Siamo arrivati al secondo disco, quattro anni dopo quel secondo allenamento che ha fatto esplodere le visualizzazioni di Capo Plaza. E ad oggi, il rapper, si sta ancora allenando.
L’ultimo singolo solista Plaza lo ha pubblicato un anno e qualche mese fa. Il rapper aveva chiuso il 2019 con “Ho Fatto Strada” ed era poi sparito da qualsiasi piattaforma social per ripresentarsi solo nei progetti dei colleghi. Poi gli spoiler, l’annuncio del disco e il ritorno proprio con “Allenamento #4”, brano scelto per ricominciare il ciclo e tenere alto il valore del disco che andremo a sentire.
Un allenamento continuo, incessante, mai da solo ma sempre con la squadra. È incredibile quanto, certe volte, la schiettezza possa andare a colpire dritto al cuore degli ascoltatori. Gli “Allenamento” di Capo Plaza ci hanno sempre dimostrato che è inutile stare al tavolo a fare i conti, quando ce l’hai dentro si vede e si sente, forte e chiaro. Non a caso il secondo capitolo è stato scritto in un’ora e mezza, il giorno prima di buttarlo fuori. Ma perché sono stati proprio loro a colpire nel centro?
Corro, corro da ‘sti infami veloce / Sa-Salerno è la zona, non alzare la voce, ya ya
Capo Plaza in “Allenamento #1”
Capo Plaza ha sempre parlato con le strofe, ora come allora il telefono, i social, tutto era completamente nero. Quando è uscito il primo “Allenamento” nel 2017 ci siamo trovati davanti un ragazzino sfacciato, neanche 18enne, che parlava della merce, degli infami e dei ragazzi pazzi. Il beat, già al tempo firmato da AVA e Mojobeat, ci accompagnava all’inizio di un viaggio per le strade notturne di quella Salerno che nei pezzi avremmo ritrovato continuamente. “Plaza Plaza Plaza lo sapranno tutti”, ma ancora era troppo presto, in pochi avevano capito la forza del carattere di colui che si era schierato a centro campo con tutta la sua squadra. Il dubbio è svanito con l’arrivo di “Allenamento #2”.
Questo qui è solo un assaggio, c’ho poteri nuovi / Il mio amico dice “Calma che mo’ li divori”
Capo Plaza in “Allenamento #2”
Plaza, prima di allora, si era già portato a casa diversi traguardi personali. Il primo singolo pubblicato, “Sto Giù”, risale nientemeno che al 2013, quando il rapper aveva appena 15 anni e, nel giro di un anno, in tempi non sospetti, aveva già raggiunto Milano per portarsi a casa la collaborazione con Sfera Ebbasta in “Tutti I Giorni”, probabilmente una delle sue prime. Due anni dopo, nel 2016, fu il momento del primo mixtape a quattro mani con Peppe Socks, “Sulamente Nuje”.
Quando l’onda della trap stava travolgendo l’Italia, Plaza stava correndo forte, ma sarebbe stato il 2017 l’anno che gli avrebbe fatto puntare gli occhi addosso. L’anno degli allenamenti. L’uscita progressiva di quei singoli ha raccontato in tempo reale la rapida crescita degli ascolti e il differente approccio dell’artista alla musica, al lavoro, ai soldi, agli amici.
Molte barre tra l’uno e l’altro si intrecciano, quasi a volersi rispondere. “Leva l’autotune bro”, del primo allenamento diventa “mettimi l’autotune” nel secondo, “Plaza, Plaza, Plaza, lo sapranno tutti” diventa una certezza nel terzo con “Plaza, Plaza, Plaza dicono tutti quanti”. La trappola è ora un videogioco a cui il rapper sta giocando; i primi 10.000 iniziano ad entrare in tasca. Ciò che resta uguale è la famiglia, l’attitudine e la cruda realtà in cui Plaza è sbocciato.
Sono il mostro nella city come Godzilla / In questa fottuta giungla siamo gorilla
Capo Plaza in “Allenamento #3”
Il titolo di Godzilla datosi in chiusura è più che mai poetico.
Protagonista di una serie di film giapponesi, Godzilla è un mostro preistorico risvegliato dalle radiazioni nucleari, che lo nutrono e alimentano incessantemente la sua ira. Come lui, Plaza si nutre di vita vera, cruda, che gli permette di mettere su carta le esperienze che molti, forse, soltanto osservano o sentono raccontare.
Il Capo Plaza che in “Allenamento #3” descriveva Salerno con “questa città che è piena d’odio, non mi dà un cazzo” è lo stesso che in “20” piangeva dalla rabbia mentre pronunciava “Salerno è tutto”. Ma gli allenamenti non sono luoghi in cui versare lacrime, sono esercizi di stile, auto celebrazione, la mano messa avanti per far capire che qualcosa di grosso sta arrivando.
Oggi siamo arrivati al quarto capitolo e Plaza si sente ancora sul palazzo più alto alla King Kong. Il giovane fuoriclasse è cresciuto davvero e i quattro anni di stacco si sentono: adesso i riferimenti ai guai sono messi al passato.
La forza, ancora una volta, sta nello scegliere una traccia per parlare, scrivere su un beat quello che gli altri scrivono nelle Instagram stories. Gli allenamenti sono stati ciò che hanno permesso a Plaza di tenere il suo atteggiamento elusivo pur mantenendo accesa la comunicazione con i suoi fan. Viene da sé che, dopo un anno di assenza, Capo Plaza aveva bisogno di una nuova preparazione prima di entrare in campo.
Un vero boss no, non parla / Fa tutto in silenzio, non segue la massa
Capo Plaza in “Allenamento #4”
Ed ora firmo due milioni e mezzo / Mi cambia la vita, a te cambia la faccia