Da sempre il wrestling WWE vive di cicli, con momenti di espansione globale alternati a periodi di stagnazione. Tutti ricordiamo il periodo del boom in Italia a cavallo degli anni 2000. Ma il 2024-2025 sembra segnare un nuovo apice: la compagnia non solo continua a dominare l’intrattenimento sportivo, ma sta ridefinendo il suo stesso posto nella cultura pop.
L’approdo di RAW su Netflix, le apparizioni di star come Travis Scott, l’espansione in Europa con un tour senza precedenti, la trasformazione dei Premium Live Events, la presenza costante della WWE in spazi online e in discussioni insospettabili, raccontano una storia chiara: questo non è solo un buon momento per il wrestling, è probabilmente il migliore dell’era moderna.
Basta una foto per raccontare tutto: The Rock, John Cena e Travis Scott, inquadrati in uno scatto che ha fatto il giro del mondo. Un’immagine che acquista ancor più significato se pensiamo che, più o meno nelle stesse ore, a Hollywood durante la notte degli Oscar si festeggiava la vittoria dell’indie. Da una parte Sean Baker, quattro Oscar dopo un’esistenza devota a vivere e raccontare i margini. Dall’altra un trio dallo star power pressoché infinito. E va sottolineato che l’apparizione di Travis Scott a Elimination Chamber non è stata solo un cameo di lusso come tanti prima di lui: il rapper è entrato fisicamente nella narrazione, accompagnando The Rock e partecipando all’attacco su Cody Rhodes. Un momento che ha fatto discutere e che ha subito alimentato ipotesi su un suo coinvolgimento anche in WrestleMania 41. Se così fosse, la WWE porterebbe la fusione tra wrestling e cultura pop a un nuovo livello, come già accaduto in passato con Bad Bunny e Logan Paul.
Passaggi che si uniscono all’accordo che ha portato la WWE a presentare settimanalmente RAW (e altri contenuti) su Netflix. Un accordo che cambia tutto e i numeri lo hanno dimostrato immediatamente. RAW diventa lo show sportivo più accessibile al mondo, abbandonando il vecchio concetto di appuntamento settimanale in TV per abbracciare la distribuzione globale dello streaming. Il pubblico cambia, si allarga a un punto di vista generazionale e, soprattutto, abbatte ogni tipo di confine geografico. Così la WWE si avvicina ad ancora più persone, situate in ogni angolo del mondo, che il wrestling non lo avevano mai visto, dando vita a un circolo vizioso che porta star di ogni tipo a voler rubare un briciolo di quella visibilità, a voler vivere il momento.
E qui l’Europa sta al centro con un tour senza precedenti. Se l’amministrazione americana non è mai stata più lontana dall’Europa come in questo momento, di certo lo stesso non si può dire lo stesso della WWE.
La fanbase nel Vecchio Continente non ha mai scarseggiato, con alcuni show (e soprattutto alcuni PLE) che da tempo si svolgono in varie città europee. In Italia, ad esempio, rimane memorabile la puntata di RAW tenutasi a Milano nel 2007. Ma anche in questo ambito siamo davanti a un qualcosa di mai visto. Il tour pre-WrestleMania toccherà più paesi europei che mai, Italia inclusa con un episodio di SmackDown che si terrà a Bologna il 21 marzo, consolidando una presenza che ormai non è più solo episodica.
Ora la WWE sembra trattare il Vecchio Continente come un vero e proprio mercato di riferimento. Il pubblico, che d’un tratto si trova nel cuore del periodo più importante dell’anno, risponde con entusiasmo dimostrando che la domanda è altissima. E, riallacciandoci al discorso Netflix di prima, il fenomeno non potrà che continuare ad auto-alimentarsi, magari raggiungendo un giorno il livello dei PLE negli Stati Uniti (che per i maggiori si spostano sempre più su stadi enormi riempiti per due serate di fila).

Ma qual è il vero segreto alla base di questa nuova vita? Per capirlo occorre fare un passetto indietro e domandarsi perché alle persone interessa un “non sport”, un’attività che finge di essere agonistica. La risposta è una: vedere una rappresentazione in cui i protagonisti sono disposti a giocarsi la vita per raccontare una storia. Una visione in cui realtà e finzione si fondono fino a diventare indistinguibili.
Data la premessa, allora, dipende tutto dalla qualità di quella storia e dalla bravura dei suoi interpreti. E se la WWE è così forte oggi lo è per due motivi. Un cambio societario – dirigenziale e una figura capace di rappresentare questa generazione di fan: Cody Rhodes. Il suo percorso lo ha portato a diventare, a partire da WrestleMania 40, il volto della compagnia, in un’era in cui serviva disperatamente un nuovo punto di riferimento. Nei mesi successivi, dopo l’annuncio del ritiro di John Cena con relativo tour che si sarebbe svolto lungo tutto il 2025, era inevitabile che i due, il vecchio e il nuovo volto della compagnia, prima o poi si sarebbero dovuti incontrare in un match titolato.
Ma anche in questo caso la nuova gestione ha saputo sorprendere tutti, con il turn heel (ovvero un buono che diventa cattivo) di John Cena. Un evento che il mondo attendeva da vent’anni e che la compagnia aveva sempre negato che viene a concretizzarsi nel momento più giusto, portando l’hype alle stelle proprio all’inizio dell’avventura di Raw su Netflix e prima del tour europeo che porterà a WrestleMania 41.
Nuove piattaforme, nuovo pubblico, uno star power in continua crescita e grandi storie. Questi sono i segreti della nuova età dell’Oro della WWE che ha reso il Wrestling ad essere un argomento di massa, più trendy che mai.