Dopo il percorso intrapreso l’anno scorso con la Central Saint Martin di Londra, che ha visto l’assegnazione di cinque borse di studio, Dr. Martens si è spostata in Italia per collaborare con NABA, Nuova Accademia di Belle Arti a Milano, per supportare i giovani talenti e la loro creatività. Al progetto hanno partecipato quattro classi del Triennio in Fashion Design, impegnate in un workshop trimestrale intensivo. Gli studenti sono stati chiamati a reinterpretare gli iconici boots di Dr. Martens attraverso un percorso creativo che ha dato loro la possibilità di esprimersi utilizzando gli stivali come una tela bianca. Tra le tematiche esplorate, il design sostenibile ha avuto un ruolo centrale, con l’impiego di materiali eco-friendly e tecniche di produzione a basso impatto ambientale. La partnership è stata poi celebrata anche durante la sfilata di NABA “Stitching Words” tenutasi il 24 giugno, in cui i progetti finalisti selezionati hanno visto i loro boots Dr. Martens sfilare ai piedi dei modelli.
Ciascun gruppo era diretto da un insegnante NABA: quello guidato dal docente Ivan Bontchev, che si è concentrato su catene ed accessori per esaltare l’intramontabilità della silhouette 1460 cherry red. I quattro team dell’insegnante Annie Lerner: il primo si è focalizzato sul concept Black is the New White. In questo caso la silhouette 1461 è stata trasformata in uno strumento di denuncia e sensibilizzazione nei confronti del razzismo; il secondo ha lavorato sui contrasti facendo emergere una caratteristica identitaria del prodotto Dr. Martens, ovvero il suo essere bold; il terzo si è interrogato sulla moda del futuro dove il boot è stato portato all’esasperazione romantico onirica tramite piume, nastri e perle; mentre il quarto ha ingrandito la suola su cui ha applicato una spuma in silicone e arricchito il corpo della calzatura con elementi artistici in ceramica. Infine, il gruppo del docente Alberto Zanoletti, che si è impegnato in una ricerca stilistica alle radici dei movimenti socio culturali che si sono intrecciati con la storia di Dr. Martens.
Abbiamo intervistato alcuni studenti per capire direttamente la loro esperienza in questo progetto.
Gruppo del docente NABA Ivan Bontchev, a cui hanno partecipato gli studenti del Triennio in Fashion Design, indirizzo Fashion Styling and Communication: Rafaella Avalos, Julia Manzoli Almeida Cardoso, Maharani Dewi Armala, Chadly Forlan Maduka, Roberta Guarnera.
Dr. Martens è sinonimo di libertà di espressione, cosa significano per voi queste parole?
Per noi, la libertà di espressione significa avere il coraggio di essere noi stessi senza temere il giudizio degli altri. Dr. Martens incarna perfettamente questa filosofia, rappresentando una tela su cui ognuno di noi può dipingere la propria identità. Le sue scarpe non sono semplici accessori di moda, ma simboli di autenticità e individualità. Indossare Dr. Martens significa abbracciare la nostra unicità e trasmettere un messaggio di autonomia e creatività.
La libertà di espressione per noi vuol dire poter manifestare i nostri pensieri, le nostre emozioni e la nostra personalità in modo aperto e sincero. È il diritto di mostrare al mondo chi siamo veramente, senza filtri né compromessi. In un’epoca spesso dominata dal conformismo e dall’omologazione, Dr. Martens rappresenta un faro di indipendenza, invitandoci a esprimere liberamente chi siamo.
Indossare un paio di Dr. Martens è come fare una dichiarazione di intenti: è un modo per dire che non ci pieghiamo alle aspettative degli altri, che celebriamo le nostre differenze e siamo orgogliosi delle nostre peculiarità. La libertà di espressione è anche un atto di coraggio. Significa affrontare il mondo con fiducia, consapevoli che ciò che ci rende diversi è anche ciò che ci rende forti. Dr. Martens ci ricorda che la vera bellezza risiede nella diversità e che ognuno di noi ha una storia unica da raccontare. In questo senso, le scarpe diventano un mezzo attraverso il quale possiamo condividere le nostre storie personali, le nostre lotte, le nostre vittorie e le nostre aspirazioni.
