È morto questa notte a New York l’architetto e designer italiano Gaetano Pesce. Aveva 84 anni, gran parte dei quali trascorsi in giro per il mondo.
I suoi lavori, a metà tra design industriale e scultura, hanno rivoluzionato il mondo dell’arte, del design, dell’architettura e degli spazi liminali tra queste categorie, grazie a un linguaggio unico e non convenzionale, fatto di profonda ricerca dei materiali e di una capacità singolare di stravolgere l’approccio agli oggetti.
Viene oggi ricordato soprattutto per la collezione di poltrone “Up” che realizzò nel 1969 per B&B Italia: sette modelli di poltrone in schiuma poliuretanica, dai colori più disparati, di cui la più celebre fu la UP5: definita la “poltrona-donna”, la sua forma tondeggiante e rigonfia riprende quella delle dee della fertilità, aggiungendo al valore estetico dell’opera un significato fortemente simbolico. Un’installazione delle sue iconiche poltrone era stata esposta in Piazza del Duomo a Milano per la Design Week 2019.
La sua filosofia creativa si è sempre basata sull’elasticità mentale e fisica. Amava spesso ripetere che “l’arte non è solo ciò che è tradizionale, come la pittura o la scultura, bensì tutto ciò che è in grado di fare un commento sulla realtà”. Questa visione del mondo, unita a una sfrenata fantasia, lo portò nel corso della sua carriera a dare vita a oggetti e strutture di ogni tipo: bicchieri, vasi, divani, sedie, gioielli, tavoli, piatti, lampade, scaffali, case e palazzi. Il suo decennale lavoro è presente oggi nelle collezioni dei più importanti musei al mondo tra cui il MoMA, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Victoria and Albert Museum di Londra, il Centre Georges Pompidou di Parigi, il Vitra Design Museum in Germania, il Montreal Museum of Fine Arts e vari musei giapponesi, portoghesi e finlandesi.
Dopo la collaborazione con Bottega Veneta dello scorso anno, alla Design Week 2024, prevista per la prossima settimana, il designer avrebbe dovuto presentare, negli spazi Pinacoteca Ambrosiana, una monografica di opere inedite dal titolo Nice to See You – L’Uomo Stanco.