A Pitti Uomo SS26, Champion torna nella Sala delle Grotte di Firenze con l’installazione “The Path of a Champion”, un’esposizione che non è soltanto una vetrina di prodotto, ma una dichiarazione d’intenti. Il brand americano, dal 1919 icona globale dello sportswear, presenta una collezione che fonde memoria e innovazione, storia e sperimentazione, in un equilibrio che riflette la visione del suo direttore creativo per l’Europa, Maurizio Donadi.
«C’è una grande confusione su cosa renda un brand vincente. Champion ha la fortuna di avere una base solida: un equilibrio naturale tra sport e lifestyle, da cui tutto il resto si sviluppa — dal prodotto alla comunicazione»
Maurizio Donadi

Donadi è la mente dietro progetti come Transnomadica e porta ora a Champion una filosofia di responsabilità e valorizzazione di ciò che esiste già. “Transnomadica non è un brand, ma un archivio personale di capi vintage restaurati, trasformati e curati come opere d’arte”, ci spiega. È da questo approccio non convenzionale che nasce una riflessione profonda: è possibile creare valore senza produrre necessariamente nuovi capi.
Nell’ottica per cui il passato ispira il futuro — dinamica vera e attuale come mai prima d’ora — il pensiero di Donadi ha preso forma anche all’interno del sistema produttivo di Champion, attraverso capsule realizzate con tessuti riciclati e biodegradabili, nonché progetti di recupero di capi usati.
«L’esposizione dei capi Champion a Pitti Uomo avrà come focus il dialogo tra tradizione e modernità, esplorando come l’estetica ‘retrò moderna’ e quella sportiva plasmeranno la direzione futura del marchio».
Maurizio Donadi



Per Champion studiare l’heritage non è un’operazione nostalgia; “Il DNA di Champion non impone scelte estetiche conservatrici, ma alimenta la ricerca di nuove vestibilità, materiali tecnici e un dialogo costante tra sport e lifestyle”, spiega Donadi. Si tratta spesso di un lavoro di sottrazione e reinvenzione, a partire da un archivio enorme di circa 15.000 capi vintage. “I dettagli dell’abbigliamento d’epoca sono difficilmente replicabili, ma diventano strumenti di studio per sviluppare nuove idee e contenuti stagionali” continua Donadi, che insieme al team comprende perfettamente il patrimonio stilistico di un archivio come il loro.

