Anche quest’anno, come da tradizione, con l’avvicinarsi delle feste è arrivata la classica “holiday release” di una Air Jordan 11. Quest’anno, però, l’uscita in questione ha un significato particolare, dato che nel 2020 la Air Jordan 11 compie venticinque anni e Jordan Brand ha voluto cogliere l’occasione per festeggiare l’importante compleanno del modello preferito da MJ.
Come detto, sono trascorsi venticinque anni dal 10 novembre 1995, il giorno in cui la Air Jordan 11 in versione “Concord” fece il suo debutto sul mercato. Quello sul parquet arrivò invece qualche mese prima, durante la semifinale della Eastern Conference NBA tra gli Orlando Magic di Shaq e Penny e i Chicago Bulls, freschi del ritorno di Michael Jordan e con gli occhi di tutto il mondo addosso. Proprio durante questa serie, MJ indossò prima le “Concord” e, successivamente, una più anonima colorway completamente nera. In questi casi, come sempre, la sensazione è che ci sia un autore a decidere i tempi e le scelte: la seconda colorway della Air Jordan 11 fece il suo debutto ai piedi di MJ la stessa sera in cui lui decise di indossare nuovamente il suo tradizionale numero 23, mentre sul tallone di quelle che l’anno successivo tutti avrebbero imparato a conoscere come le “Space Jam” campeggiava il 45, come fece attentamente notare il bordocampista ed ex star NFL Ahmad Rashad.
Tra la prima apparizione della 11 e la sua release ufficiale c’è l’estate 1995, pochi lunghi mesi in cui l’hype per la nuova scarpa di Michael Jordan crebbe a dismisura alimentando una sorta di “culto” tra i fan di His Airness che dura ancora oggi. Indossando la 11 MJ giocò la sua prima stagione intera al ritorno in NBA vincendo 72 partite in regular season e il suo quarto titolo NBA, oltre ai premi di MVP stagionale, MVP dell’All Star Game di San Antonio e MVP delle NBA Finals, trofei individuali che vanno ad aggiungersi allo Scoring Title ottenuto con oltre trenta punti di media in stagione. Quale miglior pubblicità per la Air Jordan 11?
Torniamo al 2020. Lo scorso 12 dicembre abbiamo assistito alla release ufficiale della Air Jordan 11 “Jubilee”, preceduta da un drop esclusivo per SNKRS app alla fine di novembre. La “Jubilee” riprende nella colorway la solennità del suo nickname, con una combinazione di mesh, pelle e patent neri che fanno da base a dettagli argento tra cui il lettering JORDAN sugli occhielli, un dettaglio utilizzato su alcuni dei primi sample del 1994/95 e successivamente scartato nella versione definitiva.
In sé la scarpa è stata molto apprezzata, ma nelle community si è molto discusso di come forse fosse un po’ poco per celebrare il venticinquesimo anniversario di un modello come la 11: un simbolo della linea Jordan e una vera rivoluzione sia per il basket giocato per la sneaker culture.
Release come la “Jubilee” oggi servono più per far conoscere la legacy dei modelli e la storia di Michael Jordan agli sneakerhead più giovani, che per motivi anagrafici non hanno avuto modo di godere in tempo reale della carriera di MJ e faticano a collegare le diverse sneakers della linea Air Jordan alle sue gesta sul campo, come quelle citate poco fa. La 11 è un esempio perfetto: esteticamente la scarpa è lontana dai canoni attuali e difficilmente, senza un racconto approfondito che le dia il giusto contesto, riceverà l’attenzione che merita dal pubblico più giovane. Non è un caso che anche la “Jubilee” abbia spopolato tra i nostalgici e i collezionisti di lungo corso, piuttosto che tra le nuove leve.
Air Jordan, quindi, ha perso un’occasione importante per celebrare l’Air Jordan 11 rilasciando soltanto la “Jubilee”?
