Nella sua seconda prova da direttore creativo di Burberry, Daniel Lee evolve la sua espressione enfatizzando la storicità e il forte legame del brand con la sua patria. L’attenzione viene dunque rivolta verso gli archetipi del guardaroba britannico, che sono stati rivisitati con tagli più attenti alle forme del corpo e motivi di grande impatto.
Tutto parte (ancora una volta) dal check, l’emblematico pattern del marchio, il quale lo si trova reimmaginato e celebrato attraverso più varianti inedite. Un altro elemento iconico che è stato ripensato dall’ex designer di Bottega Veneta è la sciarpa, realizzata in cashmere e prodotta rigorosamente in Scozia con delle sfrangiature lungo ogni lato verticale. E ovviamente non poteva poi mancare il trench, assieme a montgomery, mantelle, bomber, kilt, tute da ginnastica e maglie da rugby, oltre a cappotti di pelle con il dettaglio Equestrian Knight Design. Perché cosa c’è di più inglese di quanto appena elencato?
In generale, si nota un particolare riguardo nei confronti della funzionalità e delle finiture, con cerniere e bottoni a pressione che consentono di regolare gli abiti con diverse vestibilità e tasche pensate per elevare il concetto di praticità. Nella parte più sartoriale della collezione Spring 2024 è evidente invece il richiamo alla rinomata Savile Row, che si manifesta attraverso giacche con bavero a punta e vita a clessidra e jacquard Principe di Galles o pied-de-poule nella maglieria in versione deformata.
Dopo aver debuttato durante la London Fashion Week tenutasi lo scorso febbraio, il cosiddetto “nuovo Burberry” di Daniel Lee entra finalmente nel vivo della sua fase di rebranding con una vera e propria lettera d’amore alla tradizione anglosassone ma tenendo gli occhi sempre puntati al futuro.