In definitiva, per noi, libertà di espressione e Dr. Martens vanno di pari passo. Entrambi ci incoraggiano a essere fieri di chi siamo, a celebrare la nostra individualità e a esprimere il nostro vero io con passione e autenticità.
Le silhouette di Dr. Martens sono icone che hanno attraversato epoche, simboli che hanno influenzato sottoculture. Qual è il primo ricordo che avete di Dr. Martens?
Dr. Martens è un brand iconico che ha segnato diverse generazioni, ma i nostri primi ricordi risalgono a circa dieci anni fa, quando lo stile “alternative” e l’estetica “Tumblr” erano al loro apice. In quel periodo, gli stivali Dr. Martens erano un vero e proprio simbolo di appartenenza. Ricordiamo che erano un must-have nei nostri guardaroba: chiunque volesse esprimere la propria individualità e appartenenza a quella scena doveva avere un paio di Dr. Martens. Questi stivali rappresentavano molto più di una semplice scelta di moda; erano un’affermazione di stile e di identità culturale, un elemento essenziale per chiunque volesse distinguersi e sentirsi parte di un movimento più ampio.
Qual è stato l’approccio e l’ispirazione nel rielaborare la silhouette Dr. Martens?
La nostra ispirazione principale è venuta dall’identità stessa di Dr. Martens, un marchio che da sempre incarna ribellione e individualità. Abbiamo voluto mantenere questi valori nel nostro progetto, ma con un tocco contemporaneo che rispecchi i gusti e le esigenze della nuova generazione. Abbiamo anche guardato al lavoro di Panos Yiapanis, un celebre stylist noto per il suo stile editoriale punk e avanguardista. Yiapanis riesce a combinare elementi di ribellione e minimalismo in modo unico, creando look che sono allo stesso tempo audaci e raffinati. Questa fusione di avanguardia e pulizia estetica ci ha molto ispirati.
Il nostro obiettivo era di trasporre questa filosofia in un nuovo design che potesse parlare ai giovani ribelli e agli appassionati di moda di oggi. Volevamo creare una silhouette che fosse moderna e innovativa, ma che allo stesso tempo rispettasse l’eredità del marchio. Abbiamo quindi deciso di creare un prodotto che fosse sia fedele alle radici del brand sia in linea con le tendenze attuali. Questo approccio ci ha permesso di creare una collezione che onora il passato ma guarda al futuro, offrendo ai giovani una nuova interpretazione di un’icona senza tempo.
Qual è stata invece la sfida più grande che avete incontrato? Il progetto è stato più stimolante dal punto di vista creativo/di progettazione o di quello pratico?
La sfida più grande è stata sicuramente bilanciare l’innovazione con il rispetto per il design originale. Volevamo creare qualcosa di molto innovativo senza tradire l’identità di Dr. Martens. Trovare questo equilibrio non è stato semplice, poiché ogni modifica doveva essere attentamente valutata per assicurarci che mantenesse l’essenza del brand pur introducendo nuovi elementi.
Il nostro progetto è stato estremamente stimolante sia dal punto di vista creativo e di progettazione, che da quello pratico. Creativamente, ci ha permesso di esplorare nuove idee e sperimentare con diversi stili e materiali. Abbiamo potuto dare libero sfogo alla nostra immaginazione, cercando di reinterpretare un’icona senza tempo in una chiave moderna. La sfida era trovare modi per integrare elementi contemporanei mantenendo al contempo i tratti distintivi che rendono Dr. Martens riconoscibili.
Dal punto di vista pratico, ci siamo confrontati con la selezione e l’implementazione di materiali che si abbinassero al meglio all’estetica del brand, questo ha richiesto una ricerca approfondita per garantire che ogni componente rispettasse le nostre aspettative.
