo si tingono di cromie più o meno intense (verde oliva, grigio, arancio, viola…), una particolarità tipica di quegli occhiali da sole squadrati e voluminosi che, negli anni ‘70, erano all’apogeo, inforcati abitualmente da star del calibro di David Bowie, Elton John o Jackie Kennedy. Designer e marchi specializzati recuperano quindi i codici dell’occhialeria vintage, optando per linee ampie e decise a contornare lenti colorate: gli esempi sono innumerevoli, dai modelli dalle dimensioni generose di Tom Ford o Gucci ai pilot firmati Dolce&Gabbana.
STAMPE ELABORATE
Una specificità dei 70s è rappresentata certamente dalla profusione di stampe, fantasiose, intricate, sparse da cima a fondo su completi, dress, giacche, gonne e altri capi, in bilico il più delle volte tra eccentricità e sovraccarico visivo.
Un analogo florilegio di motivi e decorazioni si è riversato di recente sulle passerelle, animate da stampe animalier, maxi pois, distorsioni psichedeliche e quant’altro, come nelle collezioni womenswear di Collina Strada, Saint Laurent, Halpern, Versace e Tom Ford, oppure in quelle maschili di Raf Simons, Celine, JW Anderson ed Etro.
SILHOUETTE SCAMPANATE
È pressoché impossibile, parlando di abbigliamento anni ‘70, non menzionare i pantaloni a zampa e, più in generale, le scampanature che hanno definito la silhouette dell’intero decennio; del resto, John Travolta alias Tony Manero docet. E ovviamente, nell’atmosfera revivalistica in cui è immersa la fashion industry moderna, sfilate e lookbook delle griffe tornano ad affollarsi di capi flared, notati per fare dei nomi da Bottega Veneta, Gucci, Ami, Lanvin, Victoria Beckham e Off-White.
BRA COME TOP
Il bra, da intendersi come surrogato del topwear canonico e, possibilmente, lavorato a maglia in filati pregiati quali lana, seta o lino, si conferma anche nel 2021 tra le proposte più rilevanti; dalla mise di Katie Holmes del 2019 – paparazzata a New York con reggiseno in cashmere coordinato al cardigan, firmati entrambi Khaite – la notorietà dell’indumento non accenna minimamente a diminuire.
Non si tratta, comunque, di una novità assoluta: indossavano bra all’uncinetto già Pam Grier e Melanie Griffith in due pellicole cult, rispettivamente “Coffy” (1973) e “Detective Harper: acqua alla gola” (1975). Chi volesse accodarsi al trend avrà l’imbarazzo della scelta, potendo spaziare tra le versioni di Jacquemus, Isa Boulder, Acne Studios, Simone Rocha, Brandon Maxwell e altri ancora.
MIX AND MATCH DI TEXTURE
Nei seventies l’accumulo delle texture più disparate non costituiva certo un problema, anzi: in linea con l’esuberanza estetica del periodo, ci si abbandonava volentieri alla sovrapposizione “estrema”, accostando tessuti pesanti e leggeri, lisci e granulosi, alla maniera di Barbra Streisand che, sul set de “Il gufo e la gattina”, riuniva nello stesso outfit calze a rete, stivaloni glossy, minidress arricciato e pelliccia. Campione indiscusso della categoria è certamente Gucci, che sotto la guida di Alessandro Michele ha reso il mix and match una formula irrinunciabile.
COLLETTI ESAGERATI
Altro particolare che rimanda istantaneamente ai 70s è il colletto dal profilo imponente, con le punte ben distese, in una parola esagerato.
Per farsi un’idea è sufficiente recuperare gli scatti dell’epoca di Farah Fawcett. Con la S/S 2021 i brand ricorrono al collo extra soprattutto per dare un quid ad abiti sobri e lineari, come dimostrano i casi di Ganni, Tory Burch, Andrew GN, JW Anderson e Fendi.
TAILLEUR PANTALONE
Gli anni ‘70 hanno sdoganato una volta per tutte il tailleur pantalone, monocromo e dal taglio lievemente squadrato, ideale per apparire in ordine ed eleganti con il minimo sforzo, evitando gli eccessi vestimentari di cui sopra. Sfoggiati al tempo da celebrità quali Diane Keaton e Bianca Jagger, i completi giacca e pantalone dalle note mannish figurano ora nelle collezioni di brand come Paul Smith, Olivier Theyskens, Giorgio Armani, Givenchy, Altuzarra e Jil Sander.