Concentrato – Intervista a Nicolò Fagioli

Completo: Dsquared2; Maglia: adidas Italia 2023 Home Authentic; Scarpe: adidas Gazelle.

Il 2022 di Nicolò Fagioli può senz’altro considerarsi speciale e lo conferma lui stesso: «È stato l’anno migliore a livello calcistico della mia vita, perché sono successe tutte le cose che speravo succedessero da bambino». Nella lista dei traguardi ottenuti tra la fine della scorsa stagione sportiva e l’inizio di quella attuale ci sono i primi due gol in Serie A con la maglia della Juventus, il debutto europeo con i bianconeri e quello con la Nazionale maggiore, e prima ancora una promozione in A conquistata brillantemente con la Cremonese, per nulla scontata. Fagioli è consapevole di aver fatto uno scatto importante che lo ha reso protagonista soprattutto con la maglia della Juve, e vive tutti questi riconoscimenti senza esaltarsi troppo. Nel suo percorso recente ne sono successe un bel po’, ma ci confessa che lui non è cambiato per niente: «sono sempre lo stesso e faccio sempre le stesse cose», evitando in modo garbato di concedere qualsiasi tipo di intromissione nella sua sfera privata.

Sebbene per sua stessa ammissione «devo tutto alla Juventus», Nicolò Fagioli è l’unico responsabile della sua crescita, forse perché sin da subito è divenuto consapevole di cosa servisse per migliorarsi e costruirsi una carriera nel mondo del calcio. Il riferimento alle famose parole pronunciate nel 2018 da Massimiliano Allegri è inevitabile. Ritorniamo quindi su quel celebre elogio pubblico che a molti calciatori avrebbe potuto riservare l’effetto psicologico di un boomerang. È metà settembre, stagione appena iniziata, e l’allenatore toscano in conferenza stampa dedica una trentina di secondi – non di più – al giovane di cui si parla un gran bene, che è reduce dall’esordio con la formazione Under-23, in Serie C. «Vedere giocare a calcio quel ragazzo lì è un piacere, perché è un ragazzo del 2001 che conosce il calcio, conosce i tempi di gioco, sa quando ci si smarca, quando si passa la palla, come si passa la palla, è bello vederlo giocare, e di questi ragazzi non è che tutti gli anni ne escono fuori…». Uno spoiler su quello che c’era da aspettarsi da lui da parte di chi lo aveva ammirato sui campi di allenamento quel tanto, o poco, che bastava da non riuscire più a trattenere ciò che per molti è ancora un segreto. A tal proposito, Nicolò chiarisce come ha assorbito quella dichiarazione e fornisce la sua versione: «Per arrivare fin qui ne ho fatta di strada, ed è stato difficile, con quelle parole lì non era detto che sarei arrivato dove sono adesso. Sono parole che ho apprezzato, ma parlava di un giovane della Primavera».

Foto a sinistra – Felpa: adidas Italia icon Top; Maglia: adidas Italia Icon Jersey.
Foto a destra – Maglia: adidas Italia 2023 Home Authentic.

Dare il giusto peso a quelle frasi sincere, evitando che rimbombassero nella testa per anni e che si tramutassero in un ronzio disturbante, e distillando solamente il significato più sincero, non deve essere stato facile e ha reso Nicolò Fagioli quello che è oggi. Se dovessi scegliere una parola per definirlo utilizzerei sicuramente il termine “concentrato”: come sostantivo, il concentrato delle esperienze che ha vissuto fino ad oggi, quelle che gli hanno permesso di scalare tutta la struttura piramidale della Juventus; ma anche l’aggettivo concentrato, per l’impostazione mentale con cui si approccia alle nuove sfide provando a evitare qualsiasi distrazione che possa intralciare il suo percorso. Un pensiero a quelli che sono stati i suoi modelli formativi (Alessandro Del Piero prima, Paulo Dybala poi, Álvaro Morata negli ultimi anni a Torino), e nessuna intenzione di entrare in competizione con alcuni suoi giovani colleghi con i quali veniva paragonato anni fa (i coetanei Alessandro Cortinovis e Alessio Riccardi). 

