Che brand indossano i migliori tennisti del mondo?

Con l’inizio della partnership tra Fabio Fognini e Giorgio Armani nel 2019, e ancor di più con il recente debutto nel mondo del tennis di Hugo Boss al fianco di Matteo Berrettini, altri due celebri fashion brand hanno trovato spazio all’interno del circuito maschile realizzando i completi da gioco. Fognini è diventato testimonial della linea sportiva EA7, che adesso viene indossata anche da Cristian Garín e Nikoloz Basilashvili; Berrettini invece è il primo e unico global ambassador del marchio di moda tedesco, che ha scelto di puntare sulle doti dell’ex numero uno azzurro pensando anche a collezioni dedicate, una delle quali (BOSS x Matteo Berrettini) è stata recentemente presentata.

Hugo Boss non si occupa però delle scarpe di Berrettini, che ha da poco stipulato un nuovo contratto con Asics. Avere due o più sponsor differenti non è un caso, bensì una consuetudine che riguarda tanti altri protagonisti: un esempio su tutti è quello di Novak Djokovic, anche lui legato ad Asics per le calzature ma contemporaneamente a Lacoste per l’abbigliamento e a Head per le racchette.

Nell’élite del tennis mondiale non è così insolito che alcuni brand di moda vestano tennisti famosi, anzi. Ma a differenza di quanto successo con Hugo Boss, in molti casi accade attraverso un processo opposto: Lacoste, ad esempio, che è sponsor ufficiale degli ultimi due numeri uno al mondo, Novak Djokovic e Daniil Medvedev, nasce proprio come marchio sportivo (nel 1933 per iniziativa del famoso tennista francese René Lacoste) e solo in un secondo momento diventa un marchio di abbigliamento vero e proprio, acquistando una dimensione più universale per come lo conosciamo adesso. Due casi simili sono quelli di Fred Perry e Sergio Tacchini, entrambi fondati dagli omonimi ex tennisti e solo successivamente divenuti trendy al di fuori dalla sfera sportiva: dopo aver vestito tantissimi campioni (solo per citarne due recenti, come Andy Murray e Novak Djokovic) sono ormai usciti di scena, anche se non è detto che non ritorneranno in futuro.

Pur rimanendo in auge per tanti anni, alcuni celebri marchi del passato sono inevitabilmente scomparsi lasciando spazio ad altri in rampa di lancio. Analizzando gli outfit dei migliori cinquanta tennisti del mondo secondo l’ultima classifica ATP, il numero dei diversi supplier presenti è davvero enorme e vede la supremazia di Nike che primeggia nettamente con 12 atleti sponsorizzati. Tra questi ci sono i tre tennisti che probabilmente brilleranno di più in futuro (Carlos Alcaraz, Jannik Sinner e Holger Rune), ma anche il più vincente di tutti i tempi, quantomeno considerando i titoli del Grande Slam vinti, Rafael Nadal. Lo spagnolo – uno dei pochi atleti per cui Nike ha concesso una linea personale e il cui logo figura su tutti gli indumenti e sulle scarpe, anche in partita – è l’ultimo di una lunga dinastia di stelle che nel corso degli anni sono state legate al brand statunitense, dal precursore Ilie Năstase nel lontano 1972 passando per John McEnroe, Andre Agassi, Pete Sampras e Roger Federer.

Oltre ai marchi sportivi più rinomati (Nike e adidas su tutti) e a quelli più specifici considerando la disciplina (Yonex, Asics, Lotto, Head), non deve sorprendere se alcuni tennisti molto in alto in classifica indossano brand più o meno sconosciuti anche agli intenditori di questo sport: l’inglese Cameron Norrie, ad esempio, presente alle scorse ATP Finals, recentemente entrato anche nella Top 10 e semifinalista al torneo di Wimbledon 2022, è l’atleta di punta di K-Swiss, azienda californiana specializzata in abbigliamento sportivo e soprattutto footwear. Molto spesso i brand scelgono tennisti locali come testimonial, puntando sulla territorialità: lo spagnolo Joma veste i connazionali Pablo Carreño Busta, Albert Ramos Viñolas e Pedro Martínez; l’olandese The Indian Maharadja sponsorizza Botic van de Zandschulp, Tallon Griekspoor e Tim van Rijthoven; e poi ancora è capitato con l’inglese Daniel Evans, che come official kit partner ha il brand britannico Luke 1977 (ex sponsor tecnico dell’Aston Villa) e più recentemente anche con il francese Gaël Monfils, che oggi veste Artengo (sottomarca della catena transalpina Decathlon).

Considerando l’enorme visibilità offerta dai tennisti, anche singole partnership per alcune piccole realtà possono rivelarsi molto importanti nell’ottica di volersi mettere in mostra sul panorama internazionale. Nel frattempo è anche vero che, così come successo con Matteo Berrettini, le performance di alcuni tennisti in futuro potrebbero attirare altri grossi brand attualmente estranei al mondo del tennis, ma ugualmente interessati a sviluppare delle strategie di mercato pur senza un briciolo di esperienza in questo settore (e pure senza aver mai realizzato prodotti specifici). D’altronde è quello che ha fatto pochi mesi fa un marchio giovane come Castore, realizzando dal nulla una linea ad hoc per Andy Murray, ma soprattutto come fece Uniqlo, che si servì dell’appeal dell’idolo di casa Kei Nishikori e di due campioni come Novak Djokovic e Roger Federer per una geniale mossa di posizionamento del marchio, sfruttando la loro immagine per aumentare la propria reputazione sul piano sportivo a livello internazionale nel momento di massima promozione del brand.