Lo sport ha il potere di cambiare il mondo aiutando le persone sfollate a trovare una comunità e riscoprire un senso di appartenenza.
A dirlo con forte convinzione sono Nike e l’Olympic Refuge Foundation, che attraverso la loro collaborazione si impegnano a sostenere gli atleti costretti a lasciare il proprio luogo di origine nel loro percorso sportivo. Perché, afferma il duo, per creare un sistema migliore che sia più equo per tutti bisogna dare priorità a chi affronta gli ostacoli maggiori, incluse le persone appartenenti a comunità sfollate.
Insieme, attraverso il programma Terrains d’Avenir dell’ORF a Parigi, il brand statunitense e la fondazione forniranno quindi l’accesso ad ambienti di gioco più inclusivi che promuovono la salute mentale e una maggiore fiducia in se stessi, in particolare per donne e ragazze. In questo ambito, l’iniziativa mira ad ampliare la fornitura di risorse di coaching esperte di traumi a supporto dei coach che propongono attività sportive ai rifugiati e la collaborazione con persone che hanno vissuto la stessa difficile esperienza. Inoltre, il colosso di Beaverton fornirà le divise per la Squadra Olimpica Rifugiati CIO e sponsorizzerà delle borse di studio che contribuiranno a supportare 63 atleti e atlete di tutto il mondo in rappresentanza di 13 sport.
“L’obiettivo di Nike è permettere a sempre più donne e ragazze di accedere al mondo del gioco e dello sport. A livello globale, le ragazze affrontano complesse barriere culturali e sociali e, di conseguenza, hanno minore accesso alle opportunità di fare movimento. Iniziano a fare sport più tardi e rinunciano prima, nel doppio dei casi rispetto ai ragazzi. Il nostro sostegno all’Olympic Refuge Foundation punta a modificare questa situazione per le ragazze sfollate. Con la convinzione comune che il gioco dovrebbe essere sempre accessibile alle nuove generazioni, ci impegniamo a rimuovere le barriere fornendo a bambine e ragazze sfollate a Parigi mentori e coach validi e premurosi che possano aiutarle ad acquisire maggiore sicurezza in sé, per una fiducia in sé stesse che duri tutta la vita.”
Vanessa Garcia-Brito, Nike Chief Social & Community Impact Officer
Un ulteriore conferma di come il marchio stia offrendo sostegno alle persone rifugiate arriva poi con la notizia che vede Cindy Ngamba diventare la prima atleta della Squadra Olimpica Rifugiati a far parte del roaster dello Swoosh.
“Un’atleta rifugiata è come qualsiasi altra atleta. L’unica differenza è che ha un documento o una cittadinanza diversa. Ho capito che la boxe poteva cambiarmi la vita quando ho messo piede per la prima volta sul ring. È stato travolgente, ma anche entusiasmante. In quel momento ho capito che ero nata per quello.”
Cindy Ngamba
La pugile che di recente è stata ingaggiata dall’azienda dell’Oregon ha infatti lasciato il Camerun all’età di 11 anni. Ora vive e si allena nel Regno Unito, dove è stata tre volte campionessa nazionale di pugilato e insegna alle nuove promesse di questa disciplina.