È giusto arrabbiarsi se c’è chi compra le Air Jordan 1 Mid?

“Nel terzo trimestre del 2020, venticinque delle cento sneakers più vendute in Italia da StockX sono Air Jordan 1 Mid.”

Sono passate poche settimane da quando Highsnobiety ha pubblicato su Instagram una scheda con questo particolare dato, un estratto di un’analisi pubblicata dal sito tedesco riguardante l’enorme mercato legato alla youth culture.

Il post deve aver toccato un nervo scoperto di molti sneakerhead, dato che nella sezione commenti si è scatenata la “sneaker indignazione” di moltissimi dei follower di HS. Tra chi cercava di difendere l’italico buon gusto in fatto di sneakers e chi chiedeva sanzioni di varia natura verso chi compra, l’obiettivo comune contro cui tutti si sono scagliati erano le Air Jordan 1 Mid.

Sembra che la colpa principale delle Mid sia la lesa maestà: impensabile possa esserci al mondo qualcuno che preferisce questa versione alla classica Air Jordan 1 Hi Top, un’icona nel mondo delle sneakers. Il parere comune tra gli sneakerhead è che l’unico modo per apprezzare le Air Jordan 1 Mid sia non conoscere la storia del modello o, ancora peggio, non essere un “vero appassionato”.

Proviamo ad approfondire i dati mostrati da Highsnobiety.

Sono stati molti gli italiani che si sono sentiti toccati nel vivo dal post citato ma andando a leggere l’analisi pubblicata da HS si scopre che sì, un quarto delle cento scarpe più vendute in Italia sono Air Jordan 1 Mid. L’ottima performance del contestato modello, però, si estende anche a Francia e Regno Unito: sommando i dati relativi a queste tre nazioni si scopre quindi che le Mid coprono il 63% delle vendite totali di Air Jordan 1, Low escluse.

Italia, Francia e Regno Unito sono le prime tre nazioni citate da StockX nel suo report relativo al 2019 come i mercati in più rapida crescita al mondo. Non è quindi un caso che i tre stati europei abbiano acquistato così tanto nel 2020.

Per quanto riguarda le Air Jordan 1 Mid? Anche qui, nessuno dovrebbe sorprendersi. Sempre nel report relativo al 2019 StockX ha messo la 1 al primo posto nella classifica per market share con il 23%, a fronte del 18% per adidas Yeezy 350 V2 e 6% per Nike Air Force One.

Ma se nessuno sneakerhead comprerebbe mai delle 1 Mid, come mai così tante paia passano per StockX?

A questo punto serve fare un’analisi più complessa della statistica pubblicata da Highsnobiety. I numeri riportati nelle analisi di StockX e Highsnobiety sono incontrovertibili e segnalano un’importante vittoria tanto per Air Jordan, quanto per StockX.

I dati premiano la tattica attuata da Jordan Brand per promuovere la 1 Mid: negli scorsi anni la 1 Hi, nella sua versione tradizionale, è diventata un’icona pop che ha saputo varcare i confini dello sneaker world, diventando uno dei modelli più desiderati anche tra i “non sneakerhead”. Durante il 2019 la Air Jordan 1 Hi è stata una delle sneakers più proposte e vendute dal marchio, in quantità decisamente maggiori rispetto alla Mid che, al contrario, sono state proposte quasi esclusivamente in colorway molto limitate nell’ambito del Fearless Pack. Durante il 2020, invece, la 1 Mid è stata uno dei focus principali per Air Jordan che ha offerto il modello in maniera trasversale tra gli sneakerhead (utilizzando canali come SNKRS App) e tra i clienti casuali, con colorway prodotte in esclusiva per i negozi della grande distribuzione come JD, FootLocker, Snipes e simili.

Questo meccanismo ha permesso ad Air Jordan di “legittimare” agli occhi dei meno esperti le 1 Mid come modelli desiderati e richiesti, per poi renderle di facile reperibilità online o nei centri commerciali. In questo modo Air Jordan, insieme alle sue 1 Mid, ha venduto ai suoi clienti anche l’“esperienza sneakerhead”, con la corsa all’ultima colorway e le delusioni per i sold out. Il rilancio della Air Jordan 1 Mid è stato un successo enorme a livello non soltanto numerico ma anche narrativo: Jordan Brand è riuscito finalmente a riposizionare le Mid e spogliarle del ruolo da takedown economico a cui erano ormai condannate.

