“Bromance” di Mecna e CoCo è figlio di un DM

Poco più di un anno fa, a distanza ravvicinatissima dall’annuncio di “17” di Jake La Furia & Emis Killa, riaprivamo l’album dei ricordi per ripercorrere la storia illustre dei joint album nel rap italiano. Se il disco dei due rapper meneghini ne è l’esempio più recente, forse il più eclatante rimane “Santeria“ di Marracash e Gue Pequeno, ancora oggi un must nel catalogo di ogni appassionato di rap, i cui continui accenni ad un possibile sequel fanno sognare ogni ascoltatore. Non mancano altri esempi illustri – il progetto “Rapstar“ di Fabri Fibra e Clementino o “El Micro De Oro“ di Primo e Tormento, giusto per citarne due -, a cui presto si affiancherà una new entry, giunta con un annuncio a sorpresa, ma tutt’altro che inaspettata: “Bromance” di Mecna e CoCo.

Sono passate solo tre settimane dall’uscita di “Intro”, il brano con cui i due hanno annunciato il loro joint album. Proprio a proposito della traccia che apre la tracklist, CoCo racconta che «è stato uno dei primi pezzi che abbiamo fatto, quest’idea di impostarla come una conversazione è nata per caso. Tutte le frasi che abbiamo messo all’interno sono davvero parole nostre, messaggi che ci siamo mandati su WhatsApp”. Il periodo infatti è quello successivo a “Se mi perdo altrove“, collaborazione tra i due ed Ernia contenuta in “Acquario” di CoCo: «lui proprio in quel periodo mi scriveva “non ci perdiamo”, mentre io in quel periodo stavo lavorando a “Neverland” e sapevo che mi sarebbe stato difficile scrivere, era più un problema di tempi», aggiunge Mecna. Per fortuna, però, sono riusciti a incastrarsi tra i rispettivi impegni, anche se entrambi hanno avuto qualche momento titubante: «ci sono stati dei momenti in cui ho pensato “Cazzo, sto spingendo più io”», spiega Mecna, «e degli altri in cui io avevo paura che tu avessi cambiato idea (ride, ndr)», aggiunge invece CoCo. Scampato pericolo, per fortuna.

E perché proprio “Bromance”? «Più per l’associazione di “bro” a “romance” che per la parola “bromance” in sé, ci piaceva l’unione delle due cose», spiega Mecna. Con un titolo così, però, è difficile non pensare proprio ad alcune delle bromance più famose di sempre, come quella – uscita dal piccolo schermo e proseguita nella vita reale – tra Zach Braff e Donald Faison, JD e Turk di Scrubs. Il titolo, però, è arrivato dopo. «All’inizio pensammo anche a Corrado», racconta CoCo, «quando l’abbiamo annunciato, molte gente nei commenti scriveva che avremmo dovuto chiamarlo così, ma ecco, un attimo dai (ride, ndr)», precisa Mecna. Anche perché il tormentone sull’omonimia era già stato protagonista di “Equilibrio“, collaborazione tra i due contenuta in “Pezzi” di Night Skinny.

Prima di arrivare al joint album, però, i due sono accomunati da un lungo periodo di stima reciproca, che in realtà nasce sin dai primi ascolti dei rispettivi progetti. «Il primo pezzo che ho ascoltato era “Non dovrei essere qui“, quando l’ho sentita ho detto “questo è un pezzo che avrei voluto scrivere io, perché non è successo?”» racconta CoCo, parlando di uno dei brani più apprezzati di “Laska”. «Ora conoscendolo capisco perché (ride, ndr)», ribatte Mecna piuttosto divertito, per poi spiegare che «lo conoscevo già, avevo sentito i primi banger con Luchè, ma quando ho ascoltato “La vita giusta per me“ gli ho mandato un messaggio, che poi è stato il primo momento in cui ci siamo avvicinati, perché quel disco mi aveva fatto entrare nel suo mondo». “Bromance”, quindi, è figlio di un DM: «gli ho scritto un messaggio super easy, ma il senso era che mi rivedevo molto nella sua roba e che avremmo dovuto beccarci». A few years later…

Mecna_CoCo_Outpump
Photo: Pietro Cocco

«È stato super easy lavorarci» racconta CoCo, «non ci siamo mai dovuti chiedere nulla. Per assurdo, io so già cos’è che piace a me e che potrebbe piacere anche a lui, anche perché io da subito sono stato fan della sua musica, del suo modo di comunicare». Un’intesa ribadita lungo l’intero disco, che li vede perfettamente in sintonia, allineati, bilanciati. È un disco di coppia per antonomasia, non c’è neppure un frangente in cui uno dei due sovrasta l’altro. Per i fan più accaniti dei due non sarà affatto una novità, viste e considerate le similitudini che legano i loro percorsi.

