Abbiamo parlato con uno dei buyer di Folli Follie per scoprire i trend Autunno/Inverno 2020

In questo periodo le capitali del fashion business sono state pervase da centinaia di eventi tramite i quali abbiamo potuto ammirare le collezioni che i brand più prestigiosi hanno proposto per la stagione Autunno/Inverno 2020.

Per fare un po’ il punto della situazione sulle principali tendenze che sono emerse dalle passerelle, abbiamo deciso di confrontarci con uno dei buyer di Folli Follie, gruppo che vanta diverse boutique nel nostro Paese, da Mantova a Verona, fino a Riccione, oltre ai punti vendita ONE-OFF di Brescia e FR Boutique di Bologna, nati dalle rispettive collaborazioni con G&B e Ratti; inoltre, agli store fisici si aggiunge l’affermato portale e-commerce TheDoubleF.

All’interno di una struttura così grande il ruolo del buyer è determinante: per chi non lo sapesse, egli rappresenta una delle figure più importanti all’interno del mondo della moda, poiché si occupa di selezionare con un anno di anticipo i brand e gli articoli di una collezione che un determinato negozio andrà a vendere.

Abbiamo parlato con Andrea Galbiati, Senior Menswear Buyer del gruppo Folli Follie, appunto. Ecco cosa ci ha detto.

Quali sono gli elementi che consideri durante la scelta dei prodotti? Cosa ti spinge a selezionare un brand o un prodotto per la boutique fisica anziché per l’e-commerce, o viceversa?

“Nella fase di scelta di un determinato prodotto o brand cerco di interpretare il focus di ogni collezione declinandolo tra necessità territoriali ed esigenze commerciali. Mi soffermo sul primo punto. Ciascuno dei nostri negozi si trova in città importanti, alcune più turistiche, altre più giovani, altre ancora più internazionali, come per esempio Verona, nella quale esiste una parte di clientela consolidata che da anni si affida a noi e una parte di pubblico “straniero” (attirato da arte, cultura, fiere e varie opportunità che questa città offre) interessato al luxury. Cerchiamo di accontentare sia i fashion addicted con dei pezzi forti, che la gente che acquista per semplice esigenza o perché alla ricerca di prodotti più commerciali.

La seconda componente fondamentale, soprattutto in questa stagione, è quella di ricercare marchi originali che abbiano una storia e un DNA ben radicato o, per quanto riguarda nuovi talenti, cerchiamo di individuare chiaro focus di cliente a cui si rivolge una collezione/prodotto e coerenza con il nostro mix brand. 

Per l’e-commerce inoltre cerchiamo di scegliere i look più iconici delle sfilate e/o i capi che meglio rappresentino la visione del designer.”

Quali sono le maggiori tendenze avvistate durante le sfilate Autunno/Inverno 2020 di gennaio e che saranno protagoniste del prossimo inverno?

“Da quello che ho visto sulle passerelle delle fashion week di Milano e Parigi, c’è un ritorno al “classico”, il mondo fashion si sta lentamente rinnovando con una forte influenza che proviene dal mondo “sartoriale”. Per spiegarmi meglio: è in atto una contaminazione moderna di giacche e cappotti con maglie, jeans, felpe e sneakers.

La dinamicità sarà la vera protagonista del 2020: i capi canonici della sartoria adotteranno nuove forme, più morbide e originali, anche conseguenza di un raffinamento dello streetwear che negli ultimi mesi sta virando in un’altra direzione. 

Avremo sicuramente una “pulizia” da grafiche ed eccessi di “logo-mania”.

Esempio di questa tendenza è la collaborazione tra Ermenegildo Zegna e Fear of God. Fino a poco tempo fa sarebbe stato impensabile accostare questi due nomi, ma non dimentichiamoci che Jerry Lorenzo da sempre indossa felpe abbinate a cappotti oversize. Questa collab sarà il risultato dell’incontro tra i due mondi, da un lato il sartoriale, dall’altro lo street nella sua forma più moderna.”

