Etro: Marco De Vincenzo debutta con il menswear

Il tessuto, materia fondante della moda ed essenza su cui si eregge la ricca storia di Etro. Marco De Vincenzo parte da qui, dalle basi, per costruire la sua prima collezione uomo alla guida della maison.

Lo stilista dà il suo punto di vista sull’argomento e attraverso la materia rende sia omaggio alle radici del brand a cui sta offrendo la creatività che al proprio passato personale. Ed è così che due linee narrative si sovrappongono e si mescolano per far emergere un ampio senso di domesticità.

Emblematiche sono le pile di tessuti provenienti dagli archivi del marchio, disposti a fare da cornice alla sfilata. E se il défilé dedicato alla donna utilizzava la metafora di un giardiniere con un vecchio libro di botanica, il debutto menswear nasce dall’idea di fondere il pubblico e il privato.

A dimostrarlo è il senso di rassicurazione offerto da un motivo che riproduce su ampi cappotti e giacche di lana il pattern di una coperta di velluto jacquard che il designer amava da bambino. In questo processo creativo la tattilità è fondamentale, con intrecci che prevalgono sulla stampa e assemblaggi fatti per stimolare sia la vista che il tatto. Frutti all’uncinetto crescono quindi tridimensionali sui maglioni, le toppe di melton definiscono i colli delle giacche e i turbinii psichedelici si liquefanno su pullover lanuginosi. 

I temi del familiare e del sociale proseguono anche negli accessori e nei pezzi più leggeri: zoccoli Aladino in feltro con suole spesse, ceste oversize tagliate al laser, lunghe tuniche che ricordano tende e camicie come tovaglie.