L’intero processo ci ha insegnato molto sull’importanza di un approccio multidisciplinare, dove la creatività e la praticità devono andare di pari passo per realizzare un prodotto che sia innovativo ma anche realizzabile e funzionale. In definitiva, è stata una sfida che ci ha arricchito professionalmente e personalmente, rafforzando la nostra capacità di lavorare in team e di trovare soluzioni creative a problemi che spuntano dinanzi.
Dal punto di vista di futuri designer, di cosa c’è bisogno per supportare i nuovi talenti?
Per supportare i nuovi talenti nel design, è fondamentale creare spazi di sperimentazione e apprendimento. Promuovere una cultura di inclusività e diversità è essenziale per far emergere prospettive nuove e originali. Inoltre, incoraggiare una mentalità aperta verso l’errore come parte del processo creativo può aiutare noi giovani designer a crescere e innovare senza timori. Saper ascoltare davvero le nostre idee e abbracciare le nuove menti senza considerarci un anti-tradizione è cruciale. Le nostre idee non sono una minaccia, ma una continuazione e un’evoluzione delle tradizioni. Ascoltarci significa riconoscere che abbiamo prospettive fresche e innovative che possono arricchire il settore. Una formazione di qualità che non solo ci dia le competenze tecniche, ma che ci ispiri e ci faccia capire l’importanza dell’etica e della sostenibilità è fondamentale per noi. Avere accesso alle risorse, come laboratori ben attrezzati e materiali di qualità, è cruciale per permetterci di sperimentare e realizzare le nostre idee. Facilitare tirocini, stage e opportunità di lavoro presso aziende di design, studi creativi e startup è un passo fondamentale. Queste esperienze ci permettono di mettere in pratica ciò che impariamo e di sviluppare competenze reali, oltre a costruire reti di contatti preziosi nel settore. Promuovere un ambiente inclusivo e diversificato, dove ognuno di noi si senta valorizzato e rispettato per quello che è. La diversità di pensiero, esperienze e culture è una risorsa incredibile che può portare a soluzioni di design più ricche e innovative. Dobbiamo sentirci parte di un contesto che celebra la nostra diversità come un punto di forza. Il supporto morale è cruciale per noi. Avere mentori che ci guidino e ci incoraggino è fondamentale per affrontare le sfide della nostra carriera. I mentori possono darci consigli preziosi e aiutarci a sviluppare la fiducia nelle nostre capacità, permettendoci di crescere sia professionalmente che personalmente. Insomma, per noi futuri designer, il supporto significa creare un ambiente in cui ci sentiamo ascoltati, valorizzati e ispirati a dare il meglio di noi stessi. Solo così potremo diventare la prossima generazione di designer innovativi e responsabili.
Primo gruppo della docente NABA Annie Lerner, a cui hanno partecipato gli studenti del Triennio in Fashion Design, indirizzo Fashion Styling and Communication: Erika Deleo, Nicole Villa, Evelina Khizova, Emma Fabbian, Silvia Di Girolamo.
Dr. Martens è sinonimo di libertà di espressione, cosa significano per voi queste parole?
Dr. Martens rappresenta una potente dichiarazione di individualità e autenticità. Quando pensiamo a “libertà di espressione” in questo contesto, immaginiamo la capacità di esprimere la propria identità unica senza compromessi, sfidando le norme convenzionali. Queste parole evocano un senso di empowerment, di poter dire e mostrare chi siamo realmente, attraverso il nostro stile personale, in un mondo che spesso cerca di omologare e standardizzare, significa essere liberi di essere noi stessi, e Dr. Martens incarna perfettamente questo stile.
Le silhouette di Dr. Martens sono icone che hanno attraversato epoche, simboli che hanno influenzato sottoculture. Qual è il primo ricordo che avete di Dr. Martens?
