La Milano Design Week è sempre un affare di corpi e spazi. Cupra lo sa, e quest’anno ha portato nel cuore pulsante di Piazza XXV Aprile un’installazione che è più una domanda che una risposta. Come sarà la relazione tra uomo e tecnologia quando non guideremo più davvero?, sembra chiederci la Capsula Sensoriale. Non è una concept car, non è un pezzo di design esposto su piedistallo. È un’architettura viva, reattiva, sensibile, pensata per tre esperienze – immersive, adrenalinica, all connected – che riscrivono il rapporto con l’auto e con noi stessi.
«Cupra è un brand per chi ama guidare. Il piacere della guida è il nostro DNA, ma sappiamo che non sempre sarà possibile viverlo in pieno. La nostra sfida è immaginare come può avvenire l’interazione auto-uomo proprio in quei momenti. Non vogliamo un’esperienza passiva. L’auto non è un device, è una creatura che ti ascolta, ti provoca, ti accompagna».
Francesca Sangalli, responsabile Color&Trim Concept&Strategy di Cupra.
La Capsula Sensoriale è un’esperienza olistica, multisensoriale, che esplora nuovi linguaggi. Nella prima modalità – immersive – ci si ritrova in una condizione quasi drive-in like the seventies, dove l’assenza di stimoli digitali riporta l’attenzione sul corpo, sul materiale, sulla pelle. Sì, anche quella dell’auto. «È come rientrare in connessione con l’oggetto-auto. Tornare ad amarlo come si amava una bella moto o una macchina sportiva da toccare, vivere, ascoltare», spiega Sangalli.
Poi c’è la seconda modalità, adrenalinica, dove il design si fonde con l’emozione. Luci e suoni diventano strumenti per amplificare il piacere della guida, una coreografia sensoriale capace di enfatizzare le curve, le accelerazioni, il battito. «Abbiamo usato la luce e il suono per trasformare l’ambiente, per far vibrare l’esperienza di guida come se fosse musica. Il design è il conduttore di un’orchestra emozionale».
La terza modalità, all connected, è forse la più provocatoria. In un futuro sempre più autonomo e iperconnesso, Cupra rifiuta la narrazione dell’uomo passivo trasportato da un sistema. «Vogliamo un’interazione attiva. L’auto è come un pet: impara da te, ti conosce, ti sfida. Non è una macchina che fa tutto da sola, ma un’entità viva, empatica, che dialoga con te in modo personale».
Ed è qui che entra in gioco l’intelligenza artificiale. «L’AI sarà in grado di leggere preferenze, emozioni, stati d’animo e restituire un’esperienza personalizzata, dinamica. Un viaggio interiore, oltre che fisico», aggiunge Sangalli. Non è più solo UX: è emotional co-driving.



Dal 7 al 13 aprile, dalle 10.00 alle 20.00, il pubblico potrà visitare le installazioni in Piazza XXV Aprile, Cupra Garage Milano e Garibaldi Gallery, immergendosi in un viaggio che mescola materia, luce e intelligenza. Un percorso fisico e mentale, dove ogni spazio racconta una sfumatura del nuovo immaginario Cupra.
Il viaggio nella Capsula non si esaurisce in sé. È il manifesto di un nuovo orizzonte: Cupra Design House, una piattaforma creativa che rompe il perimetro dell’auto per entrare in territori crossover — moda, architettura, accessori, collaborazioni. «Con Cupra Design House, abbracciamo l’ignoto», dice Jorge Diez, Chief Design Officer. «Il design per noi non è solo forma, è emozione, è spirito ribelle. È il mezzo con cui riscriviamo le regole».
Lanciata ufficialmente durante la Design Week, la Cupra Design House si struttura in tre direzioni: Collection, Collabs, Beyond. Il punto non è vendere oggetti, ma espandere un immaginario. I capi in adaptive knitting sono una seconda pelle dinamica, come li descrive la comunicazione ufficiale. Sneakers stampate in 3D, gilet multifunzionali con zaini integrati: ogni oggetto è un microcosmo di design, sostenibilità e identità radicale. Un design che viene definito parametrico perché non si disegna direttamente l’oggetto, ma si costruisce un algoritmo o un sistema di regole che ne definisce la forma, permettendo al software di generare automaticamente varianti coerenti modificando appunto i parametri come altezza, curva, spessore o densità. E di più.
«Non vogliamo tutto disegnato in casa. Le contaminazioni ci arricchiscono. Cupra non è per tutti, ma per chi ha una visione forte, che esce dagli schemi. Lavoriamo con studenti, artisti, creativi. Il nostro design è aperto, vivo, mutevole»
Jorge Diez, Chief Design Officer di Cupra
Due interventi artistici rafforzano questo pensiero. Future Reflections di Andrea Crespi è un’installazione specchiante che esplora l’identità umana in un’epoca di ibridazione uomo-macchina. Una superficie che riflette, ma anche deforma. Ti rimanda un’immagine di te stesso nel futuro – o forse nel presente che non volevi vedere. Accanto, Boundless Creativity, il progetto sviluppato dagli studenti del RafflesMilano, è una prova concreta di co-creazione e futuro condiviso. «L’auto sarà uno spazio sempre più ibrido, non solo da abitare ma da co-progettare. I giovani hanno la chiave per capire cosa vogliamo diventare», afferma Sangalli.
Cupra non parla solo di estetica, ma di etica. Il suo è un design che tocca, pulsa, sfida. «Tutto ciò che facciamo vuole generare connessioni – non solo con l’auto, ma tra le persone. La tecnologia deve servire a questo. A rendere l’esperienza più umana, non meno». Ecco perché la Capsula Sensoriale non è un’installazione. È una finestra. Su un modo nuovo di stare al mondo.
