8 curiosità su Sanremo che forse non sai

Arrivati alla 73esima edizione sembra che il Festival della canzone italiana non abbia più segreti per noi, eppure, considerando le diverse epoche storiche e i ricambi generazionali che l’hanno accompagnato nel corso di tutti questi anni, sicuramente qualcosa potrebbe esserci sfuggito. Sanremo, infatti, non è sempre stato come lo conosciamo: nasce nel 1951 e viene trasmesso via radio, perché i primi programmi RAI, se non i primi programmi televisivi italiani, arrivano solo qualche anno dopo, nel 1954. Tutto, come ogni cosa in quel periodo, prende forma in modo diametralmente opposto rispetto agli strascichi dei conflitti bellici, con la speranza di ritrovare una certa serenità che da tempo era venuta meno nelle case degli italiani. Ma quando finalmente approda sulla tv in bianco e nero, ci troviamo in seconda serata a ricercare un successo che non arriva immediatamente; la censura, invece, quella sì: gli abiti sono rigorosi e adeguati, come le parole da poter pronunciare. Sanremo ha dato vita a canzoni indimenticabili della musica italiana, artisti e carriere leggendarie, ma anche a scandali e colpi di scena. Eppure, ancora accompagna l’Italia, che per quasi una settimana intera si ritrova tutta riunita davanti allo stesso programma – perché Sanremo è Sanremo, ma forse queste curiosità ancora non le conoscevate. 

1. Sanremo sarebbe potuto essere un torneo di carte

Nel 1945, dopo la Seconda Guerra Mondiale, nasce l’intenzione di rilanciare l’economia del paese attraverso diverse alternative: organizzare una sfilata di moda, lanciare un torneo internazionale di Bridge o proporre una competizione canora. Ma il consiglio del Casinò di Sanremo scarta l’ultima opzione e nega la possibilità di dar vita alla prima edizione del Festival, ci vuole ancora qualche anno per poter parlare di Sanremo, ma almeno non è stato rimpiazzato da un torneo di Bridge. 

2. Durante le prime edizioni il pubblico cenava

La prima edizione non si tiene al Teatro Ariston, bensì al Salone delle feste del Casinò Municipale di Sanremo: il pubblico, pronto ad ascoltare le venti canzoni in gara, è seduto a tavola a godersi la cena servita dai camerieri. Più o meno quello che oggi definiremmo “cena con spettacolo”. 

3. La competizione era molto diversa

Nella sua prima storica edizione, trasmessa via radio dalla RAI, il Festival ha visto la partecipazione di soli tre concorrenti: il Duo Fasano, Achille Togliani e Nilla Pizzi e dal ’51 al ’71 a vincere è la canzone, non il cantante, poiché ciascun artista viene chiamato a interpretare diversi brani appartenenti ad altri concorrenti nella stessa serata. 

4. La leva militare è passata in secondo piano

Nel 1961 Adriano Celentano vuole partecipare al Festival, ma sta svolgendo il servizio militare. Per lui si scomoda addirittura il ministro della difesa Giulio Andreotti, che gli firma un permesso speciale e lo manda a Sanremo. Classificatosi al secondo posto con la sua “24 mila baci”, fa scandalo per aver voltato le spalle al pubblico durante la sua esibizione.

5. La censura era reale

Nell’edizione del ’78, Rino Gaetano, con la sua “Gianna”, sdogana un termine proibito: “comincia un mondo, un mondo diverso, ma fatto di sesso”. Per la prima volta in un testo di Sanremo compare la parola tabù, “sesso”. La canzone viene acclamata dalla critica per la sua leggerezza dissacrante e giudicata scandalosa dagli ascoltatori.

6. Le esibizioni erano in playback

Nel 1976 scompare l’orchestra e viene sostituita dalle basi musicali: durante gli anni ’80 gli artisti si esibiscono in playback sollevando non poche polemiche, ad esempio da parte di Vasco Rossi e Freddie Mercury. Il primo abbandona il palco dell’Ariston mentre in sottofondo c’è ancora la base di “Vita spericolata”, mentre la band, con un Freddie furioso, decide di far notare il più possibile la finzione dell’esibizione. Gli strumenti musicali tornano sul palco nell’edizione del 1990.

7. I disturbatori della prima serata

Di scandali ce ne sono stati: svenimenti, abiti rivelatori, baci proibiti e tentativi di suicidio, qualcosa organizzato, qualcosa no. In pochi, però, forse conoscono l’episodio avvenuto nel 1992: Mario Agrippini, detto Cavallo Pazzo, un disturbatore seriale abituato a fare irruzione durante gli eventi pubblici, riesce ad arrivare sul palco e, correndo, urla: «Questo festival è truccato. Lo vince Fausto Leali». Pippo Baudo lo frena e la sicurezza lo porta via. Pronostico? Sbagliato, a vincere l’edizione è Luca Barbarossa.

8. I voti comprati con le schedine

Nella stessa edizione, in gara c’è anche Pupo che, non essendo contento della sua esclusione dalla finale, rivela ai giornalisti di essersi comprato il quarto posto del 1984 grazie l’acquisto di schedine per un valore di circa 75 milioni di lire. Per un periodo degli anni ’80, infatti, si poteva votare la canzone vincitrice attraverso il sistema di schedine Totip.