Alla notizia, lo scorso febbraio, che Prada avrebbe accolto Raf Simons come co-direttore creativo insieme a Miuccia Prada, le menti di tutti i fashion insiders hanno iniziato a provare ad immaginare cosa sarebbe nato dall’unione di due personalità creative così forti. Un connubio di certo non semplice, che vede l’unione di due visioni diverse su un terreno comune.
La sfilata, che è stata presentata ieri in modalità digitale, è stata probabilmente la più attesa della stagione. Le aspettative erano altissime, e alla fine della proiezione anche i più scettici hanno dovuto ricredersi: la collaborazione funziona, e anche in maniera più che eccellente. In pratica un “buona la prima” che vede due estetiche perfettamente fuse senza che nessuna prenda il sopravvento sull’altra. Da un lato c’è Miuccia Prada, con la sua visione chiara e rigorosa, elegante e minimale; dall’altro Raf Simons, innovativo, audace e provocatorio.
La collezione SS21 del brand, messa in scena all’interno di Fondazione Prada, è un dialogo tra i due creativi, e racconta di un’unione: non solo di due menti, ma anche di uomo e tecnologia, di immaginazione e realtà. Uniti e tenuti insieme dalla mano delle modelle sono anche i capi che avvolgono il corpo: abiti perfettamente in sintonia con gli stili dei due designer, ma che mantengono evidenti alcuni dei loro segni distintivi. Di Miuccia si riconosce subito l’uniforme, nella sua semplicità essenziale; di Raf, sono evidenti le interazioni con le stampe d’archivio, destrutturate e riportate nero su bianco su felpe e completi. Una collezione di pantaloni dritti, soprabiti in re-nylon industriale realizzati con tecniche sartoriali e completi in felpa. E poi il “The Wrap“: un rettangolo di tessuto, nelle diverse manifatture che compongono la collezione – jersey, tessuto felpato, re-nylon o taffettà – che poggiato sulle spalle può essere usato per ripararsi dal freddo o come elemento decorativo, diventando così oggetto che unisce le funzioni di utilità e ornamento.
E se la collezione nasce da un dialogo, non poteva che essere questo l’elemento chiave anche dopo la sfilata: Miuccia Prada e Raf Simons, infatti, hanno risposto ad alcune domande che gli erano state poste sui social, spiegando il duro lavoro che c’è stato dietro una collezione creata con tutti i vincoli di viaggio imposti dal Covid-19. Una sfortuna-fortuna, in quanto gli ha permesso di creare una collezione in egual modo creativa e vendibile e di mostrare look che raccontano perfettamente la storia della collezione.
Un primo passo andato più che bene, dove ancora una volta il brand Prada dimostra di saper attuare ottime decisioni. Se la prima sfilata è stata un successo, però, ora la curiosità si sposta al prossimo Gennaio, e la domanda che ci si pone è come Raf Simons e Miuccia Prada tradurranno la loro visione nell’abbigliamento maschile.