Per quanto riguarda StockX, invece, questi dati dimostrano in maniera chiara che l’azienda americana è riuscita a conquistare la fiducia (e i soldi) anche del pubblico esterno allo sneaker game. Questo non è di certo un fatto scontato, soprattutto se si pensa alla reticenza con cui, almeno inizialmente, anche gli sneakerhead maggiormente abituati all’utilizzo di marketplace per l’acquisto online si siano approcciati alla piattaforma. Ovviamente non sono disponibili dati riguardanti le reali intenzioni dei clienti che hanno scelto StockX per acquistare le loro Air Jordan 1 Mid, ma basta notare il bassissimo margine di ricarico applicato anche alle colorway più desiderate per dimostrare che per molti di loro acquistare attraverso la piattaforma statunitense non è stato molto diverso dal farlo sul sito Nike o tramite l’e-commerce di qualche noto negozio: semplicemente è il modo più facile per ottenere le sneakers che più desiderano.

Adesso che abbiamo capito chi compra le Air Jordan 1 Mid, vorrei rispondere alla domanda che, giunti a questo punto, è probabile si stiano facendo in molti: quindi è giusto arrabbiarsi se c’è chi compra le Air Jordan 1 Mid?

Ovviamente, la risposta è no (per non utilizzare espressioni più volgari). Senza scendere in dettagli riguardanti la difesa della sacra cultura delle sneakers, è inutile offendersi se esistono scarpe brutte e addirittura qualcuno le compra.

Sarebbe molto importante, arrivati a questo punto, che tutti gli appassionati di sneakers trovassero dentro di loro la forza per accettare che gli sneakerhead non sono il focus dei brand. Ai marchi, soprattutto se parliamo di colossali multinazionali dello sportswear, interessa fare soldi. Fine.

La cultura, il valore storico, la fedeltà ai vecchi modelli e così via sono tutti aspetti secondari se non addirittura collaterali. Ogni Air Jordan 1 Hi rilasciata negli ultimi anni è servita a creare l’immagine globale del modello che ha reso le 1 Mid un must-have per un pubblico infinitamente più ampio di quello dei nerd delle scarpe da ginnastica. Creare sneakers bellissime che fanno gridare al miracolo ogni appassionato costa tempo, fatica e un sacco di soldi, tutto per ottenere margini minimi e continui feedback negativi da sneakerhead perennemente insoddisfatti.

Rassegnatevi. È inutile continuare a perdere tempo indignandosi se il ragazzo incrociato sul tram non conosce la differenza tra una Air Jordan 1 “Chicago” e una Air Jordan 1 Mid “Chicago Toe”. Non è vostro il compito di creare proseliti per la sacra cultura delle sneakers e, tanto meno, non è interesse per Air Jordan che ogni persona al mondo sappia distinguere i due modelli.

Tutto questo senza considerare un dettaglio. Per ovvi motivi anagrafici molti degli sneakerhead che si sono stracciati le vesti nei commenti sotto il post di Highsnobiety sono nativi Air Jordan 1 Hi: non hanno vissuto il tragico decennio che ha separato l’uscita di Bred e Royal 2001 e la release della “Banned” nel 2011, in cui le 1 Mid sono state l’unica alternativa disponibile, tanto per gli appassionati quanto per i neofiti (per non parlare delle Air Jordan 1 con il Jumpman…).

Detto ciò, accettate un consiglio sincero: lasciate perdere. Sperare che i brand da un giorno all’altro possano decidere che la cultura vale più del profitto è inutile, così com’è inutile pensare che per acquistare delle scarpe da ginnastica possa servire il test d’ingresso o che solo pochi rari eletti possano meritarsele.

Lasciate perdere e compratevi quello che vi piace. Si vive meglio, promesso.

Dati
StockX, Highsnobiety
Foto
StockX, Highsnobiety, Nike, Flight Club, Sneakernews