Il nostro primo ricordo delle Dr. Martens risale alle scuole medie, quando i nostri genitori ci comprarono il nostro primo paio di classici anfibi neri. Ricordiamo ancora l’emozione di indossarle per la prima volta, sentendoci parte di qualcosa di più grande. Quelle scarpe non erano solo un accessorio di moda, ma un simbolo di identità e appartenenza. Alcuni di noi le avevano per un viaggio, altri per l’uso quotidiano, e per alcuni erano le vintage del papà. Attraverso i nostri ricordi e la nostra esperienza con le Dr. Martens, abbiamo capito che, nonostante il passare degli anni, queste scarpe rimangono una moda intramontabile.
Qual è stato l’approccio e l’ispirazione nel rielaborare la silhouette Dr. Martens?
Partendo dalla storia della scarpa Dr. Martens e del valore che acquisisce durante la sua storia per le sottoculture punk rock, abbiamo voluto dare valore alla ribellione, trasmettendo un messaggio di abbattimento dei canoni estetici, raccontando di un amore ribelle.
Il nostro concept si propone di realizzare una calzatura che amalgami due estremi apparentemente inconciliabili. Prendendo spunto da varie opere cinematografiche, come “Edward mani di forbice”, la coppia protagonista incarna un contrasto visivo e psicologico: lui appare freddo, ruvido, privo di sentimenti, con un’aura punk, mentre lei si presenta con un’estetica dolce, amorevole e coquet. Questa coppia simboleggia la rottura degli stereotipi basati sull’apparenza e sui pregiudizi. L’aspetto esteriore di una persona non riflette necessariamente il suo mondo interiore, poiché l’amore può unire in modo sorprendente due mondi all’apparenza inconciliabili, superando l’hating generale, che caratterizza la nostra generazione nei confronti di chi è diverso e apparentemente non conforme agli standard.
Qual è stata invece la sfida più grande che avete incontrato? Il progetto è stato più stimolante dal punto di vista creativo/di progettazione o di quello pratico?
Il team working è stato un punto di forza per la realizzazione di questo progetto , sicuramente a livello pratico la sfida più grande è stata la realizzazione della suola , poiché volevamo fosse impattante e unica, ma con pazienza e la ricerca dei materiali giusti siamo rimaste ben soddisfatte del risultato finale.
Dal punto di vista creativo, lavorare con un brand così iconico offre un’opportunità incredibile per esplorare e innovare mantenendo un legame con la tradizione. La sfida principale è stata trovare un equilibrio tra rispetto per l’eredità storica di Dr. Martens e l’integrazione di elementi moderni e freschi. È stato stimolante sviluppare nuove idee, sperimentare con design e materiali, e pensare a come le silhouette classiche potessero essere reinterpretate per le nuove generazioni. Ogni fase della progettazione era un invito a pensare fuori dagli schemi, a creare qualcosa di audace e significativo. Allo stesso tempo, dal punto di vista pratico, il progetto ha richiesto attenzione meticolosa ai dettagli e alla coerenza con il concept. L’aspetto pratico ha permesso di vedere come le idee creative possano essere trasformate in prodotti reali e tangibili, un viaggio che ha bilanciato creatività e praticità. Ogni aspetto ha contribuito a rendere l’esperienza complessiva estremamente stimolante, offrendo un senso di realizzazione sia nella fase di progettazione che in quella di esecuzione.
Dal punto di vista di futuri designer, di cosa c’è bisogno per supportare i nuovi talenti?
Supportare i nuovi talenti richiede un impegno collettivo da parte delle istituzioni educative, delle aziende del settore e della comunità fashion. Creare un ambiente ricco di opportunità, risorse e supporto può aiutare i futuri designer a sviluppare il loro pieno potenziale e a innovare nel mondo del design. Abbattere la costante competizione per promuovere una forma di solidarietà e collaborazione che renda questo mondo meno difficile nella gestione.
