“Dubbi” è una delle tracce più belle del rap italiano

Quando si parla di rap è sempre difficile dare dei giudizi definitivi, che siano uguali e giusti per tutti. È sempre tutto quanto molto personale – e grazie a Dio, aggiungeremmo – quando si ascolta un disco. Di fatto, non succede mai che le persone siano d’accordo su quelle che sono le tracce migliori di un progetto e tantomeno si riesce a trovare l’unanimità quando si parla dell’album più bello del rap italiano. 

Ingrandendo il cerchio, decisamente più difficile è voler definire – tra tutte le tracce uscite nella storia del rap italiano – la più bella di sempre. Non ci siamo voluti buttare in quest’impresa quindi, sarebbe stato deleterio e impossibile, ma abbiamo sentito la necessità di mettere un punto su uno di quei pezzi che indubbiamente corre in gara per essere tra i migliori. Parliamo di “Dubbi” di Marracash.

Questa è sicuramente la sua più personale, ma la sento anche tanto mia. Se i miei pensieri si trasformassero in canzone sarebbe questa, dopo averla ascoltata ho preso una pausa per ascoltare il resto. Ho i brividi.

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È un’affermazione forte quella di voler dire cosa è meglio e cosa è peggio, audace per alcuni, sbagliata per altri. Occorre chiedersi prima che cosa significa – almeno per noi – che un brano possa definirsi uno dei più belli di un intero genere. Perché dovrebbe? Cos’ha che altri non hanno?

Il flow potrete dire, il sound, la tecnica, l’energia, la delivery. Tutte caratteristiche valide, certo, ma che diventano prive di ogni valore di fronte al gusto personale di ognuno. La vera forza sta invece nell’emozione, e aspettate, non quella che tocca il singolo, bensì quella che riesce a catturare, comprendere e raccontare un intero periodo storico. Non solo, a cogliere l’elemento che accomuna tutte le generazioni che stanno vivendo qui e ora. È una questione di rappresentanza.

Questo pezzo andrebbe studiato a scuola. Sul podio delle tracce più belle della storia del rap italiano.

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In un’epoca in cui siamo vittime della frenesia del tempo, Marracash con “Dubbi” si ferma e ci dice ciò che non vorremmo sentire ma che ci riguarda fin troppo per essere ignorato. Quasi come fosse la nostra coscienza, la coscienza di un’epoca, Marracash racconta il paradosso dell’insoddisfazione e non possiamo che stare ad ascoltarlo. Perché parla a sé stesso, ma parla di chiunque. Ed è quando affermazioni così tanto personali e intime arrivano a tutti, che è facile capire di essere davanti a un pezzo che ha qualcosa di più degli altri. Non si tratta più di gusto personale.

Marra è sempre stato propenso a incastonare le sue parole nel tempo. Nel suo disco “Persona” ha voluto riprendere e rifare proprio, con uno sfondo attuale da cui attingere, un altro dei brani culto che possiamo mettere sicuramente tra i più belli di sempre, “Quelli Che Benpensano”. Lo ha fatto proprio perché quel pezzo rappresentava un’epoca, era una fotografia che voleva scattare di nuovo 20 anni dopo, ma non ci si è resi conto che la vera foto che immortala i nostri anni, con tutte le sue generazioni all’interno, è un’altra ed è nel disco successivo. A “Quelli Che Non Pensano”, di fatto, mancavo i dubbi che Marracash ha proposto in “Noi, Loro e Gli Altri”.

Se vogliamo essere più precisi, quindi, è forse questo quello che potremmo dire: “Dubbi” è il pezzo più bello dell’epoca moderna del rap italiano, quella in cui tutti – artisti e ascoltatori – vivono oggi. Persi, insoddisfatti e sempre alla ricerca di qualcosa.