Partiti con brani puramente rap, entrambi non hanno smesso neppure per un secondo di evolversi, rinnovarsi, cambiare pelle stilisticamente, sonoramente, liricamente. Allontanandosi, forse così, dalla definizione di rapper. «Non è che ci stia stretta, però ecco, non è esattamente centrata e precisa come definizione, ma da un punto di vista effettivo», risponde CoCo, a cui fa eco Mecna precisando che «il rap c’è sempre, quindi è ovvio che siamo dei rapper». Anche CoCo ci tiene a specificare che «so che il mio modo di scrivere qualsiasi pezzo, anche se non rap, in realtà viene da quel mondo, da quel tipo di comunicazione, da quel linguaggio». Il rap, quindi, c’è e ci sarà sempre, anche se oggi non è più quello di “Sul serio“ o “So Frisc (Gucci Prada e Fendi)“.

La sintonia tra i due, però, non si limita all’affinità musicale o a quella di percorso. Come quando, in “Vita normale”, riflettono su ciò che comporti la vita da artista. Quando gli si chiede se hanno mai pensato che non fosse «la vita giusta per loro» (semicit.), entrambi sono d’accordo. «Forse io l’ho pensato, e lo penso tutt’ora, sulla mia difficoltà nel fare determinate cose che sembrano obbligatorie per chi vuole fare musica», risponde CoCo, a cui Mecna fa eco aggiungendo che «è questo forse il limite più grande, se fossimo diversi forse ci saremmo aperti delle porte leggermente più grandi, poi per fortuna ho incontrato lui». «E finalmente possiamo piangerci addosso insieme», chiosa CoCo mentre entrambi scoppiano a ridere.

Ma a cosa si riferiscono, quando parlano di queste determinate cose? Ai social, per esempio. «Fino a tre quattro anni fa mi piacevano molto, li vivevo con più spensieratezza, condividevo il mio mondo. Ora non benissimo, faccio proprio difficoltà ad esprimermi sui social», dice CoCo, e Mecna è sulla stessa lunghezza d’onda, «non riesco e non voglio usarli per condividere la mia vita privata. Che poi mi rendo conto di fare una vita talmente normale che non ha senso condividerla: sto spesso a casa, o becco amici per una birra, ma tirare fuori il telefono per fare una storia non è la prima cosa che mi viene in mente di fare». Lontani dalle telecamere, restii a mostrarsi troppo sui social, con un atteggiamento lontanissimo da quello che ci si aspetterebbe dalle star di oggi. Rapper atipici, ma non dal punto di vista del talento. Per fortuna.

Mecna_CoCo_Outpump
Photo: Pietro Cocco

Tra una risata e l’altra, si finisce per parlare di longsleeve, ossessione di entrambi, al punto da sceglierlo come titolo di un brano. «Meglio Palace», concordano entrambi, quando gli viene chiesto di individuare la longsleeve migliore tra quest’ultima e Supreme. O di come Chicago sia la città americana in cui CoCo vorrebbe vivere, «per il blues, non per la drill, i mitra e Chief Keef», spiega sorridendo. «Se prendi casa lì, vengo subito a trovarti», aggiunge Mecna.

Quando gli viene chiesto quale brano pensano sia l’ideale da dedicare alla propria crush – escludendo, per ovvi motivi, il singolo “La più bella” -, entrambi indicano proprio “Chicago”. Non dev’essere un caso che, proprio in quella città, Kanye abbia dato vita a “808s & Heartbreak”; per chi scrive d’amore, dev’esserci un’aria speciale nella Windy City.

“Bromance” si chiude con “Alla Fine”, spunto perfetto per chiudere la chiacchierata. Nel ritornello, le due voci si uniscono per chiedersi cosa ci sia alla fine, cosa c’è dopo la fine. È successo anche a loro di immaginare la fine, ossia il momento in cui mettere un punto ai rispettivi percorsi musicali? «No, non credo, penso che in un modo o nell’altro io vorrei continuare ad avere questa passione e farne derivare un lavoro» risponde Mecna, dopo averci riflettuto per un attimo. CoCo si limita ad annuire, è completamente d’accordo con l’amico e collega. «Se invece mi stai chiedendo se a quaranta o cinquant’anni mi vedo a fare rap, ti direi di no, ma mai dire mai», aggiunge poi ridendo l’artista pugliese, e anche questa volta CoCo fa cenno di sì con la testa, ridendo anche lui. Non ci resta che aspettare per scoprirlo, nel frattempo c’è “Bromance”. Per goderci il meglio di entrambi i Corrado.