Per chi ama la musica andare ai concerti è uno dei momenti più significativi e gratificanti. Farlo da soli, circondati da gente che si diverte con altre persone, può sembrare scoraggiante, ma forse non è così male.
Anzi, per sempre più persone, andare a un concerto da soli non è per niente triste, bensì liberatorio.
Sebbene esista ancora un certo stigma sociale che spesso circonda chi sceglie di fare esperienze in solitudine, che si tratti di fare viaggi o di andare a un concerto, le motivazioni che stanno convincendo sempre più persone a prendere questa decisione sono diverse.
Chi negli ultimi tempi ha provato a prendere i biglietti per un grande concerto, che sia Drake, o Bad Bunny, solo per citare recenti artisti internazionali che faranno live in Italia, sa bene quanto difficile sia diventato aggiudicarsi anche un solo biglietto. Tentar di prenderne due (o più) significa moltiplicare la difficoltà.
Un altro motivo riguarda la temporalità degli eventi. Sempre più spesso, ci capita di comprare biglietti per concerti che si terranno fra oltre un anno dalla data dell’acquisto. Diventa così difficilissimo organizzarsi logisticamente con un gruppo di amici, ognuno con i suoi impegni e le proprie incertezze.
Infine, non possiamo ignorare il modo in cui i social abbiano ridefinito il modo di condividere le esperienze. Oggi è sufficiente un video TikTok per raccontare un momento, e magari ricevere decine, centinaia o migliaia di commenti da persone che provano le stesse emozioni. L’empatia ha preso forme nuove e digitali e per una nicchia sempre più ampia di giovani essere soli fisicamente a un concerto non significa più essere soli emotivamente.
Forse l’unica verità è che a nessuno realmente interessa se sei a un concerto da solo o con qualcuno. E se esiste ancora qualche pregiudizio sociale su questa pratica, è probabilmente arrivato il momento di metterlo definitivamente da parte.
