adidas BOOST vs. Nike React: chi vince?

In eterna lotta come acerrimi nemici, Nike e adidas si scontrano da anni a colpi di vendite, fatturato e tecnologie.

Che ne siate coscienti o no, a volte, quello che avete esattamente sotto i vostri piedi è frutto di anni di studi, ricerche ed enormi capitali investiti. Alzate la scarpa e avvicinate il viso. Stiamo parlando proprio di quello: della suola delle vostre amate sneakers.

Sin dai tempi in cui venivano prodotte le sneakers di Forrest Gump, le classiche Nike Cortez, i migliori brand di sportswear cercavano di donare massimo comfort e ammortizzazione alle loro sneakers utilizzando la schiuma nelle suole.

Soprattutto negli ultimi periodi, da quando adidas ha focalizzato la propria ricerca sulla mescola di schiuma, è nata una vera e propria ossessione. Da qui nascono le varie tecnologie HOVR di Under Armour, Reebok Floatride Foam, Saucony Everun e New Balance Fresh Foam.

La nostra attenzione si focalizza però sulle due più influenti: il BOOST di adidas e il Nike React.

Del BOOST di adidas ne abbiamo già parlato in un nostro precedente articolo, spiegando come avesse influenzato tutto il decorso dell’anno 2016. Il BOOST è la risposta esatta alla domanda che i ricercatori si sono posti per anni: è possibile creare una schiuma che oltre ad essere comoda e morbida, restituisce anche energia senza dissiparla ad ogni spinta?

Il vero problema è quello che, secondo le leggi della fisica (runners know), due proprietà quali ammortizzazione e reattività tendono ad escludersi a vicenda. Ma con le moderne scoperte è stato possibile creare mescole in grado di disperdere solo il 30% di energia ad ogni spinta. Una vera e propria innovazione!

L’introduzione della tecnologia BOOST all’interno delle sneakers ha giovato anche ai bilanci di adidas, rinnovando il brand, tanto che a volte è stato difficile soddisfare tutta l’intera domanda.

Se volete approfondire, leggete l’articolo 2016: l’anno del BOOST™.

Parliamo ora invece del Nike React. Potremmo definirlo come l’antagonista del BOOST, arrivato però con qualche anno di ritardo. Nike ci aveva già provato con la tecnologia ZoomX, la quale però si è rivelata più adatta alle scarpe da gara, sfavorendo l’utilizzo per la vita di tutti i giorni. Nike React, al contrario, risulta perfetta per affrontare anche le sfide quotidiane con un occhio rivolto sempre alla performance e alla reattività.

Nike React offre un recupero di energia superiore addirittura al 13% della tecnologia più anziana Lunarlon offrendo un maggior numero di rimbalzi. Resistenza, ammortizzazione e reattività tutte racchiuse in un unico materiale.

“React is our most complete foam ever”,

afferma Ernest Kim, direttore di Advanced Footwear di Nike Running.

Passiamo ora alla pagella finale.

Uno degli aspetti positivi del Nike React è che è stato sviluppato con la collaborazione di atleti e sportivi, i quali hanno seguito tutto il processo di creazione al fine di ottimizzarne al massimo la formula. Il designer di React Brett Schoolmeester sostiene, inoltre, che  la mescola da lui creata sia più leggera del 30% rispetto al BOOST.

Non è facile decidere chi detenga il brevetto per la tecnologia migliore. Resta il fatto che Nike React sia sicuramente più moderna e performante ma ciò non significa che sia la soluzione ottimale per il mercato di massa. Il tutto dipende da chi sarà l’utilizzatore finale e dall’utilizzo che ne farà della scarpa, nonché da peso e velocità di corsa.

Al momento i riflettori sono puntati sul Nike React, ma sappiamo che adidas è abituata a sorprenderci, non ci stupiremo se dovesse sfoderare da un momento all’altro qualche altra tecnologia innovativa, in grado di sbaragliare tutta la sua concorrenza.

 

fonte: @sneakerfreaker