Demna Gvasalia racconta la sua idea di autenticità, ironia e strategia di vendita

In un’interessante intervista per Vestoj, Demna Gvasalia ha espresso la sua idea di autenticità, ironia e strategia di vendita in merito a Vetements e Balenciaga.

Cominciando dalla definizione di autenticità, lo stilista spiega come sia un concetto personale e come secondo lui significhi sostanzialmente rispettare le origini: un parka, ad esempio, per essere autentico deve essere in cotone e di colore khaki; se proposto in denim, invece, non può essere considerato tale. Qualsiasi cosa, per essere associata alla parola “autenticità”, deve ricondurre ad un’esperienza passata.

Riguardo i suoi lavori come fondatore di Vetements e direttore creativo di Balenciaga, Demna sostiene di non aver mai inventato nulla di nuovo (ad eccezione delle pantashoes), ma solamente di aver proposto una versione riadattata, tenendo sempre conto dell’originalità. Lo si percepisce maggiormente nel suo approccio con Balenciaga: ha saputo modernizzarla imparando dall’archivio di Cristobal Balenciaga. Essere autentici significa essere riconoscibili. Se pensiamo agli abiti in tweed, ci viene subito in mente Chanel e così è per Vetements e Balenciaga oggi, si percepisce il nome Demna Gvasalia come se fosse un marchio di fabbrica.

Inoltre, ha aggiunto “per essere autentico devi stare bene con te stesso. A me piace molto essere ambiguo quando mi vesto, oggi per esempio indosso sneakers da €700 con un giubbotto Monoprix (catena di supermercati). Se tu frequenti la moda, capisci che ne faccio parte, ma se invece non sai nulla di questo mondo puoi benissimo scambiarmi per un ragazzo che lavora al supermercato. Tutto ciò mi fa sentire autentico. Vado all’headquarter di Balenciaga in tuta, perché io sono così. Non potrei mai mettere un cappotto Burberry con una maglia a collo alto solo perché il contesto me lo impone, non sarei autentico con me stesso.”

Collegandosi al concetto di ironia, lo stilista georgiano racconta come Vetements sia stato fin da subito legato ad un atteggiamento ironico. Agli insider piacciono le sue creazioni perché essendo brutte vengono considerate innovative. In realtà il suo intento è di trovare la bellezza nelle cose apparentemente brutte. Del resto chi stabilisce cosa è bello e cosa è brutto? Lo scopo di Vetements è porre delle domande delicate utilizzando la moda, l’ironia ed il sarcasmo. Questo pensiero è stato anche trasferito in Balenciaga, ne è un esempio la borsa ispirata ad Ikea. Gvasalia racconta che nel periodo in cui studiava ad Anversa era solito passeggiare con la famosa FRAKTA Bag per la sua capienza e per il suo prezzo irrisorio. Decide così di importare la sua esperienza in una sfilata, creando una borsa con le stesse sembianze ma in pelle. In questo modo ha trasformato un oggetto economico in un accessorio di moda costosissimo. Secondo lui, il connubio perfetto tra ironia ed autenticità.

L’intervista si conclude poi con Demna che racconta la sua strategia di vendita con Vetements. Ha dichiarato come per lui sia estremamente importante non svendere il proprio brand. Nel momento in cui un marchio incontra il successo, i buyer propongono di aumentare la produzione, offrendo così maggiori entrate. Questa situazione è però pericolosa perché rischia di saturare il mercato. È infatti noto che un prodotto diffuso in quantità limitata sia più appetibile. Il segreto è quindi trovare un equilibrio, pensando ad una strategia a lungo termine e non ai guadagni immediati.

 

Cosa ne pensate? Vi ritrovate nelle sue parole?