Ieri, Demna ha portato in passerella il nuovo show AI24, in una location ricoperta di schermi con morphing di immagini generate con l’AI, ma è sembrato più che altro di rivedere una replica di una sfilata passata.
Attraverso una nota vocale, lo stesso Demna ha spiegato che questa nuova collezione è nata da una domande: “Cos’è il lusso oggi?”. E se per definizione il lusso è qualcosa di raro e limitato, la risposta è “la creatività”. Se si ascoltano queste parole prima di guardare la sfilata, è molto probabile che rimarrete con l’amaro in bocca. Se si leggono dopo, l’unica sensazione che si prova è quella della confusione.
Scorrendo i 68 look, infatti, vediamo spuntare ancora una volta magliette-meme con scritte sarcastiche, scimmiottamenti di prodotti iconici come la Birkin di Hermes o le borse di Longchamp e outfit basati sull’estetica est-europea o sul mondo techno, il tutto condito da una buona dose di capi sportivi e da cappotti e piumini XXL.
Il tutto risulta ancora più ironico se si pensa che, a malapena un anno fa, Demna aveva dichiarato di voler ritornare “alle origini di Balenciaga”, quindi a “fare capi di qualità e non immagini o scalpore”. Questo obiettivo è stato tradotto in modelli avvolti nello scotch, scarpe sempre più grandi e abiti fatti di zaini o lingerie, di nuovo.
Arrivati a questo punto, quindi, Balenciaga ha ancora qualcosa da dire? Se anche per le strade l’estetica resa mainstream da Demna è diventata ridondate e scontata, la sua visione è ancora interessante? Probabilmente no.
Quella che all’inizio ci era arrivata come una boccata d’aria fresca, una critica tagliente agli stereotipi del mondo borghese della moda, un mix di ispirazioni diverse e in linea con l’estetica delle nuove generazioni, oggi appare solamente come una caricatura e presa in giro di sé stessi. Tutto ad un tratto, ciò che viene preso in giro non sono più gli altri, ma loro stessi, e tutti i canoni che, da dieci anni a questa parte, ci vengono proposti e riproposti ogni stagione.