Negli ultimi tempi non è raro imbattersi, anche in Italia, nell’apertura di nuovi locali dall’estetica molto curata, arredati con un certo gusto minimalista e con scaffali colmi di vinili.
Quelli che in Occidente oggi tutti conosciamo come listening bar, in realtà, hanno radici lontane e un nome totalmente differente. Provengono dal Giappone, dove si chiamano Jazz Kissa, e da anni sono il punto di ritrovo di migliaia di persone appassionate di jazz e, in generale, di musica.
A differenza di ciò che spesso avviene in Occidente, dove questi locali sono diventati di tendenza soprattutto a partire dalla pandemia, in Giappone offrono un’atmosfera rilassata e intima, in cui i clienti, più che per chiacchierare o bersi un drink, si recano innanzitutto per ascoltare musica.
L’arredamento può variare da luogo a luogo, ma molti hanno un’estetica retrò o vintage. In alcuni locali vengono accolte le richieste musicali dei clienti, ma nella maggior parte dei casi ti viene chiesto di rispettare il gusto e le selezioni del proprietario. Sono progettati per fornire un’esperienza di ascolto ottimale e, per questo, dispongono di impianti audio di altissimo livello. Non si tratta di deejaying, e proprio questa è una delle caratteristiche principali dei Jazz Kissa giapponesi, ovvero il fatto che tu vada lì per ascoltare un intero disco dall’inizio alla fine, senza interruzioni.
Il primo Jazz Kissa si dice abbia aperto a Tokyo nel 1929, anche se la diffusione culturale di questi locali aumentò in maniera significativa negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, raggiungendo il picco di popolarità fra gli anni ’60 e ’70. A quei tempi il jazz era qualcosa che veniva suonato principalmente dal vivo nelle sale da ballo, ma il prezzo era spesso troppo alto per la gente comune. I Jazz Kissa nacquero proprio per rendere il jazz accessibile a tutti.