Le collezioni più belle della Paris Fashion Week autunno/inverno 2020

Milano passa il testimone della moda maschile a Parigi, dove i più importanti brand del fashion business hanno sfilato con le collezioni autunno/inverno 2020. Non possiamo dire che sia stata un’edizione senza sorprese, tra collaborazioni inaspettate e linee controtendenza, ma ciò che è sicuro è che il ritorno al sartoriale si è confermato come il trend predominante, anche se sotto una forma moderna.

Qui sotto abbiamo raccolto le sfilate che ci sono piaciute di più.

Valentino

Quella di Valentino è stata probabilmente la collezione che incarna al meglio la direzione verso cui il mondo della moda si sta spostando. L’attenzione per una tipologia di sartoriale moderno e lineare è piuttosto evidente nell’autunno/inverno 2020 proposto da Pierpaolo Piccioli. I modelli hanno sfilato con addosso capispalla dritti e precisi, con tinte fredde e elegantissime grafiche che un po’ ci ricordano l’ultima collaborazione tra la maison e UNDERCOVER.

Ann Demeulemeester

Interamente ispirata al poema L’Après-midi d’un faune, la linea che Ann Demeulemeester ci ha presentato parla di un uomo aggraziato che sembra la fusione perfetta tra un principe gotico e una divinità dell’Olimpo. L’estetica gender fluid che va tanto in voga diventa quindi più romantica che mai grazie a capi leggeri, pellicce e trasparenze.

JUUN.J

All black everything. È questo il motto che ha influenzato la collezione autunno/inverno 2020 di JUUN.J. Il focus è tutto rivolto ai volumi oversize che vanno a formare layering particolari interamente incentrati sull’utilizzo della pelle. D’altronde si sa, il nero non stanca mai.

Berluti

L’arrivo di Kris Van Assche alla direzione creativa di Berluti ha rinnovato la maison portando una ventata d’aria fresca in tutto il fashion business. Per la collezione autunno/inverno 2020 l’ex direttore artistico di Dior ci ha mostrato la sua visione al passo coi tempi dell’abito formale maschile, proponendo colori super sgargianti, sneakers e styling d’effetto.

MAISON MIHARA YASUHIRO

MAISON MIHARA YASUHIRO va del tutto controtendenza e lancia una collezione puramente streetwear che non si può fare a meno di apprezzare. Per l’occasione lo stilista ha sfoggiato la sua maestosa arte nel destrutturare i capi all’ennesima potenza, senza rinunciare a mettere in mostra le sue stampe bootleg.

Balmain

Olivier Rousteing ci porta in un’attraversata del deserto che si basa sull’eleganza multietnica. Le tinte rispecchiano tutte le sfumature del paesaggio, mentre le forme che assumono i tessuti sono degne di una scultura del Bernini. Che dire, la collezione autunno/inverno 2020 di Balmain è stata davvero spettacolare.

Jacquemus

Con la collezione autunno/inverno 2020 Jacquemus ha dato a tutti una sana lezione di raffinatezza. La sua sfilata co-ed perfettamente bilanciata utilizza delle tinte neutre e uno stile casual fondato sul l’inconfondibile eleganza francese. La sua missione non è far parlare di sé per le appariscenti creazioni che rispecchiano un trend passeggero, bensì offrire una linea duratura nel tempo, che non stanca mai, e ci è riuscito alla grande.

Craig Green

Dopo Londra e Firenze, Craig Green debutta a Parigi con una collezione che sa più di esposizione artistica che di semplice défilé di moda. In una galleria completamente bianca che fa da sfondo, il designer trasforma i capi d’abbigliamento e gli accessori in strutture concettuali che prendono forma sul corpo dei modelli. Lo studio dei materiali e l’abilità degna di un couturier rappresentano la chiave di questo capolavoro tutto da indossare.

TAKAHIROMIYASHITATheSoloist.

Agli sgoccioli della Paris Fashion Week, TAKAHIROMIYASHITATheSoloist. ci ha regala una collezione che è pura poesia. Il maestro giapponese evade da ogni preconcetto di stagionalità e fa sfilare una parata di modelli che indossano pantaloni corti, stivali alti e smanicati nell’intramontabile schema colori bianco/nero. I tagli non convenzionali e la precisione maniacale della stratificazione fanno sì che il risultato sia qualcosa di assolutamente magnifico. Infine, come se non bastasse, anche l’idea di mascolinità viene riscritta con l’utilizzo di pellicce bianche e tiare.