Negli ultimi giorni sono stati numerosi i brand di abbigliamento che hanno messo la loro faccia contro la discriminazione razziale, abbiamo per esempio visto Stüssy, Fear of God e Off-White realizzare una t-shirt per sostenere la causa. Sono però altrettanti i marchi che facevano già di giustizia e uguaglianza il loro punto di forza, tra questi Denim Tears di Tremaine Emory.
Molti di voi avranno già sentito parlare di questo marchio, probabilmente grazie alla recente capsule realizzata insieme a Levi’s vista addosso a Kanye West, ma non tutti conosceranno il significato delle stampe impresse sui capi di questa collaborazione. I disegni richiamavano infatti le condizioni di schiavitù a cui la popolazione afroamericana doveva sottostare durante la raccolta del cotone.

Ma Tremaine Emory, fondatore di Denim Tears, ha scelto di andare oltre questa forma di protesta, pretendendo ora dai “più grandi”, in questo caso Nike, un maggiore supporto riguardo i recenti avvenimenti.
E così ha affermato che la sneaker in collaborazione fra il suo brand e Converse ispirata alla bandiera afroamericana realizzata da David Hammons nel 1990 non verrà rilasciata fino a quando lui non riterrà sufficiente il supporto che Nike, società proprietaria di Converse, sta dando alla comunità afroamericana.
Attraverso un post Instagram, Tremaine Emory ha mostrato la scarpa e ha messo nero su bianco i quattro punti chiave che Nike dovrà seguire per avere il via libera sulla commercializzazione della scarpa. Secondo il creativo, i 40 milioni di dollari donati dal colosso di Beaverton a supporto delle organizzazioni non sono infatti abbastanza.
1. Nike dovrà smettere di supportare il partito Repubblicano finché Trump ne sarà a capo;
2. Nike dovrà mostrare quante persone di colore lavorano nei suoi uffici rispetto a quelle che sponsorizza, come gli atleti per esempio;
3. Nike dovrà far sapere quante persone di colore hanno un ruolo di amministrazione all’interno dell’azienda;
4. Nike dovrà aiutare a interrompere il flusso di fondi che i dipartimenti di polizia ricevono in tutti gli Stati Uniti.
Queste sono le quattro richieste rivolte a Nike, “una tra le più grandi aziende al mondo in grado di fatturare miliardi grazie ad atleti e sponsor di colore” secondo Tremaine Emory. Non rimane che attendere e vedere come si comporterà il colosso mondiale di calzature sportive.