Leo Gamboa si occupa delle collaborazioni di Levi’s da quasi 15 anni, continuando a centrare il punto e (quasi incredibilmente vista la lunghissima storia del brand) a stupire il pubblico con i nomi scelti e i prodotti finali.
Solo negli ultimi mesi ci sono stati quella con UNDERCOVER e il terzo capitolo di “Reiimagine” di Beyoncé mentre nell’ultimo anno il brand ha rilasciato collaborazioni con brand come Stüssy, per l’anniversario dei 501, McLaren Racing e BEAMS oltre che aver unito le forze con brand freschi e giustamente in hype nel panorama moda come ERL, Kiko Kostadinov, AWAKE NY, ADSB Andersson Bell e Pigalle. Se per Levi’s è facile accostarsi allo streetstyle anche in campo collab è per la natura intrinseca del prodotto che vendono da più di cent’anni. Come ci spiega anche Gamboa stesso “Levi’s è radicato in talmente tante cose diverse, dalla cultura alla storia, che se lo guardi dal punto di vista dello streetstyle sono proprio l’estetica e lo stile a consolidarlo in questo campo”. E continua, “Storicamente abbiamo creato moltissimi stili diversi e se guardi i fit più baggy capisci come si connettano direttamente allo streetstyle”.
«Che sia un Silver Tab, un 501 o anche un Engineered, credo ci siano connessioni autentiche con la musica e lo stile, cose che portano direttamente allo streetstyle ovviamente».
Leo Gamboa



I jeans di Levi’s hanno letteralmente vestito chiunque e di conseguenza tutti hanno una storia da raccontare legata al brand. Leo Gamboa spiega che è da qui che partono tutte le collaborazioni: quando Levi’s si approccia ad un nuovo brand parte dalla storia che questi hanno legata ai loro jeans. Si parte quindi dal legame che il brand in collabo ha con Levi’s stesso permettendo alla collezione di partire da un’esperienza reale e potenzialmente condivisa e in cui anche il pubblico può riconoscersi. “Vogliamo assicurarci che le collabo siano super autentiche e organiche agli occhi del consumatore e di tutti; e vogliamo che ci sia una vera narrativa dietro la partnership”, racconta Gamboa. Per la scelta il direttore delle collaborazioni di Levi’s ci spiega che parte tutto dalle domande base: sono il chi, cosa e perché a guidare le decisioni. La comprensione parte dal partner della collabo e poi si sposta su quella del consumatore sempre tenendo a mente il perché quello che fanno dovrebbe essere rilevante al momento.
Allo stesso tempo il tempismo è fondamentale: quello che non manca a Levi’s sono le opportunità ma è necessario trovare il partner giusto per il momento giusto. Per altri invece, come Denim Tears, è un percorso di crescita parallela. “La bellezza delle collaborazioni è scegliere questi partner e crescere insieme, stagione dopo stagione, creando una connessione reale”, racconta Gamboa. Tra le sue preferite ci sono quella con Supreme degli inizi, ma anche Crocs, Undercover, Sacai e Nigo.

Per Levi’s l’approccio più logico è quello di legare le collabo a delle silhouette precise, già riconoscibili e che si connettono in modo particolare alla storia che sta dietro al brand partner. Parte tutto da una storia e si declina poi in stile e fit. “Sai con il denim il punto è sempre: come fai a rendere ancora meglio qualcosa che è già perfetto?”, spiega Gamboa aggiungendo che soprattutto per questi progetti l’importante sta nei dettagli piccoli; non si tratta di grandi ricerche di materiali ma più di dettagli e “easter eggs” che legano Levi’s con la community del brand partner.
I dettagli permettono quindi di parlare sottovoce con una nicchia di appassionati e conoscitori di jeans, ma allo stesso tempo permette di fornire prodotti che per il largo pubblico funzionano sia a livello pratico che estetico, non lasciando fuori nessuno. Leo Gamboa sembra quindi non avere dubbi sul futuro potenziale di Levi’s: “Levi’s è il miglior brand di denim al mondo, questo è un ottimo punto di partenza per i prodotti e le collaborazioni che verranno”.