Il gioco delle sedie che nel corso dell’ultimo anno ha dilagato tra gli uffici stile di molte maison appartenenti all’industria della moda è sfociato in una stagione ricchissima di debutti.
Numerosi sono stati infatti i brand che hanno dovuto salutare i propri direttori creativi per accoglierne di nuovi e alcuni di questi hanno presentato la loro visione in occasione della Paris Fashion Week dedicata alle collezioni per l’autunno/inverno 2025.
Tra questi Julian Klausner, Haider Ackermann e Sarah Burton, che hanno rispettivamente preso il timone di Dries Van Noten, TOM FORD e Givenchy proponendo un’interpretazione fresca e rispettosa di ciascuno dei marchi.
Vediamo dunque nel dettaglio le loro sfilate, che la critica e i social hanno già accolto in maniera alquanto positiva.
Dries Van Noten



Dopo un lungo percorso di gavetta, Julian Klausner prende le redini di Dries Van Noten presentando la sua prima collezione all’interno dell’Opéra di Parigi.
Con il suo debutto da direttore creativo, il designer dimostra quindi la sua profonda conoscenza del marchio sia dal punto di vista etico che estetico dipingendo un ponte idilliaco tra passato e presente.
Gli elementi chiave che hanno reso celebre il brand appartenente al gruppo Puig sono infatti presenti ovunque, dall’enfasi sulle stampe al senso del colore, passando per le sorprendenti abilità sartoriali. Il lavoro dello stilista è perciò interpretabile come un sublime omaggio alla tradizione del marchio belga che però non rinuncia a uno slancio contemporaneo. Misteriosi e sofisticati, i look sono dunque caratterizzati da cappotti in lana con cuciture a vista, blazer minimalisti, abiti drappeggiati e maglioni che creano delle forme drammatiche e allo stesso tempo poetiche.
TOM FORD



Va in scena al Pavillon Vendôme di Parigi il debutto di Haider Ackermann alla guida di TOM FORD, considerato da appassionati di moda e addetti al settore come l’evento più atteso dell’intera fashion week.
Le grandi aspettative sono state dunque ampiamente ricompensate, con una spettacolare sfilata che trasmette sicurezza e buon auspicio per il brand. Il designer interpreta infatti a modo suo l’idea di sensualità che ha consacrato lo stilista texano, mescolando sapientemente erotismo e freddezza. Il suo lavoro è deciso, diretto ed efficace. I riferimenti d’archivio ci sono e vengono apprezzati, ma il suo approccio è decisamente proiettato verso un nuovo capitolo.
Total look di pelle, maschile e femminile che si contaminano, gonne e pantaloni cut out a vita bassa, abiti sartoriali affilati, gioielli in bella mostra. È una chiara dichiarazione d’intenti.
Non a caso il défilé si chiude con una meritatissima standing ovation.
Givenchy



Givenchy trova finalmente la sua strada. Con Sarah Burton alla direzione creativa, la storica maison risplende infatti come non succedeva ormai da (troppo) tempo.
“Per guardare avanti, bisogna tornare alle origini”, afferma la stilista. Origini che risiedono nell’atelier, anima e cuore del brand francese dove la moda diventa magia.
Costruzione dei modelli, artigianalità, modellare, scolpire, trovare l’equilibrio delle proporzioni. È questo il modus operandi della designer inglese per la collezione F/W ’25, che rievoca l’Hubert de Givenchy couturier attraverso un dialogo tra precisione sartoriale e libertà di sperimentazione.
In passerella, le tecniche maschili si fondono perciò con i volumi femminili, creando contrasti inaspettati che sprigionano intelligenza, forza e sensualità. Caratteristiche, queste, di una donna contemporanea che esibisce silhouette scolpite con spalle strutturate e vita a clessidra, giacche e cappotti dal taglio netto, abiti dalla schiena nuda e gonne drappeggiate.