Per togliermi ogni dubbio ho pensato di chiedere il parere di Drew Hammell aka Nike Stories, un’autorità se si parla di sneakers. Cresciuto negli anni ’90 con una grande passione per lo sport e l’occhio attento per le scarpe indossate dai grandi campioni come Jordan e Agassi, Drew Hammell è oggi riconosciuto come un’autorità in ambito footwear ed è tra le penne più apprezzate nel mondo dello “sneaker journalism”. Oltre a gestire il profilo Instagram @nikestories, negli ultimi anni Drew Hammell ha scritto per Nike, Air Jordan, EastBay, Highsnobiety e Complex, per il quale ha anche contribuito come autore alla realizzazione del libro “Sneaker of the year: the best since ‘85”.
Seguo il lavoro di Drew da diversi anni, così come il suo profilo @nikestories, e sono a conoscenza della sua grande passione per la Air Jordan 11, in particolare la “Concord”, apparsa diverse volte sul suo profilo Instagram anche come ultima “pick” nella sua personale Top 50.
Quindi, chi meglio di lui poteva chiarirmi le idee? Ecco cosa mi ha raccontato.
Iniziamo con il classico “trip down memory lane”: cosa ricordi della release originale dell’Air Jordan 11 nel 1995?
Avevo tredici anni quando le Air Jordan 11 sono uscite la prima volta – ricordo soltanto che per me erano queste sneakers impossibili da avere. Erano le scarpe più belle che avessi mai visto, con quella combinazione di dettagli come patent leather e outsole trasparente. Non riuscivo a credere che qualcuno avesse creato una scarpa così perfetta! Sapevo che non c’era nessuna possibilità che potessi averle, così potevo solo fissare lo schermo della tv ogni volta in cui Michael Jordan le indossava.
Oggi l’Air Jordan 11 è riconosciuta come una delle sneakers più rivoluzionarie mai create, ma qual era la percezione nel 1995 o nel 1996? Era già chiaro che si era davanti a qualcosa di mai visto prima?
Normalmente ogni nuova Air Jordan era accolta con delle critiche poiché era sempre un design radicale e innovativo. Non ricordo, però, polemiche da parte di nessuno quando uscirono le 11, perché avevano un look così pulito e stiloso. Diventarono immediatamente un classico e tutti ne volevano un paio.
La pubblicità con il numero di telefono, Space Jam, la stagione da 72-10 e le NBA Finals contro i SuperSonics, Ahmad Rashad a bordocampo e il ritorno al 23 sul parquet degli Orlando Magic. L’Air Jordan 11 è stata protagonista di molti momenti che ne hanno consolidato il ruolo nella pop culture sin dalla release. Qual è l’episodio che tu colleghi a questa sneaker? Il primo che ti viene in mente se parliamo della 11.
Ricordo perfettamente l’episodio di Ahmad Rashad, con lui che parlava delle sneakers mentre le indossava, durante la sua copertura dei Playoff NBA. La pubblicità con il numero di telefono è sicuramente molto speciale per me perché avevo una copia del numero di Sports Illustrated con quell’immagine sul retro. Ho fatto in modo di conservare la rivista per più di vent’anni finché non l’ho fatta incorniciare due anni fa.
La scorsa settimana abbiamo assistito alla release dell’ Air Jordan 11 “Jubilee”, la colorway creata da AJB per celebrare i venticinque anni del modello. Da fan, pensi che il brand avrebbe potuto fare qualcosa in più per rendere tributo a un’icona come l’Air Jordan 11?
Ho sicuramente sperato di vedere la release di uno dei prototipi quest’anno, cosa che in un certo modo avremo con l’uscita della versione auto-allacciante alla fine del mese. Ho avuto la “Jubilee” in anticipo rispetto alla release e penso sia una bella colorway che accontenterà tutti i fan della 11.
