L’estetica folle e quotidiana di Toiletpaper raccontata da Pierpaolo Ferrari

ToiletAlex PaperPrager (Damiani Books, 2024) è la veste del nuovo numero del magazine fondato da Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari questa volta in collaborazione con l’artista americana Alex Prager, come suggerisce il nome. Il magazine di Toiletpaper è cresciuto negli anni all’interno di un progetto più largo e oggi è declinato in linee di prodotti per la casa e accessori raccolte nell’appartamento Toiletpaper in Via Balzaretti a Milano. 

La necessità dei due creativi fondatori di creare qualcosa di unico, divertente e rappresentativo di un universo estetico immaginario è la stessa che guida il progetto oggi, anche se più in grande. A confermarlo è lo stesso Pierpaolo Ferrari che abbiamo intervistato proprio negli spazi dedicati a Toiletpaper Living.

Le nostre immagini sembrano un po’ vintage ma lo sforzo è sempre quello di raccontare le nevrosi della nostra società e della nostra cultura.

Il nome nasce da un’idea di Cattelan molto pratica: il destino dei magazine è quello di essere acquistati, sfogliati, digeriti e poi abbandonati in bagno – magari proprio vicino alla carta igienica. Un nome rivelatosi geniale e che ha accompagnato il progetto dall’inizio ad oggi attraverso il suo successo quasi immediato. Le carriere di Ferrari nella moda e di Cattelan nell’arte avevano bisogno di uno spazio esterno in cui i due creativi potessero sperimentare in modo allegro, come dice Ferrari “con il magazine volevamo uno spazio dove poter sbagliare, dove poter fare cose che potevano anche essere giudicate orrende, senza però incrinare la nostra professione principale”. Portare sulla carta un’immaginario visivo che era già ben conosciuto e apprezzato online è stato vincente e ha fatto andare subito virale il progetto appena nato.

Sono molto orgoglioso di considerare Toiletpaper non un progetto artistico. È nato così, non volevamo fare delle opere d’arte e vedere le nostre immagini appese in una galleria come un’opera d’arte era l’ultimo dei nostri desideri. 

“L’estetica e l’immaginario che si riconosce in Toiletpaper non li abbiamo inventati. Siamo anche noi sicuramente parte di una subcultura dell’immagine legata agli anni ’60, al pop ma anche al surrealismo”, racconta Ferrari. Un’identità che è stata spesso presa in prestito da altri per progetti scollegati da Toiletpaper confermando il meccanismo di influenze e “contagi” nella sfera artistica di oggi di cui è lo stesso Ferrari a parlarci. Un pensiero che sta dietro anche alle collaborazioni per il magazine come quella con Alex Prager oggi, quella con Martin Parr del 2018 e quella che uscirà a metà dicembre con Miles Aldridge per il nuovo numero del progetto che si chiamerà questa volta ToiletMiles PaperAldridge e che vedrà la collaborazione con il fotografo inglese che “vede una realtà di colori coordinati, graficamente pura e spigolosa“, definizione datagli da niente di meno di David Lynch. A Ferrari piace l’idea di raccontare la stessa storia in modi diversi. Nel nuovo numero ToiletAlex PaperPrager le 12 immagini curate da Cattelan e Ferrari convivono con le 12 di Prager, molto più cinematografiche. Lo stile di Toiletpaper è al limite del reale, con immagini create su set studiati nei minimi dettagli, armoniche e molto costruite; un modo di leggere il mondo molto diverso da quello di Prager e Parr che si affidano al realistico, anche se nelle sue rappresentazioni più folli e sbalorditive.

E il processo creativo? Viene raccontato come un processo molto libero in cui tante immagini nascono per caso e tante per errore. “La giornata di studio è molto bella perché siamo pieni di collaboratori; è un momento molto creativo in cui le idee che avevamo sulla carta risultano in foto poco interessanti ma allo stesso tempo la libertà che abbiamo sul set ci permette magari di trovare immagini completamente nuove, nate dallo scarto di altre”, spiega Ferrari. Anche quando lavorano con clienti esterni cercano sempre “di sbagliare”, ignorando le richieste o sovvertendole volontariamente. 

“Ritengo un’immagine vincente quando riesce a raccontare il contemporaneo”

Le immagini che il duo produce, spesso in modo spontaneo scegliendo di scattare al mattino e chiudendo il progetto la sera, vogliono rimanere come racconto e testimonianza di questo periodo, legandosi al presente senza guardare al futuro o pescare dal passato. Il racconto fatto per immagini secondo questo spirito ha portato naturalmente Toiletpaper a dedicarsi al design di oggetti quotidiani, che vivono e vengono vissuti nel presente proprio come il magazine ToiletAlex PaperPrager e il calendario 2025 pubblicato da Damiani Books, che ne riprende le immagini più forti. Il desiderio di ampliare il progetto raggiunge nei sogni di Ferrari una collaborazione con una compagnia aerea o con un supermercato, due modi perfetti per entrare nella vita delle persone direttamente, senza il limite della “nicchia dell’arte”. “Ci siamo sempre posizionati più nella cultura popolare, cercando di farci apprezzare nel mondo di tutti i giorni, è per questo che abbiamo iniziato a fare prodotti semplici e accessibili; anche il magazine è accessibile, nessuna limited edition”, spiega. 

“L’arte è forse uno degli strumenti migliori per comprendere la quotidianità, per comprendere il passato e il futuro; ma allo stesso tempo purtroppo non è sempre accessibile a tutti”

L’insieme di prodotti e immaginario visivo di Toiletpaper hanno prodotto un movimento a parte in cui è facile e divertente riconoscersi (definito da Ferrari un “mood”) e che è riuscito negli anni a permeare nel quotidiano sfondando la “nicchia” dei soliti fruitori d’arte. Un progetto che si chiude bene nella sfera del pop, restando fedele a quell’identità estetica e quello spirito ma adattandone in continuazione i canoni e i prodotti.