Ai concerti di Frah e Coez il suono è più importante

Quante volte succede che il pubblico si lamenta per la qualità audio dei concerti? Spesso infatti, soprattutto in grandi location, capita che lo spettatore non riesca a sentire effettivamente bene da tutti i punti dell’area in cui può trovarsi tra il pubblico. Questo però non succede con L-Acoustics, un nuovo sistema di impianti che Frah Quintale e Coez hanno scelto per il loro tour.

È così che ci siamo ritrovati a Firenze, per seguire una delle tappe di “Lovebars“, album collaborativo con cui Frah e Coez hanno letteralmente fatto il panico, portandosi a casa diversi sold out. Tra questi proprio quello di Firenze, con il Nelson Mandela Forum strapieno di persone sciolte dall’emozione. Questo accade perché i due artisti hanno un mood particolare e tutto loro: potremmo esserci cresciuti insieme, potrebbero essere i compagni con cui andavi al parco dopo scuola. Ridono con te, mostrano la loro (reale) amicizia e ti fanno capire che stai partecipando a qualcosa di più grande: è come un grande ritrovo di vecchi amici.

L’alchimia è unica, sopra e sotto al palco, e forse è anche per questo che – per non tradire i propri fan – Frah e Coez hanno deciso di farci un regalo, a noi come a tutti i loro fan: «durante il concerto quello che diciamo al nostro pubblico è che la cosa più importante quando suoniamo, oltre alla connessione unica che si crea con la musica live, è la qualità di quest’ultima. I nostri progetti nascono per rimanere a lungo termine e avere quell’impatto emotivo e di qualità anche in futuro».

Scegliere un impianto acustico che non lascia scontento nessuno, perché funziona in modo abbastanza (o fin troppo, per noi comuni mortali) diverso da quello a cui siamo abituati: non più due semplici casse che sparano audio a destra e a sinistra. Quelli che vediamo sul palco stavolta sono ben cinque impianti che creano un unico spazio audio, mescolando suoni, voci e strumenti in un modo che non avevamo mai sentito prima.

Cambia molto anche quello che sentiamo noi durante il concerto e, di conseguenza, arriva al pubblico attraverso la nostra performance. Se la qualità di quello che ci arriva mentre cantiamo è alta, lo sarà di conseguenza anche quello che torna al pubblico. Ci è già capitato di suonare in palazzetti con sistemi di suono classici e la differenza è netta. 

Frah e Coez a Outpump

I sistemi adottati sono quelli progettati da L-Acoustics, che permettono un’esperienza immersiva a 360. Con il loro sistema di impianti denominato L-ISA, L-Acoustics permette la delivery di un suono più dettagliato e ricco, che arriva in ogni luogo della sala del pubblico, aumentando gli spot in cui l’audio è impeccabile, al contrario di quanto accade con una configurazione stereo.

Sicuramente questo sistema rende l’esperienza un po’ più profonda, intima, soprattutto in un contesto come quello dei palazzetti. 

Frah e Coez ad Outpump

Il sistema è stato portato per la prima volta in Italia proprio da Frah e Coez, «Il pubblico ha davvero sentito la differenza, ne hanno parlato anche a distanza di giorni dai live. Questo significa che l’investimento ha dato dei buoni risultati», ma non è certo nuovo all’estero: ad adottare questo impianto sono tra gli altri il Coachella e il Lollapalooza, ma anche una serie di artisti quali i Radiohead, Adele, Lorde, i Foo Fighters e i Depeche Mode. Artisti che hanno evidentemente capito che mettere la musica al primo posto è il vero obiettivo.

Foto di
Luca Marenda