Durante questi ultimi mesi stiamo assistendo ad un periodo di assoluto splendore per gli accessori. Ma cosa si intende con il termine “accessorio”? Un oggetto che non per forza deve risultare pratico e funzionale, ma che può semplicemente completare un look grazie a un’intrinseca potenza estetica.
Dopo aver assistito a prodotti come headphones e iPod che hanno a tutti gli effetti vissuto una seconda vita diventando dei veri e propri accessori, anche i libri stanno acquistando un’accezione estetica. Ed esattamente come un qualsiasi accessorio adornante, lo stesso può essere consigliato da una figura ben specializzata: si tratta del book stylist, e se hai una buona cultura letteraria, potrebbe essere il tuo nuovo impiego.
A differenza del fashion stylist, lo “specialista dei libri” ha il compito di consigliare ai propri “assistiti”, con cadenza quotidiana, non vestiti, bensì letture. Ci assale un dubbio: ad essere consigliati, sono i libri oppure le copertine degli stessi? Perché, ad essersi interfacciati con questa misteriosa – e mistica – figura sono ovviamente influencer e celebrities americane. Pertanto, non ce la sentiamo di escludere che le stesse potrebbero avere l’interesse esclusivo di matchare la bellissima copertina rossa e nera di Norwegian Wood di Haruki Murakami a una Birkin e un paio di AirPods Max.
È chiaro, previo pagamento, chiunque di noi può circondarsi di un book stylist, ma le personalità che più sono disposte a remunerare queste figure sono quelle che vengono ritratte – spesso e volentieri – in situazioni di grande impatto mediatico. Celebrities, VIP e personaggi di spicco sono infatti abituati a far parlare sempre di sé, ma cosa succede quando vengono avvistati in episodi di ordinaria normalità? Si innesca un bisogno – quasi spasmodico – di trovare uno stratagemma per finire nuovamente sotto le luci della ribalta.
Bella e Gigi Hadid, Kendall Jenner, Dua Lipa e Kaia Gerber hanno fatto da apripista a questo fenomeno, che da un lato ha silenziosamente creato una mansione che fino a qualche anno fa avremmo sognato di riconoscere, e dall’altro ha creato la solita ondata di indignazione e sgomento. Ma il discorso è sempre il solito, se il bene genera bene, molte questioni diventano conseguentemente indisputabili. Lo scatto di Chiara Ferragni per Vogue nella Galleria Degli Uffizi nel 2020 aumentò notevolmente le visite all’interno del museo d’arte, che ospitò 750 ragazzi in più rispetto alla media giornaliera: una mossa decisamente vincente che permise di far avvicinare molti teenager a un museo che molto probabilmente, senza l’input dell’imprenditrice italiana, non avrebbero mai visitato.
Tra il fenomeno della Ferragni e quello delle celebrità immortalate con volumi selezionati dal proprio stylist c’è una stretta analogia: le innumerevoli foto con i libri in mano scattate dai paparazzi sono in grado di incentivare la lettura.
Come si diventa book stylist? Non c’è (per ora) un corso universitario, né tantomeno un webinar o quant’altro, serve solo un grande gusto letterario, oltre a entrare nel giro di qualche personalità di rilievo che possa apprezzare una copertina studiata ad hoc per comparire anche in una prima fila di una sfilata di moda.
Questo trend aiuta sicuramente il mondo editoriale, e probabilmente anche quello dei social network, che ha finalmente a disposizione nuovo materiale su cui dibattere. Insomma, quello del book stylist è a tutti gli effetti un nuovo lavoro che – nonostante esista da qualche anno – ha trovato il momento storico perfetto in cui emergere definitivamente.