Terzo gruppo della docente NABA Annie Lerner, a cui hanno partecipato gli studenti del Triennio in Fashion Design, indirizzo Fashion Styling and Communication: Marianna Arena, Giorgia Bicciato, Antonella Grieco, Thomas Frigeri, Jenny Suter.
Dr. Martens è sinonimo di libertà di espressione, cosa significano per voi queste parole?
Per noi, la libertà di espressione significa poter essere ed esprimere la nostra identità senza timore di giudizio o ripercussioni. Essa rappresenta la possibilità di condividere liberamente le nostre idee, opinioni e sentimenti. La libertà di espressione include anche il diritto di discutere tematiche attuali cercando di trasmettere i concetti nel modo più chiaro e accurato possibile. È attraverso questa libertà che possiamo favorire la comprensione reciproca, stimolare il progresso sociale e culturale, e promuovere un ambiente in cui ogni voce ha il diritto di essere ascoltata e rispettata.
Le silhouette di Dr. Martens sono icone che hanno attraversato epoche, simboli che hanno influenzato sottoculture. Qual è il primo ricordo che avete di Dr. Martens?
Il nostro primo ricordo riguardo a Dr. Marten è legato alla grande influenza del brand nella moda e nelle culture giovanili, quando Dr. Martins riacquisì popolarità diventando nuovamente popolare grazie al riaffiorare delle tendenze grunge e punk, ma anche il casual moderno. Questi ricordi oltre ad essere legati al ritorno di alcune sub culture sono legati anche a svariati artisti, cantanti, film/serie tv e attori che, indossando le scarpe catturavano e si identificavano nello stile ribelle e alternativo di quei tempi, dove le Dr. Martens venivano spesso associate a un look casual ma distintivo, perfetto per esprimere un senso di individualità e appartenenza a una cultura giovanile.
Qual è stato l’approccio e l’ispirazione nel rielaborare la silhouette Dr. Martens?
L’approccio che abbiamo dedicato al progetto Dr. Martens è stato molto diretto e approfondito. Per analizzare il brand infatti abbiamo fatto una ricerca sotto vari punti di vista come: social media, history, target e abbiamo cercato di capire quale prodotto, rielaborato, poteva essere efficace per attrarre il consumatore. Dopo questo processo di analisi abbiamo approcciato alle tendenze e anche all’heritage del brand di Commes des Garçons, prendendone spunto e unendola all’estetica Dr.Martens senza variarne l’identità originaria. Per quanto riguarda la customizzazione abbiamo scelto di utilizzare una tecnica di pittura che ha un effetto screpolato chiamato craquelé.
Qual è stata invece la sfida più grande che avete incontrato? Il progetto è stato più stimolante dal punto di vista creativo/di progettazione o di quello pratico?
La sfida più grande che abbiamo affrontato è stata quella di dover rappresentare al meglio l’ampia tematica scelta, unendo la creatività con la praticità, senza perdere di vista l’idea centrale. La sfida affrontata comprendeva la necessità di bilanciare l’idea con la creatività, conciliandola con l’indossabilità delle scarpe. È stata stimolante sia la progettazione, sia la realizzazione, dal momento che nella prima fase è stato entusiasmante unire i nostri diversi punti di vista in un unico sviluppo; nella seconda fase è stato soddisfacente mettere in pratica quanto progettato. Abbiamo così avuto conferma delle nostre capacità nell’attuare un vasto tema.
Dal punto di vista di futuri designer, di cosa c’è bisogno per supportare i nuovi talenti?
Per supportare i nuovi talenti è necessario un insieme di risorse e, soprattutto opportunità, come questa, di lavorare a contatto di un’azienda affermata, che possano aiutarci a sviluppare le competenze e esprimere la creatività, così da potersi inserire nel mondo della moda.
É fondamentale avere la possibilità di relazionarsi con esperti nel settore e poter collaborare con loro per avere una visione più ampia e completa, permettendoci di stimolare le nostre capacità, metterci in gioco e sperimentare nuove esperienze formative.