Lo scorso lunedì siamo stati a Trieste, ospiti di Air Jordan per una serata di importanti celebrazioni. Si trattava senza dubbio di una trasferta particolare: il contesto, i quarant’anni di Air Jordan, era noto mentre tutto il resto era un mistero. Normalmente in queste situazioni arrivano programmi ricchi e dettagliati, pieni di attività e situazioni per ingolosire gli invitati. Qui invece era tutto al buio, creando in noi ospiti non poca curiosità.
Andando a intuito era facile capire come mai Jordan Brand avesse scelto Trieste, soprattutto per gli italiani appassionati di sneakers e cultori del Numero 23. Proprio qui, quarant’anni fa, MJ arrivò per partecipare a un’amichevole tra Stefanel Trieste e Juve Caserta nell’ambito di un tour europeo organizzato da Nike nell’estate successiva alla stagione da esordiente di MJ con i Chicago Bulls. Jordan aveva mostrato grandi cose alle Olimpiadi di Los Angeles dell’anno precedente, medaglia d’oro con gli USA in una sorta di “revenge tour” ante litteram, e nella sua prima stagione NBA, in cui aveva vinto il premio di Rookie dell’Anno con i suoi Bulls e mostrato a tutti come mai la squadra di Chicago avesse puntato così forte al Draft su quel giocatore di UNC.
Proprio in quella partita del 26 agosto 1985, l’amichevole giocata in maglia Stefanel contro Caserta, Jordan pose un altro tassello della sua leggendaria storia, che l’avrebbe reso icona tanto sul campo da basket quanto nella cultura pop. Al termine di un contropiede il futuro “His Airness” decollò, in assenza di termini più adatti per descrivere il gesto, per inchiodare una schiacciata che frantumò il tabellone, circondandolo con una pioggia di schegge di vetro.
Era quindi facile immaginare che Air Jordan volesse dare il via a un’estate di grandi festeggiamenti ricordando quell’istante di quarant’anni fa e sottolineando il legame tra Trieste e MJ. C’eravamo vicini, ma non potevamo immaginare cosa ci aspettava.
Proprio come noi, al buio erano anche le centinaia di tifosi della Pallacanestro Trieste giunti in Piazza Unità d’Italia rispondendo a una storia Instagram pubblicata sul profilo ufficiale della squadra senza aggiungere maggiori dettagli.
Qui Paul Matiasic, presidente e proprietario di Pallacanestro Trieste ha ringraziato i presenti e ripercorso brevemente le ultime stagioni: la nuova proprietà, la recente promozione in Serie A e l’approdo in Champions League a partire dalla prossima stagione.
Poi, il colpo di scena. Da una scatola esce una nuova maglia di Trieste, su cui per la prima volta in decenni torna a campeggiare lo stemma di Stefanel insieme a colori e dettagli che ricordano proprio la maglia indossata da Jordan nel 1985. Questa nuova divisa è stata prodotta in edizione limitata e numerata: ventitré pezzi, ovviamente MJ ha avuto l’onore di ricevere la numero uno.
Poi fanno la loro comparsa le Air Jordan 1 “Shattered Backboard”, colorway che ha fatto il suo debutto nel 2015 proprio per celebrare l’iconica schiacciata di Jordan e faranno il loro ritorno tra qualche settimana. Air Jordan ha voluto rendere Trieste la prima tappa di un tour che ne accompagnerà il rilancio toccando Parigi, Londra, Las Vegas e New York.
A questo punto l’attenzione di tutti si è spostata sul Mare Adriatico di fronte a Piazza Unità d’Italia. Qui, poco dopo le 23:00, ottocento droni coordinati dall’azienda Allumee hanno illuminato il cielo notturno con uno spettacolo unico: prima lo stemma alabardato di Pallacanestro Trieste, poi un elicottero che trasporta le nuove Air Jordan 1 “Shattered Backboard”. Infine la sagoma di Michael Jordan che replica quella schiacciata, il canestro in pezzi e un enorme Jumpman.
Questa non è stata soltanto la degna conclusione di una splendida serata, che ha annunciato la nuova collaborazione tra Air Jordan e Pallacanestro Trieste oltre all’immenso amore della città giuliana per la sua squadra, ma anche la chiusura di un cerchio grande quarant’anni; il Jumpman torna a Trieste dove la leggenda è iniziata, in mezzo una storia che ha cambiato lo sport e la cultura.
Non poteva esserci finale migliore.