Prima di Olivier Rousteing c’era un’altro Olivier. Il suo è stato un percorso a dir poco incredibile: a soli venticinque anni si è ritrovato alla guida di una delle più prestigiose maison di sempre, portando una vera e propria ventata d’aria fresca nel fashion system con la sua visione intraprendente e dinamica. Una vita tra rumore e silenzio, fama e solitudine, passione e insicurezza, che recentemente lo ha spinto a trovare se stesso cercando risposte sulle sue origini.
Il designer fu infatti abbandonato alla nascita a Bordeaux nel 1985, per poi essere adottato da una nuova famiglia. Un’esperienza che attraverso le sue domande esistenziali ha notevolmente influito a plasmare un carattere ambizioso e creativo, ma per capire dove sta andando, dice, ha bisogno di sapere da dove proviene ed è per questo che ora la sua storia verrà raccontata in un suggestivo documentario pronto ad approdare su Netflix il 26 giugno.
In “Wonder Boy: Olivier Rousteing“, il giovane trentenne viene seguito durante la realizzazione di alcuni progetti audaci per Balmain e lo vedremo accompagnato durante la ricerca dei suoi genitori biologici con l’aiuto del CNAOP (consiglio nazionale per l’accesso alle origini personali). Dal suo lussuoso appartamento parigino all’atelier, il mistero sarà sempre al suo fianco, con la curiosità di conoscere la sua identità e un leggero timore sulle eventuali risposte.