10 brand emergenti da seguire

Nella moda non mancano certo i new talents desiderosi di salire alla ribalta con i loro brand, si tratti di prêt-à-porter, abbigliamento street, accessori e quant’altro. Abbiamo perciò deciso di passare in rassegna dieci nuovi talenti, cinque italiani e altrettanti internazionali.


BRAND ITALIANI


VITELLI

Vitelli nasce nel 2016 dalla volontà dei fondatori, Mauro Simionato e Giulia Bortoli, di rendere il knitwear un perno del guardaroba maschile e femminile. La qualità è irreprensibile, l’immaginario guarda alle sottoculture musicali europee degli anni ’80, in particolare alla Cosmic Culture diffusa nel decennio dalle discoteche nostrane (ogni nuova collezione, in effetti, è un’iterazione del progetto “Gioventù Cosmica”). Le maglie, dal fit rilassato, presentano trame multicolori e texture materiche, e sono il più delle volte sostenibili: la tecnica di agugliatura “Doomboh” consente infatti di ottenere un filato ad hoc dai tessuti di recupero.

FEDERICO CINA

Dopo gli studi al Polimoda e un’esperienza al Bunka Fashion College, Federico Cina lancia la griffe eponima nel 2019, aggiudicandosi anche il premio Who is on Next? Il menswear dello stilista, rigoroso nelle costruzioni eppure nell’insieme delicato e romantico, è visceralmente legato alle tradizioni della sua Romagna, com’è evidente dall’utilizzo ricorrente della stampa detta, appunto, romagnola, il cui intreccio di piante e simboli della vita contadina si allunga sulle superfici di capi quali suit, camicie e pantaloni sartoriali. 

ÀLEA

Il marchio di streetwear Àlea debutta lo scorso gennaio a Parigi con i suoi «rebel with consciousness», che indossano hoodie, t-shirt, pantaloni cargo e altri must dello stile urban, dai volumi retrò, lineari e confortevoli, arricchiti da grafismi digitali e righe dai colori bold. La produzione, rigorosamente italiana, non trascura l’aspetto green, privilegiando cotoni organici e materiali ricavati da deadstock. 

REAMEREI

Il brand viene fondato nel 2018 da tre designer – Marzia Geusa, Davide Melis, Enrico Micheletto – che condividono il percorso accademico alla Naba e una visione affabulatoria, sperimentale, che si riflette in abiti dalle forme esasperate, caratterizzati da spalle monumentali, stampe colorful, tessuti cosparsi di rigonfiamenti e increspature. Gli accessori, tra headband con spuntoni e maxi spille all’uncinetto, non sono da meno, completando look per certi versi surreali, che evitano il più possibile le categorizzazioni, a cominciare da quelle di genere. 

CABINET

Creato a Milano due anni fa da Rossana Passalacqua e Francesco Valtolina, Cabinet traspone nell’abbigliamento unisex la filosofia minimalista del “less is more”: evitando stagionalità e bulimia produttiva, tipiche del mondo fashion, si punta su capi e accessori timeless come trench, cappotti, shirt e completi. Ogni capsule collection si concentra su una sola tonalità, identificata dal corrispettivo codice Pantone, ad esempio 445 C o 461 (rispettivamente grigio scuro e crema), così da poter comporre gradualmente un guardaroba essenziale e ragionato.


BRAND INTERNAZIONALI


ALAN CROCETTI

Formatosi alla prestigiosa Central Saint Martins, il brasiliano Alan Crocetti ha fondato la propria label con l’intento di stravolgere la nozione stessa di gioielleria e sfumare ogni distinzione di sorta, innanzitutto quella tra maschile e femminile. Considera le sue creazioni «un’estensione del corpo», che uniscono linee anatomiche e influenze artistiche, in primis architettoniche. I suoi gioielli più audaci, a cominciare dal “cerotto” per il naso in oro o argento , gli sono valsi gli apprezzamenti di star del livello di Rita Ora, Dua Lipa e Mahmood

EXPERT HORROR

Creato nel 2016 da un collettivo di designer londinesi, Expert Horror si concentra sugli item basilari dello streetwear, vale a dire tee e felpe, ornate da loghi e scritte che attingono a piene mani dall’immaginario del cinema, della pubblicità e della grafica in generale. La distribuzione è limitata a una manciata di store di culto, tra i quali Dover Street Market, Machine-A, HBX e Superconscious

DELADA

Delada rispecchia l’identità in qualche modo sdoppiata della stilista Lada Komarova, cresciuta in Russia ma londinese d’adozione; i ricordi delle uniformi e dei vestiti tradizionali della vecchia Unione Sovietica si combinano perciò con i codici del tailoring maschile, dando vita a camicie con pannelli a contrasto, suit scivolati e giacche boxy. Sono diverse le possibilità di personalizzazione grazie alla presenza di dettagli come bottoni e zip che profilano i capi, strati aggiuntivi, polsini o maniche removibili. 

ARNAR MÁR JÓNSSON

Dopo un master al Royal College of Art, nel 2017 il designer omonimo si unisce al compagno di corso Luke Stevens e insieme, prendendo spunto dalle condizioni climatiche estreme dell’Islanda, si focalizzano sull’outerwear, riducendo al massimo la palette cromatica (bianco, nero, qualche sfumatura neutra) e la varietà delle proposte, che consistono fondamentalmente in giacche a vento, fleece jacket, top e pantaloni tecnici. Un’attenzione meticolosa è invece riservata alla funzionalità degli indumenti, assicurata da dettagli quali chiusure con velcro, cordini elastici, membrane interne, tessuti performanti e così via.

LIBERAL YOUTH MINISTRY

Già nell’orbita del Dover Street Market di Rei Kawakubo, che tra l’altro ne distribuisce le collezioni nelle varie boutique del gruppo, l’estetica della label messicana Liberal Youth Ministry si presenta come un singolare mash-up di forme oversize, elementi vintage, cultura pop americana, scoloriture e abrasioni a gogò. Il direttore creativo Antonio Zaragoza punta su t-shirt stampate, giacche tie dye, denim baggy, felpe sovradimensionate e altri capi dello stesso tenore.