Fred again.. è il presente della musica

In futuro ci ricorderemo di Fred again.. ma adesso dobbiamo vivere la sua musica finché possiamo. Se per molti artisti il lockdown è stato un momento che ha segnato una fermata brusca per la propria carriera, per Fred John Philip Gibson, in arte Fred again.., è stata un’occasione per chiudersi metaforicamente nella propria Stanza dello Spirito e del Tempo con il fine di dar vita a una trilogia che è (già) diventata una pietra miliare della musica elettronica.

Il 2022 è stato l’anno della sua consacrazione: la sua prima Boiler Room, “Turn On The Lights again..” con gli Swedish House Mafia e Future e l’inserimento di una delle sue più famose tracce – “Marea (we’ve lost dancing)” – nel finale di Triangle of Sadness, film di Ruben Östlund vincitore della Palma d’oro al 75° Festival di Cannes. Proprio “Marea (we’ve lost dancing)” è una delle tante tracce del produttore britannico a contenere un sample, che in questo caso si tratta della registrazione di una videochiamata via Zoom avvenuta tra lui e la producer The Blessed Madonna, in cui i due discutevano su presente e futuro della musica dal vivo in un periodo di grande incertezza.

Fred again.. è nell’industria musicale da quando aveva 16 anni, e negli anni successivi ha iniziato a collaborare con artisti del calibro di George Ezra, Shawn Mendes, Stormzy e Ed Sheeran: un lavoro behind the scenes degno di nota, ma nonostante sin dall’inizio della sua carriera sia da sempre stato accostato ai più grandi nomi del pop contemporaneo, è da quando si è tornati a suonare musica dal vivo che sta ottenendo il giusto riconoscimento di un pubblico ampissimo che sta sviluppando con lui una connessione quasi intima, perché le energie positive che vengono sprigionate dall’aura della sua figura sono da vivere in prima persona. I suoi live sono in grado di suscitare emozioni profondissime, a maggior ragione se durante gli stessi vengono proiettati i video dei suoi pezzi come nel caso di “Sabrina (i am a party)“, opera sofisticata che tratta un tema delicato come quello della depressione e lo fa attraverso il sample della voce dell’autrice Sabrina Beneim. Grazie a Fred again.. ai concerti di musica elettronica si piange, si provano emozioni fortissime e si sviluppa un’empatia con un artista come raramente accade. Lo stesso succede guardando alcuni suoi video musicali, un esempio è quello di “Julia (deep diving)“, che potrebbe tranquillamente essere una scena estratta dallo struggente film “I Origins” di Mike Cahill: un videoclip che lo ritrae in una stazione ferroviaria, un luogo di stallo che metaforicamente simboleggia tanto, o almeno questo è quello che ci raccontano pellicole cinematografiche mega pop che hanno romanticizzato le stazioni rendendole luoghi connessi all’amore, agli addii e al sentimento di rinascita.

Fred again.. è IL simbolo di rinascita e dimostra come la gioia da ritrovare nelle piccole cose sia alla base della vita. Il 28 ottobre è uscito “Actual Life 3“, il terzo episodio del suo disco-diario che racconta in chiave musicale le sue esperienze di vita, inaugurato con un “London rideout”, una genuina gita in bici con i suoi fan: un momento a suo modo intimo in cui ha fatto ascoltare il singolo “Clara (the night is dark)” tramite una cassa musicale. Quel video rappresenta al meglio l’essenza di Fred again.., la cui musica, che gli inglesi definirebbero con l’aggettivo relatable, è un’ancora di salvezza per una generazione con interrogativi e paure che sente il bisogno di essere confortata attraverso le brevi descrizioni messe tra parentesi nelle tracce dei progetti del 29enne, un espediente per sentirsi libera e rincuorata nei momenti di smarrimento.