Marracash torna sotto i riflettori insieme a adidas Originals, come parte di un progetto che ruota attorno ai concetti di identità e autenticità – due elementi che hanno sempre rappresentato la colonna portante del percorso artistico e personale del rapper.
Marra ha lasciato il segno, senza mai scendere a compromessi. È passato qualche mese da quando ha rilasciato, a sorpresa, il suo ultimo disco, “È finita la pace”. Nel frattempo ha annunciato un gigantesco tour negli stadi, il primo per un rapper italiano, in partenza a giugno, che lui stesso definisce come “teatrale” e che si prospetta dall’altissimo impatto scenografico e visivo. Insomma, parliamo di un artista che da anni prova sempre ad alzare l’asticella della qualità di ciò che propone, spesso uscendo da ogni schema preimpostato. E quando rilascia interviste parlando di musica vale la pena fermarsi ad ascoltare.
L’abbiamo intervistato insieme a adidas Originals, che lo inserisce come volto di una narrazione in cui stile e radici dell’hip hop sono strettamente vicini. Con il modello Superstar al centro.



«Stare tranquillo mi genera ansia» ci racconta, sorridendo, quando gli chiediamo da dove nasce l’idea di fare un tour così ambizioso, come mai nessun rapper italiano aveva fatto prima. «La mia unica ambizione è riuscire a fare unicamente ciò che voglio, che è l’ambizione più alta e più difficile».
Parole che portano con sé una filosofia ben precisa: fare musica come atto di libertà. In un’industria dove spesso si rincorre l’algoritmo, Marracash è l’esempio perfetto di chi insegue il valore della qualità, e nel lungo termine funziona.
«Si possono ottenere grandi risultati anche a livello numerico senza per forza rincorrere ciò che funziona nel breve termine. Con il mio esempio provo a comunicare ai rapper più giovani che esistono anche altre strade».
Ed è forse proprio questa sua coerenza a renderlo così importante oggi per il rap italiano. La sua capacità di dimostrare, con i fatti, che cambiare e innovare senza snaturarsi è possibile.
Qui sotto trovate la nostra intervista completa.