Tra la fine degli anni ’80 e i primi ’90 il punk ha cercato di tornare alla ribalta nel fashion system, iniettandovi il suo approccio sui generis in grado di influenzare stili di vita, abitudini e socialità della popolazione. Le parole d’ordine, che si dimostravano ancora capaci di fare presa, erano “prendere o odiare”, il risultato un caos di energia pura incanalata in cromie audaci e artwork umoristici, in continuo divenire.
In tutto ciò, Acupuncture era in prima linea. Creata a Londra da Phil De Mesquita, Nikos Nicholau e Louisa Bryan la label, tramite una rete di store vintage di seconda mano nel quartiere di Soho, contribuiva ad alimentare l’ondata di creatività che si era riversata in quel periodo poco più a est, nella zona di Shoreditch, grazie a un insieme disparato di artisti, designer e freak, tra i quali spiccavano i nomi di Alexander McQueen e Boy George.
Dalla Gran Bretagna alle sottoculture del Giappone, Acupuncture è diventato un’icona per i giovani ribelli urbani; il loro spirito iconoclasta trovava infatti espressione in scarpe da ginnastica contraddistinte da strisce reflective, chiusure in velcro e suole sagomate. Andando oltre capi d’abbigliamento e accessori, il marchio si poneva come un catalizzatore di idee e passioni, tenendo insieme un’etichetta discografica, serate ad hoc e la volontà di staccarsi da tutto ciò che veniva considerato comune, routinario. L’anno scorso, poi, un team creativo con base a Milano è stato scelto per occuparsi della linea Red del brand. Non un singolo designer visionario, quindi, ma un collettivo eterogeneo e coerente con i propri obiettivi, capace di passare dal punk delle origini al cyberpunk, dall’heritage al mondo digitale. Nel logo del marchio è ricomparsa la A cerchiata, per promuovere il vero significato del termine Anarchia, ossia comunità e impegno.
A inaugurare questa nuova fase arriva ora la capsule collection autunno/inverno “Reloaded”, in cui elementi grafici dei nineties – su tutti l’irriverente orsetto Teddy Bear e la fantasia Royal Stewart Tartan – si posano su abiti dai volumi più rilassati, declinati in materiali preziosi realizzati, con piglio artigianale, da aziende italiane guidate tuttora da valori come qualità, passione e integrità.
Tra le proposte spicca il maglione in lana premium con lavorazione jacquard dagli effetti tridimensionali, da indossare come fosse un vessillo della propria individualità. Se camicie dalla fodera imbottita e tute in denim sono pensate per un pubblico a metà tra il ribelle e il cercatore metropolitano, la selezione di hoodie e t-shirt conferisce un tocco democratico, ponendosi come manifesto ideale di tutti i sentimenti, le sfide e i desideri portati avanti da Acupuncture.
Il focus è ovviamente sul footwear, che conta su quattro modelli, due sneakers, una stringata e uno stivale. Sulle low top Lola Runner e Tank si uniscono materiali diversi, dal nabuk al vitello al mesh di nylon; il simbolo della A è riconoscibile e discreto al tempo stesso, le suole ultralightevocano mondi futuribili, tra pianeti sconosciuti e creature ibride. Electroclash, invece, disponibile in versione boot o derby shoe, pur conservando un appeal quasi classico risulta la calzatura perfetta per una community di guerrieri pacifici, calati nella società odierna. Sulla suola, voluminosa e dalle linee inedite, si innesta una tomaia in pelle liscia decorata, sulla parte anteriore, dal logo Acupuncture in rilievo.
“Reloaded” rappresenta l’ultimo capitolo del viaggio senza limiti della label, che attraverso un lessico di stile eclettico e incisivo intende accogliere nel suo mondo le persone, farle divertire e aiutarle a esprimere davvero loro stesse.
La collezione è disponibile sul sito del brand.