Cosa hanno in comune una maratona e la Fashion Week

Lo sappiamo tutti, per chi lavora nella moda la settimana della Fashion Week è una vera maratona.

Una gara decisamente più mentale che fisica, tra riprese, backstage, set, sidewalk, show e pochissimo tempo per riprendere fiato.

In questo contesto HOKA ha deciso di coinvolgere e supportare cinque addetti ai lavori, i runner che letteralmente corrono la Fashion Week, fornendo loro un vero e proprio race kit. L’iniziativa del brand ha coinvolto figure che incarnano perfettamente il concetto di “fashion marathoner”: professionisti che corrono davvero da un evento all’altro con lo stesso impegno e dedizione di un runner in gara.


Tanto è vero che la preparazione per una maratona e quella per una fashion week hanno molte somiglianze. Entrambe richiedono mesi di duro lavoro, pianificazione meticolosa e attenzione ai dettagli. Per arrivare preparati, è importante avere una pianificazione anticipata, oltre a una preparazione fisica e mentale: scegliere con anticipo gli outfit da indossare e portare con sé tutto il necessario come snack, acqua o caricabatterie portatile. E anche una buona routine, magari che favorisca le ore di sonno, è particolarmente consigliata.

«Per chi è del settore, la Fashion Week è una vera e propria performance» racconta Lavinia Feliziani, director. «Serve focus, concentrazione, pianificazione. Come prima di una corsa: meno feste, più routine. Per arrivare ai giorni frenetici degli show bisogna essere preparati».

Anche Alessandro Sarti, runner, sottolinea la similitudine: «In una maratona ogni allenamento è fondamentale, come ogni scelta stilistica durante la settimana della moda. Entrambe culminano in momenti decisivi dove ogni dettaglio deve essere perfetto». 

«L’importante è non fare troppo, ma restare presenti senza la paura di rimanere fuori da qualcosa. Vivere il momento in cui sei, supportarsi a vicenda e scambiare idee con le persone. In un sistema che cambia in continuazione tutto ciò è fondamentale».
Mattia Greghi, fotografo.

In una settimana così frenetica, dove si corre da una sfilata all’altra, è necessario trovare il passo giusto. Questo non solo aiuta a gestire meglio il tempo e gli impegni, ma anche a preservare energia e concentrazione per tutta la durata degli eventi. «Se parti troppo forte, non arrivi al traguardo», spiega Lara De Pretto, stylist. «Avere il passo per me significa mantenere lucidità, entusiasmo e anche un pizzico di stile in ogni situazione».

In questo contesto, probabilmente il più frenetico dell’anno, la HOKA Speedgoat 2 diventano l’alleato ideale. Si tratta di una scarpa così versatile che è in grado di adattarsi a ogni terreno e velocità, soddisfacendo così esigenze pratiche e gusti estetici. Con la suola Vibram e la tomaia HOKA puoi camminare tutto il giorno, correre al mattino e andare a un evento la sera, senza rinunciare a stile né a comfort. Insomma, la scarpa comoda e leggera che tutti vorremmo avere ai piedi per affrontare i frenetici spostamenti della settimana della moda.


Il fatto che si parli di corsa in un contesto come la Fashion Week dimostra quanto ormai non sia più solo una nicchia sportiva.

«Credo che il fatto che si parli di corsa in un contesto come la fashion week dimostri quanto ormai non sia più solo una nicchia sportiva. Se ce l’ha fatta in fashion week, ce l’ha fatta ovunque».
Lara De Pretto

 D’altronde oggi estetica e performance sono strettamente intrecciate e il confine tra sport e fashion è sempre più sottile, soprattutto nel mondo del running. Le scarpe da corsa, ad esempio, non sono più solo strumenti per migliorare le prestazioni, ma anche accessori di stile. Questo avvicinamento tra i due mondi crea una sinergia in cui l’innovazione tecnica e il design estetico si influenzano reciprocamente, portando a prodotti che soddisfano sia le esigenze degli atleti che le aspettative di stile dei consumatori. «Lo sport ha sempre avuto come base del design la funzionalità del prodotto. Ora molti brand di sport prendono ispirazione dall’heritage fashion e riescono a creare collaborazioni inaspettate» racconta Mattia Greghi. E quando la fusione delle due cose avviene ha un impatto fortissimo.