Restiamo per un attimo sulla “Jubilee”. Ti piacciono? L’utilizzo del lettering sugli occhielli, ripreso da uno dei sample originali, è sicuramente una scelta interessante visto che Air Jordan lo scartò ben due volte in passato. Cosa pensi di questo dettaglio?
Ho sorriso quando ho visto le “Jubilee” per la prima volta perché sono amico di una delle persone che hanno fatto sì che quel dettaglio potesse esistere. Ken Black ha fatto parte del team di design che ha realizzato la linea d’abbigliamento dell’Air Jordan 11 e una volta mi raccontò di come incollarono velocemente quelle lettere per formare la scritta JORDAN su uno dei prototipi pochi minuti prima di una presentazione.
Negli ultimi anni Air Jordan ha provato a rilasciare diversi modelli ispirati da sample o sketch originali di Tinker Hatfield. La 3 è, senza dubbio, quello di maggior successo ma ricordo anche la 13 Prototype. Durante lo sviluppo dell’Air Jordan 11 Nike realizzò alcuni dei suoi sample più interessanti. dal boot alla versione “wrap around”. Pensi che Air Jordan potrebbe mai rilasciarli al pubblico? Magari questo anniversario era una buona occasione per farlo?
Sono d’accordo, quest’anno sarebbe stato perfetto per rilasciare uno dei primi prototipi del modello: sia la versione “wrap around” che lo “snow boot” avrebbero avuto un buon successo se comunicati nella giusta maniera secondo me. Penso che il team di Jordan Brand abbia discusso un’eventuale release, ma non ho idea se sia davvero nei loro piani. Penso la responsabilità sia nelle mani delle community online, sui Social Media, nel dimostrare interesse e, spero, Jordan brand ascolterà!
Per molti anni l’ Air Jordan 11 è stata un “fan favourite”, con sold out rapidi che hanno reso la classica release sotto natale una sorta di tradizione attesa per tutto l’anno. Ultimamente sembra che l’Air Jordan 1 abbia rimpiazzato la 11 come “flagship model”, soprattutto tra gli sneakerhead più giovani che non hanno il culto di MJ dei più adulti. Cosa ne pensi a riguardo? Si tratta di scelte aziendali o è cambiato qualcosa nel rapporto tra brand e pubblico?
È certamente una decisione intelligente da parte di Jordan Brand da un punto di vista business, dato che l’Air Jordan 1 è una sneaker con costi di produzione decisamente più bassi sulle grandi quantità. Sono molto fortunati che l’Air Jordan 1 sia così amata e sono ogni tanto sinceramente sorpreso nel vedere quanto sia popolare. Penso anche che il passaggio derivi dal fatto che indossare un’Air Jordan 1 è molto più facile rispetto a una 11. La 1 sta bene con tutto, da un jeans skinny fino a un pantalone baggy, un cargo o uno short. La 11 è una scarpa più difficile da un punto di vista stilistico.
Abbiamo parlato delle celebrazioni per il venticinquesimo anniversario della release dell’Air Jordan 11, ma proviamo a guardare avanti. Cosa ti piacerebbe vedere da parte di Air Jordan con la 11 come protagonista? Magari pensando già al trentesimo…
Onestamente mi piacerebbe rivedere tutte le versioni OG del modello tornare ancora una volta, ma con la stessa (se non migliore) qualità delle OG. Se questo significa aumentare il retail di 50 dollari, penso dovrebbero farlo. A questo punto della mia vita m’interessa molto di più la qualità e l’abilità da parte dei brand di riprodurre i modelli originali in maniera più fedele possibile. Concord, Bred, Columbia e Space Jam continueranno ad andare sold out, quindi penso debbano continuare a rifarle. Mi piacerebbe anche veder uscire alcune delle versioni Player Exclusive, come quelle indossate da Randy Moss, Deion Sanders e Chris Paul. Davvero, l’unica cosa che devono fare è continuare a cambiare il colore del patent leather e la gente impazzirà.