Per quanto riguarda i colori predominanti della stagione Autunno/Inverno 2020, su quali dovremo orientarci?

“Dopo la costante presenza del nero, dovuta anche alla predominanza dello streetwear, ho visto più blu e accostamenti cromatici in opposizione al black & white. Tante varianti di verde: dall’ottanio a sfumature più scure, ma anche tinte che richiamano i colori della terra, come il militare, il cammello e il marrone. Infine, emergono alcune cromie più brillanti, come il rosso e il giallo, molto impattanti nella vetrina di un e-commerce.”

Rispetto alle scelte dell’inverno scorso, cos’è cambiato?

“Senza dubbio c’è stato un riequilibrio dello streetwear.

Già nelle collezioni della scorsa stagione era evidente come il sartoriale e un look più “clean” stesse ritornando a discapito dello street. Durante le ultime sfilate, è stato un vero e proprio tripudio della giacca, dell’abito e del cappotto. Tutti hanno presentato la loro reinterpretazione del sartoriale con volumi nuovi, anche i brand più street, lo stesso Virgil Abloh con la sua forte dichiarazione e nel suo show di gennaio a Parigi.”

Quali brand hanno rapito di più la tua attenzione? Su quali hai puntato per TheDoubleF, su quali per le boutique fisiche?

“Posso parlare per me stesso, ma comunque ci tengo a ricordare che faccio parte di un team buying composto da diverse persone. Il mio ruolo richiede il confronto con i colleghi, dialogando con loro riesco ad avere più punti di vista sulla stessa collezione e magari individuare aspetti o sfumature che altrimenti mi sarebbero sfuggiti.

Detto questo, stiamo reinserendo nei nostri cataloghi dei brand original come Barbour, Carhartt e C.P. Company che, se fino a ieri avevano una collocazione differente, negli ultimi anni stanno emergendo fra i nomi con più hype grazie a collaborazioni con designer di rilievo. Diversi prodotti dei marchi che ho appena citato, da sempre legati allo sportswear, oggi si ritrovano quindi negli outfit dei più attenti alla moda. 

La moda è fatta di contaminazioni e in questo momento bisogna avere una visione a 360°.

Stiamo rafforzando partnership anche con brand più importanti come Gucci, Off-White, Prada, Stone Island e Bottega Veneta.

Inoltre, abbiamo lavorato sulla ricerca di total look o singoli pezzi che rispecchiassero le tendenze del momento. Quest’anno ci siamo orientati sul comprare un determinato prodotto al di là del brand, considerando le forme piuttosto che il logo e tenendo conto anche del posizionamento commerciale. Soprattutto nelle boutique fisiche, è fondamentale avere degli articoli che siano di qualità tangibile e che abbiano il giusto prezzo. Bisogna offrire ai clienti la possibilità di mixare capi importanti con il resto del look più accessibile.”

Una componente fondamentale che è emersa dalle passerelle è l’importanza della sostenibilità. Nel momento in cui l’utente medio desidera acquistare un capo, quanto è incentivato dal fatto che sia ecosostenibile?

“Oggi la sostenibilità è un tema caldo che sta toccando molti settori, inevitabilmente anche quello della moda, uno tra i più importanti al mondo in termini di fatturato e visibilità.

Sicuramente le aziende si stanno muovendo in questa direzione, per essere al passo con le tempistiche dettate sia dal marketing che dalla richiesta dei clienti.

Che sia con una fiera, con un item, con una capsule o con tutto il circolo produttivo, tutti i brand stanno avendo un occhio di riguardo per la sostenibilità. 

Devo ammettere però che questo aspetto non rientra ancora tra le priorità del cliente, ma non vi nego che sicuramente, con il passar del tempo, lo diventerà. Oggi la moda è ancora molto attenta ai trend e al gusto, fattori che incidono maggiormente rispetto alla sostenibilità, ma sono sicuro che nei prossimi anni il mercato cambierà e noi saremo pronti a rispondere attraverso i nostri canali.”