In occasione dell’evento organizzato da PONY Europe, brand newyorkese che ha da poco inaugurato il suo flagship store a Milano, abbiamo avuto l’opportunità di scambiare due parole con Quentin40.
Gli abbiamo chiesto cosa significa portare qualcosa di nuovo in un periodo in cui tutto ciò che passa viene identificato come la solita trap. Abbiamo parlato del suo ultimo album, dei featuring e dei suoi progetti futuri.
Hai avuto il coraggio di portare qualcosa di nuovo e spesso, quando si osa, la partenza non è mai facile. Quando hai capito che stavi andando nella direzione giusta?
“Innanzitutto grazie mille. L’ho capito forse quando uscì “Giovane1“, ricordo che in quel momento avevamo molta attenzione dalla gente, anche più del dovuto. Era come se l’immaginazione avesse superato la realtà del personaggio. È in quel momento che ho deciso di uscire con quello che volevamo fare. Non ho mai voluto emergere come personaggio, perché non lo sono e non me lo sento addosso.”
“40” è il tuo disco d’esordio e in esso molti brani sono rappati in modo classico, con la giusta dose di parole tronche. Cosa hai voluto dimostrare al pubblico con questo progetto?
“Ho voluto dimostrare che la musica ha superato tutto il resto, solo la passione per la musica. Da quando abbiamo iniziato noi abbiamo fatto questo, abbiamo scelto di portarlo così com’è, senza maschere, senza andare troppo a tavolino e modificare le cose. Questo per poter apprendere la strada vera di me stesso.”
Tu e Dr. Cream avete un’alchimia tutta vostra. Come avete iniziato a lavorare insieme?
“Io non era mai entrato in nessuno studio. Entrai in studio da lui soltanto con un mio amico che gli scrisse, mi feci coraggio e lui inizialmente mi fece registrare un paio di pezzi. Poi cominciò a darmi un po’ di fiducia, a dirmi perché non iniziamo a fare qualcosa insieme? Senza quello non avrei mai fatto neanche le parole a metà. Non avrei avuto il tempo né la fotta. Lui mi ha fomentato e gli devo tanto.”
In un periodo in cui tutto ciò che passa viene identificato come trap, tu sei uno dei pochi che è riuscito a scansare questo giudizio. Pensi sia un tuo punto di forza?
“Io punto molto su questo, penso sia un punto di forza. Oggi sembra che tutto quello che non è trap venga definito urban. Non c’è motivo di fare suddivisioni. In Europa, nel mondo, i ragazzi stanno portando tutte le correnti senza stare a guardare questo, senza mettere etichette.”
Il fatto di troncare le parole è stata una svolta che è piaciuta a tutti e “Thoiry Rmx” ne è stata la dimostrazione. Credi di essere riuscito a conquistare Milano portando letteralmente il tuo brano per le sue strade?
“Thoiry è nata in modo inaspettato, Gemitaiz ha scritto la sua strofa in pochissimo tempo. Quando abbiamo registrato il video, in cui era presente anche Burlon, è stato creato tutto sul momento, sul caso. In questo modo, a Milano, siamo riusciti a portare una situazione che si è dimostrata real hip hop.”
“Chi sa fare questa roba mica perde tempo, tace”. È esattamente il contrario di ciò che succede oggi. Cosa non ti piace della nuova scena?
“Io sono uno molto taciturno, sto molto sulle mie. Quello che ti posso dire è che mi sento realizzato ad aver fatto un prodotto come “40”, perché nonostante io non sia – e non mi senta – un personaggio, sono riuscito comunque a ritagliarmi una mia dimensione.”
Fabri Fibra, Achille Lauro, Gemitaiz e anche una strofa nell’ultimo album di Myss Keta. Con chi avresti il piacere di registrare il prossimo featuring?
“Ci sono delle persone con cui vorrei collaborare e sono le stesse con cui sto preparando i prossimi pezzi. Purtroppo non posso dirti niente, ma presto uscirà sicuramente qualcosa.”
Il comportamento avuto da Fibra nei tuoi confronti, ai nostri occhi è sembrato un chiaro segno di approvazione verso ciò che stai facendo. Cosa significa essere capito dai più grandi?
“Sono stato molto contento, è successo tutto in modo molto particolare. So solo di essere molto felice di aver avuto la possibilità di collaborare con lui.”
Ora che “40” è fuori, ti sei già rimesso al lavoro?
“Assolutamente, sono già al lavoro. Il disco era già stato preparato molto tempo prima che uscisse e adesso ho voglia di tornare per portare un po’ di roba nuova.”