Diciamo tutti “amo”

Sarebbe difficile non dirlo anche solo per un giorno: “amo” è diventato da un momento all’altro la base del linguaggio quotidiano, quasi insostituibile per facilità, versatilità e iconicità.

«Non è facile stabilire quando amo sia entrata nell’uso: nasce probabilmente nella lingua parlata, dove abbreviare è una prassi comune, soprattutto per esigenze di velocità e spontaneità» ci spiega Ilaria Fiorentini Professoressa di Linguistica. «Sicuramente, l’uso sui social (anche in chiave ironica, come nella variante amïo del cosiddetto “parlare corsivo”) ha contribuito alla sua popolarità già a partire dalla metà degli anni 2010».

Anche se difficile trovare il momento esatto in cui tutti abbiamo iniziato a dirlo, è invece facile capire perché. Amo è diventato il modo più facile e veloce di rivolgersi a chiunque grazie alla sua versatilità in fatto di genere e tono – si può dire ad amici, amanti e sconosciuti allo stesso modo.

«La particolarità di amo è la sua versatilità, ovvero la possibilità di essere utilizzato per rivolgersi a persone con cui si hanno rapporti di tipo diverso (di amore, ma anche di amicizia), mantenendo un tono intimo ma non necessariamente romantico».

Ovviamente amo è la forma abbreviata di amore, come ci spiega Ilaria Fiorentini «un allocutivo, ovvero un termine usato per rivolgersi direttamente alla persona con cui stiamo parlando, spesso per attirarne l’attenzione». La cosa interessante di amo, oltre alla sua onnipresenza, è anche il fatto che sia nato come meme. Solo nell’ultimo anno abbiamo infatti smesso di usarlo in modo ironico, facendolo diventare il sostituto di qualsiasi nome proprio o vezzeggiativo altro. «Quando una parola viene usata con grande frequenza, anche in modo ironico, inizia a sembrare “naturale”, attenuando la sua carica ironica» ci spiega Fiorentini. Aggiungendo poi che a questo punto qualsiasi parola verrà dopo amo sembrerà strana vista dall’esterno ma che, proprio come è successo con amo, il suo utilizzo prolungato e la caratteristica intrinseca di espressività la renderanno accettata al pari.

«È interessante notare che in diversi dialetti (come il napoletano) forme come amò o ammò sono in uso da molto tempo, da ben prima che esistessero social e meme».

Passato da meme a realtà quotidiana, amo sembra essere la classica locuzione abbreviata (come erano state fra e bro prima di lei) in uso nell’italiano giovanile in costante movimento ma allo stesso tempo la sensazione è che sia qualcosa di più. Sarà che è la prima ad essere neutra e quindi sempre corretta? Sarà che per mezza Italia era già comune da anni (come ci spiegano in dialetti come il napoletano amò o ammò sono dei grandi classici)? Sarà che ha dentro un po’ di amore? Comunque tutti diciamo amo e non riusciamo a smettere – e non smetteremo.