Brillando nell’oscurità del cielo e sprigionando boati improvvisi, i fuochi d’artificio non smettono di accompagnare le più importanti celebrazioni in tutto il mondo. Il loro fascino non risparmia nessuno e nasce direttamente dove la scienza incontra la creatività. La loro origine, infatti, è da ricercare nell’antichità e si associa all’invenzione della polvere da sparo, avvenuta nella Cina del IX secolo d.C. Ma solo dal 1300, la pirotecnica si avvia a un lento sviluppo che oggi conta su fuochi e show decisamente articolati.
I fuochi d’artificio odierni si presentano nella forma di cartucce contenenti numerose piccole cariche esplosive composte da specifici mix di polvere da sparo e reagenti chimici, pronte ad essere scagliate nello spazio una volta avviata la detonazione. La presenza di fiamme colorate, introdotte dalle scoperte della chimica del 1700, è da attribuirsi ai reagenti utilizzati. Questi, tra cui cloruro di rame, carbonato di stronzio e cloruro di calcio, sono capaci di emettere cromie a partire dalla propria combustione. La realizzazione di specifiche forme, invece, deriva dal posizionamento delle centinaia di cariche esplosive all’interno della cartuccia. Il pattern e la reciproca posizione interna determinano la forma finale apprezzabile durante l’esplosione.
I fuochi d’artificio, però, raggiungono il massimo grado d’intrattenimento solamente quando vengono impiegati all’interno di veri e propri spettacoli pirotecnici, in cui si dà vita a luminose coreografie aree e a ritmiche deflagrazioni sonore. Non è un caso che esistano specifici professionisti specializzati unicamente nella progettazione di tali eventi. Partendo da schizzi su carta e passando a simulazioni digitali, essi operano come registi per definire colori, forme e sequenze esplosive dello show.
Per gli spettacoli pirotecnici più importanti, inoltre, viene dedicata molta attenzione a quanto i fuochi possano integrarsi con l’architettura o il paesaggio circostante. Alti grattacieli, ponti o monumenti vengono spesso sfruttati per ottenere risultati sorprendenti. Segue, infine, il lavoro svolto sul campo, che si concentra sull’accurata predisposizione della location. L’area viene attrezzata con mortai che, una volta caricati, sono cablati e connessi a un computer che innescherà automaticamente le esplosioni.