Arte Fiera compie 50 anni: tutto ciò che dovresti sapere sulla fiera più longeva d’Italia

Era il 1974 quando appena dieci gallerie d’arte, tra le quali la celebre Galleria de’ Foscherari di Bologna, decisero per la prima volta in Italia di unire le forze e prendere parte alla 38° Fiera Internazionale con un’esposizione-mercato di opere e artisti di arte moderna e contemporanea, autotassandosi ed esibendo accanto a arredi, mobili e altre merci. L’iniziativa era unica nel suo genere, un progetto simile in Europa si era visto solamente altre due volte con Kunsthalle a Colonia e Art Basel, e venne presentata come “ArteFiera Bologna”, un nome destinato a diventare il punto di riferimento per l’arte contemporanea in Italia.

Nonostante i sentimenti contrastanti nei confronti dell’arte e della sua mercificazione, oltre che la crisi petrolifera che osteggiava la crescita del settore, già l’anno successivo la manifestazione cominciò a prendere forma, diventando un evento vero e proprio con un comitato consultivo e arrivando a coinvolgere addirittura 200 gallerie. Questa crescita esponenziale portò quindi alla luce un interesse intorno al mondo dell’arte ancora più vivo che mai, oltre che l’avanguardia, tanto nell’arte visiva quanto nell’architettura e nel design, di Bologna negli anni Settanta. Un chiaro esempio della lungimiranza e dell’innovazione portata da Arte Fiera è custodito proprio nel logo e nell’identità del progetto. Un “semplice” bollino rosso, ideato e sviluppato da Giovanni Lanzi, che ricorda l’adesivo utilizzato per segnalare le opere vendute e che negli anni ha subito tutte le trasformazioni possibili: allargato, tagliato, moltiplicato o decostruito, sempre però con l’obiettivo di dichiarare in maniera lampante e diretta che “art has a point”.

Oggi Arte Fiera compie 50 anni ed è impossibile definirla una semplice mostra. Con 141 espositori e 753 artisti coinvolti durante l’ultima edizione, oltre che più di 50 mila visitatori, la fiera d’arte più longeva del nostro paese si è trasformata in un’iniziativa che coinvolge un’intera città, immergendola per una settimana nella creatività con eventi, attività e mostre dedicate. L’edizione 2024 rappresenta quindi un importante anniversario che merita di essere celebrato riportando in luce le origini e l’evoluzione di Arte Fiera stessa ma anche pensando al futuro. 

Non poteva quindi mancare il ritorno nel capoluogo emiliano di Maurizio Cattelan, sicuramente tra le attività più attese dell’evento. Proprio a Bologna e proprio ad Arte Fiera, nel 1991 Maurizio Cattelan fece il suo esordio espositivo, ovviamente in maniera anticonvenzionale, parola che caratterizza tutta la sua produzione artistica. In quell’anno l’artista si intrufolò infatti all’interno della fiera, piazzandosi all’interno del padiglione con uno “Stand Abusivo” composto da un piccolo tavolino a forma di campo da calcio. L’obiettivo? Vendere gadget dell’A.C. Forniture Sud, una squadra di calcio fondata da Cattelan e composta solamente da immigrati africani che vivevano in Italia e sponsorizzata da “RAUSS”, un’azienda fittizia di trasporti che prende il nome da uno slogan nazista traducibile come “fuori!”. L’iniziativa dell’artista alludeva ovviamente alle tensioni razziali e alla xenofobia dilaganti in quel periodo, sfruttando però il sogno del calcio europeo come stereotipo di una società capitalistica.

Per la 50esima edizione, però, niente più incursioni o stand non autorizzati: a creare la cornice perfetta per l’artista ci ha pensato Mutina, azienda di Fiorano Modenese leader nel settore della ceramica, che torna ad Arte Fiera per la quarta volta. Il progetto, intitolato “BECAUSE“, sarà un “dialogo inaspettato” tra due opere di Maurizio Cattelan, amplificato proprio dallo spazio, realizzato con la collezione ceramica Fringe, che lo ospiterà. Anche se non sono stati rivelati ulteriori dettagli a riguardo, BECAUSE, curato da Sarah Cosulich, rappresenterà “un corto circuito che diviene racconto”, lasciando il pubblico “ancora una volta senza certezze” e “senza azzardare nessuna risposta”.

Oltre alla “Main Section”, tante anche le iniziative al di fuori dei padiglioni di BolognaFiere – il quartiere fieristico che comprende il complesso di grattacieli progettato da Kenzo Tage – nel programma di ART CITY, nato dall’unione con il comune di Bologna e MAMbo (Museo d’Arte Moderna di Bologna) per promuovere manifestazioni, dibatti e convegni non mercantili ma sempre a supporto dell’arte contemporanea. Proprio questi eventi “extra-fiera” sono ciò che, negli anni, ha reso Arte Fiera popolare ma soprattutto accessibile a tutti, avvicinando il grande pubblico a figure leggendarie e a un mondo spesso considerato troppo pretenzioso ed elitario. Nel 1977, per esempio, venne organizzata negli spazi del MAMbo “La settimana Internazionale della performance”, che portò in città artisti come Marina Abramović insieme al compagno Ulay e sconvolse il pubblico rivoluzionando la percezione dell’arte contemporanea. Quest’anno a celebrare le performing arts sarà invece la mostra “Praticamente nulla da vendere”, realizzata in collaborazione il MAMbo e curata da Uliana Zanetti, che racconta le performance degli artisti che animarono l’edizione di Arte Fiera del 1976.

Tra gli oltre 200 eventi, particolarmente rilevanti sono quelli che renderanno omaggio a Giorgio Morandi, in occasione del sessantesimo anniversario della sua scomparsa. Mary Ellen Bartley e Joel Meyerowitz per la fotografia, Tacita Dean per il video, Virgilio Sieni per la performance e Mark Vernon per il suono sono gli artisti che cureranno cinque progetti speciali che reinterpretano, attraverso il proprio linguaggio, il lavoro del pittore bolognese.

Arte Fiera 50 aprirà le proprie porte da venerdì 2 a domenica 4 febbraio e i biglietti sono disponibili sul sito dell’evento.