“Bad Cameo” non è quello che ci aspettavamo

Quando è circolata la notizia che Lil Yachty e James Blake stavano lavorando a un joint album, lo spettro di reazioni è stato estremamente vario. Da un parte c’è stato chi è rimasto molto perplesso dalla scelta del dj/producer/cantante inglese di connettersi con un rapper che ha collezionati molti alti e bassi in carriera, dall’altra c’erano gli entusiasti che hanno visto in questa nuova coppia una possibile avanguardia per spingere in là quello che conosciamo di ciascun artista.

Oggi che ascoltiamo “Bad Cameo” possiamo tranquillamente dire che si sbagliavano entrambi. Sia gli entusiasti che gli scettici rimarranno delusi nell’ascoltare un disco curato, ben fatto, preciso e puntuale, che sicuramente non delude ma neanche entusiasma. La prima cosa che si nota è quanto in realtà Yachty sia voluto entrare nel mondo di Blake, più che il contrario. Forse perché soprattutto per il primo lavorare con il secondo è una valorizzazione notevole agli occhi di una nicchia di appassionati più “colti”, e segue quel processo di maturità che l’aveva portato a realizzare “Let’s Start Here”.

La seconda è l’aspetto di novità assoluta anche per James Blake, da anni figura che flirta con il mondo del rap e dell’urban internazionale, registrare un disco collaborativo con quello che è di fatto tra i rapper più amati e discussi degli ultimi anni, è un passo importante. Andando oltre, c’è il tentativo da parte di entrambi di conciliare i propri stili in una formula che possa essere compiuta, e complessivamente il tutto funziona in modo piuttosto lineare attraverso una giustapposizione di voci che contrastano tra l’angelico di Blake e l’autotune di Yachty. Il tutto si poggia su tappeti melodici abbastanza tradizionali per il gusto di James Blake, che quindi spaziano quasi della ballad alla musica elettronica. Per tornare a quello che diceva Mark Fisher, che oggi come ieri sembra ancora la descrizione più accurata mai detta dell’artista inglese: “ascoltarlo, è come vedere un fantasma assumere forma”.

E qui forse sta il “difetto” del progetto, è forse troppo normale? Forse da una coppia così insolita era lecito aspettarsi qualcosa di particolare o di assolutamente inaspettato. “Bad Cameo” non sposta nulla sulla percezione che avevamo di Yachty e di Blake, e questa rappresenta l’unico neo di un disco che avrebbe potuto essere tanto, ma che alla fine si accontenta di essere normale.