Il Vaticano torna per la terza volta nella storia alla Biennale Arte di Venezia e lo fa all’interno di un carcere femminile. Inoltre, per la prima volta in oltre 130 anni, anche Papa Francesco si recherà a Venezia, diventando il primo pontefice a visitare di persona una Biennale. La data prevista della visita è il 28 aprile.
Dal titolo “Con i miei occhi”, la partecipazione vaticana sarà dedicata ai mondi marginalizzati e al tema dei diritti umani, in continuità col tema generale dell’esposizione internazionale d’arte: Stranieri ovunque – Foreigners Everywhere. Il padiglione si troverà presso il carcere femminile dell’Isola della Giudecca, luogo del tutto eccezionale all’interno del quale i visitatori saranno guidati dalle detenute stesse del penitenziario.
L’intero progetto espositivo è curato da Chiara Parisi, direttrice del Centre Pompidou-Metz, e da Bruno Racine, direttore dello storico Palazzo Grassi, entrambi nominati dal Cardinale José Tolentino de Mendonça.
Oltre alla collaborazione del critico Hans Ulrich Obrist, saranno presenti le opere di 8 artisti internazionali di spicco, tra cui Bintou Dembélé, Simone Fattal, Claire Fontaine, Sonia Gomes, Claire Tabouret, Marco Perego & Zoe Saldana. Ci sarà anche Corita Kent, un’artista californiana scomparsa nel 1986 che si impegnò in un’intensa produzione di opere grafiche contro la guerra in Vietnam e serigrafie che mischiavano pop e spiritualità e che ebbe una grande influenza su artisti e grafici degli anni Cinquanta, e infine Maurizio Cattelan, uno tra gli artisti italiani più famosi al mondo, che 25 anni dopo la sua opera intitolata Mother esposta alla Biennale del 1999, ne realizzerà un’altra ispirata alla figura materna.
Quello vaticano si prospetta un progetto artistico di notevole portata. Del resto l’istituzione più antica del mondo occidentale ha da sempre finanziato il lavoro di artisti eccezionali, oggi considerati universalmente fuoriclasse della storia dell’arte. Dovremmo davvero stupirci di una proposta tanto considerevole?