Anche sul set Nicolò appare molto concentrato, alle prese con gli abbinamenti tra le nuove maglie della Nazionale firmate adidas e pantaloni Gucci, tra scarpe coi tacchetti e una giacca Dsquared2. E sulle note di una playlist reggaeton che ricomincia, si dimostra paziente, a suo agio ma comunque impassibile nelle espressioni. Solamente la vista di un pallone che rotola riesce a illuminargli gli occhi e a strappargli un mezzo sorriso. Alla Juventus, nel corso di questa stagione, le prime volte che ha avuto la possibilità di – letteralmente – giocare con il pallone, è esploso. Subito in gol contro Lecce e poi Inter, senza una vera esultanza da riprodurre perché per quella c’è tempo. Paradossalmente, a Torino Nicolò è ormai uno dei più anziani in rosa nonostante i ventidue anni di età. Ha condiviso giornate e allenamenti con grandi campioni, oggi è entrato in pianta stabile in prima squadra. E ha deciso di indossare nuovamente il 44, il suo primo numero scelto alla Juventus. 

Giacca e shorts: Grifoni; Maglia: adidas Italia icon Jersey.

Fagioli si è ritrovato compagno di squadra di Paul Pogba, dopo averlo già incrociato nei suoi primissimi anni nel settore giovanile della Juventus. A settembre 2022 è stato poi protagonista di alcuni scatti di Giampaolo Sgura per una mostra fotografica realizzata da Juventus e adidas in occasione della Fashion Week milanese, in cui è quasi irriconoscibile per via dell’acconciatura inedita e dell’abbigliamento indossato. Parlando di come oggi la moda e la fotografia siano in grado di descrivere i calciatori in maniera alternativa a quella tradizionale, e soprattutto di come grazie ad esse per i giocatori è possibile aprirsi e raccontare qualcosa di sé stessi, utilizzando un linguaggio parallelo a quello prettamente sportivo, Fagioli cita proprio il calciatore francese: «Da piccolo, quando osservavo Pogba che vestiva abiti diversi da quelli sportivi, la trovavo una cosa interessante perché così mostri la tua personalità e vedi che si tratta di persone normali, e non di come tutti vedono noi calciatori».

Mentre le trentadue Nazionali qualificate si preparavano per Qatar 2022 e poco dopo aver visto giocare dal vivo a Torino il suo amico tennista Andrej Rublëv («l’ho conosciuto tramite Instagram e ci siamo visti più volte a cena»), il calciatore piacentino ha coronato il sogno di indossare la maglia della Nazionale italiana, nel corso dell’amichevole contro l’Albania. Il suo debutto è casualmente arrivato lo stesso giorno di quello di Roberto Baggio, il 16 novembre, ma soprattutto è stato più precoce degli esordi di tanti grandi interpreti del movimento azzurro recente come Francesco Totti e Andrea Pirlo. Ma anche sul suo futuro nell’Italia prevale la timidezza di Nicolò, intesa come discrezione e modestia: «è un punto di partenza, c’è tanta competizione e ci sono tantissimi giocatori bravi, non è detto che la prossima volta mi richiamino». Insomma, prevale la linea razionale. Fagioli si gode il presente, non si sente per nulla arrivato, l’obiettivo del nuovo anno è quello di reggere la competizione e meritarsi la conferma a partire dalle prime gare di marzo. 

Non bisogna però confondere l’approccio consapevole nei confronti degli eventi di Nicolò Fagioli a un sentimento di insensibilità, come ad esempio riguardo i tanti riconoscimenti ottenuti di recente, che «sono conseguenze, perché io non penso a ricevere premi personali, ma agli obiettivi con la squadra ed è quello che mi dà soddisfazione, poi se arriva qualcos’altro ben venga». Più che provare ad attualizzare le parole spese da altri, come quelle pronunciate da Allegri ormai più di quattro anni fa, Fagioli si è preoccupato invece di mantenere le promesse fatte a sé stesso, le uniche su cui sentiva veramente una responsabilità nel portarle a compimento. E così, prima di andare in prestito a Cremona, Nicolò ha scritto un messaggio ai suoi amici più intimi in cui profetizzava la promozione dei grigiorossi, un messaggio che è stato svelato pubblicamente soltanto a impresa compiuta. Più che un semplice azzardo, «un messaggio per mettermi carica addosso, perché andavo via dalla Juve ed ero un po’ deluso da me stesso». Alla domanda se avesse replicato qualcosa di simile anche all’inizio della stagione in corso Fagioli ha risposto di no: sarà che non è più il tempo per sognare ma è arrivato quello di convivere con la realtà. 

Maglia: adidas Italia Icon Jersey.
Foto
Stefano Carloni
Assistente luci
Fernando Josè Avila
Stylist
Elena Pacino
Assistente stylist
Giada Cubeddu
Assistente stylist
Giulia Sangaletti
MUA
Giacomo Marazzi