Blanco è il nuovo volto di Vans

Ormai lo sappiamo, gli artisti musicali non sono coinvolti soltanto in attività che riguardano la musica, bensì anche in altri ambiti, tra questi la moda. Ed è così, quindi, che dopo Sanremo e l’annuncio della data a San Siro, Vans ha scelto Blanco come nuovo volto del marchio. Più precisamente, l’artista diventa ora Music Ambassador di Vans e andrà a far parte della campagna “This is Off The Wall”.

La scelta, se ci pensiamo, è particolarmente azzeccata. Nonostante ad oggi siamo abituati a vedere Blanco in vesti decisamente più eleganti, come è stato sul palco di Sanremo, le origini dell’artista sono molto più punk, in linea con l’estetica che Vans ha da sempre trasmesso. Non a caso le parole dell’artista ce lo confermano: anche lui ha avuto le Old Skool, quando ancora passava i pomeriggi in skate con il suo gruppo di amici. “Vans per me non è mai stato un marchio per fighetti”, ci dice, “e proprio per questo resta sempre stiloso”.

In occasione del legame tra i due, abbiamo fatto qualche domanda a Blanco.

Se c’è una cosa che accomuna tutti, indipendentemente dallo stile preferito o dalla musica che si ascolta, è che chiunque, prima o poi, ha avuto un paio di Vans. Quali sono state le tue? In che periodo? Raccontaci la loro storia.

Da ragazzo avevo il modello classico, le Old Skool. Era il periodo in cui ovviamente, come ogni adolescente, non avevo tanti soldi. Avevo 15 anni e ho tenuto lo stesso modello per due anni, le ho usate (e consumate) per fare qualsiasi cosa: correre, uscire la sera, andare in skate. 

Vans è stato, ed è tuttora, un simbolo per la comunità punk, ma anche per quella hip-hop underground, così come per quella pop. La verità è che ogni città/nazione/area geografica diversa associa Vans a un trend musicale differente. Tu, crescendo, a cosa hai associato Vans? Ora la associ alla stessa dinamica musicale?

Sia quando ero più giovane che oggi associo il brand e la sua estetica al punk: skate, creatività, stile alternativo, Vans per me non è mai stato un marchio per fighetti. E proprio per questo resta sempre stiloso.  

Ovviamente Vans ha da sempre un forte legame con lo skateboarding. Hai mai provato ad andarci? Ti sei mai appassionato a quel mondo? Anche solo nell’estetica, senza essere per forza uno skater.

Sì, andavo in skate, soprattutto da ragazzo. Ero attratto da quel mondo anche banalmente nel modo di vestirmi. Mi trovavo con un gruppo di amici nella mia zona e passavo interi pomeriggi sullo skate. 

Vans è anche il marchio dietro il Vans Warped Tour, la serie di concerti di più lunga continuazione nella storia che ha aiutato a cambiare il concetto dei festival. Conosci questa realtà? Ti ha mai ispirato nelle tue performance?

Mi incuriosisce molto, sarebbe stato fantastico avere avuto la possibilità di partecipare. 

Poche realtà hanno collaborato con musicisti quanto Vans: David Bowie, Led Zeppelin, A Tribe Called Quest, Metallica, Odd Future, Public Enemy, Iron Maiden, Beatles, Slayer e molti altri. Cosa vuol dire entrare in questo gruppo di artisti come partner del brand?

Per me è incredibile vedere il mio nome vicino a tutte a queste pietre leggendarie della musica, è semplicemente un’emozione enorme. 

Hai mai posseduto una di queste collaborazioni? Qual era la tua preferita?

Purtroppo no, quando ero più piccolo non avevo abbastanza soldi.

C’è un artista che attualmente o in passato è stato nel roster di Vans con cui ti piacerebbe lavorare su un pezzo? E uno invece con cui ti piacerebbe lavorare su una scarpa?

Senza grandi dubbi cito Anderson .Paak. Se invece si trattasse di una collabo non musicale ma più “artistica” sarebbe davvero figo collaborare con Sex Dreams.