Fashion

Angelo Baque lascia il posto di Supreme Brand Director

Articolo di

Redazione

Angelo Baque lascia Supreme dopo dieci anni di onorato servizio. Non ancora chiaro chi gli succederà.

Dopo una decade fatta di successi e crescita smisurata del marchio, il brand director ripercorre i passi fondamentali di un percorso indubbiamente straordinario:

“Ho speso 10 anni con Supreme e ho innovato molto in questo periodo. Quando ho iniziato non sapevo cosa diavolo avrei fatto. Non c’era nulla in programma e lo scenario di fronte a me era completamente aperto. Nel 2006 il brand era una realtà molto piccola e questo mi ha permesso di capire come inserirmi al meglio. Avendo un passato nella fotografia sentivo di poter aiutare il brand e di poter portare una nuova prospettiva.

Con le collezioni attuali non è cambiato nulla rispetto al passato, perchè l’unico obiettivo di Supreme è quello di creare roba figa. Le nostre muse sono sempre le stesse: gli skater. L’unica differenza rispetto 10 anni fa è che anche sotto la quattordicesima strada sanno cos’è Supreme; anche se non potrai mai andare da Macy’s o Bloomingdale’s (I due famosissimi grandi magazzini di New York) a comprare questo marchio”.

Baque inizierà dunque un percorso autonomo su due fronti: il primo con la sua Creative Agency “Baque Creative“, nata alla fine dello scorso anno, con la quale continuerà a coltivare i rapporti con Nike, Supreme, Converse e altri brands. Il secondo con il suo brand Awake New York ideato ormai quasi quattro anni fa nella grande mela fondato principalmente sulla produzione di cappellini six-pannel:

“Crescerò senza fretta, la bellezza di questo progetto è che posso portarlo avanti quando mi sento di farlo, non ho ne la fretta ne la necessità di vendere pezzi in molti posti. In passato si sentiva questa pressione di dover creare certi prodotti per certi account, sapevo che il prossimo prodotto sarebbe stato un trench in pelle per uno store giapponese. Voglio fare quando sento di avere qualcosa da dire non per necessità di vendere vestiti”

FONTE wwd.com