Le grandi innovazioni non sono quelle che fanno rumore, quelle che entrano violentemente nelle nostre vite, ma quelle che penetrano in profondità in un determinato settore e nella società. Le cose che cambiano radicalmente il senso della realtà sono spesso piccoli dettagli che passano inosservati mentre trasformano il nostro modo di vivere: sono particolari semplici, leggeri. Ed è proprio “leggerezza” il leitmotiv su cui, da più di 56 anni, si basa l’azienda italiana Finproject, leader del settore delle materie plastiche e più in particolare della produzione, commercializzazione e stampaggio di suole per le scarpe. Per molti, un campo così specifico può essere associato solamente all’artigianato dei mastri calzolai nelle botteghe o a una gigantesca catena di produzione industriale per i marchi più famosi.
Quello che colpisce invece è scoprire che, anche in un settore così di nicchia e spesso ignorato, c’è chi è riuscito a cambiare le regole del gioco. Facendo dell’innovazione la propria filosofia e mettendo la ricerca scientifica al servizio del design, Finproject è riuscita a modernizzare il mondo della moda (e non solo) introducendo tecnologie e materiali che permettono sia di avere prodotti leggeri e duraturi, ma anche di spingere la creatività oltre le limitazioni fisiche e tecniche esistenti fino a quel momento. Quando nel 1965 Euro Vecchiola, fondatore del gruppo industriale Finproject, scelse di aprire una piccola impresa artigianale di tacchi e sottopiedi in cuoio, l’obiettivo non era certo quello di sconvolgere il mondo del footwear. Considerati però non più abbastanza performanti, le strutture e i materiali tradizionali cominciarono presto a stare stretti a Vecchiola, il quale decise di dare inizio alla spasmodica ricerca di un modo per rimodernare il concetto di calzatura. Guidato dalla sua ossessione per la leggerezza e dalla voglia di migliorare la qualità della vita delle persone, egli intuì che la soluzione risiedeva nello sviluppo di nuove materie prime, in grado di dare origine a quello che ancora non c’era: una suola solida ma confortevole, resistente ma flessibile.
Come accade nelle favole più belle, i primi risultati non furono soddisfacenti, ma fu proprio quel sogno che aveva da bambino a farlo perseverare fino a raggiungere rivoluzionarie scoperte, diventate oggi la base su cui poggiano (letteralmente) le nostre vite. Nel 1978 approdò quindi la prima grande novità con l’introduzione di inserti in PVC nelle classiche suole per poi arrivare, qualche anno dopo, alla creazione di sofisticati blend: primo fra tutti, XL EXTRALIGHT®. Presentato per la prima volta nel 1997, XL EXTRALIGHT® è oggi non solo il materiale più utilizzato e diffuso nella realizzazione di suole per le scarpe ma anche il responsabile di un nuovo modo di pensare le calzature. Questo innovativo composto, creato a partire da un’esclusiva (e segreta) formula a base di poliolefine espandibili e reticolabili, dava infatti la possibilità di dare vita a prodotti inaspettatamente leggeri e stabili, grazie al suo ineguagliabile peso (di circa tre volte inferiore rispetto ai suoi simili) e a una struttura a cellule chiuse (in modo da non assorbire e non far proliferare batteri). Inoltre, l’utilizzo di un nuovo metodo di stampaggio a iniezione, anche questo figlio della ricerca Finproject, consentiva una libertà mai vista prima in termini di creatività e design: con XL EXTRALIGHT® si poteva realizzare qualsiasi cosa. Anche se ora questa può sembrare un’innovazione talmente vincente da aver attirato l’attenzione di tutti, in realtà gli inizi furono difficoltosi: le diffidenze dei principali player erano tante, mentre alcune aziende più pionieristiche si dimostrarono entusiaste.
Con il tempo, però, la fashion industry si rese conto degli incredibili vantaggi che questo materiale poteva apportare e, nonostante sia spesso associato a canoni estetici frivoli e passeggeri, anche questo settore rimase affascinato dalle nuove frontiere che la tecnologia permetteva di raggiungere. Venticinque anni dopo il lancio di XL EXTRALIGHT®, Finproject è oggi un consolidato punto di riferimento nell’industria dei composti plastici su cui fanno affidamento marchi del calibro di Prada, Ferragamo, Tod’s, Hogan, Timberland, Clarks, Camper, Reebok, Red Wing e molto altro. Nonostante il successo, però, ciò che ancora ispira i più di 2000 collaboratori distribuiti in undici stabilimenti tra impianti di produzione e laboratori di ricerca è la possibilità di “fare la differenza materiale” e per questo i passi avanti non si sono mai fermati. Grazie a una filiera produttiva completamente interna all’azienda, tecnologia, design e ricerca sono entrati a far parte di una sinergia unica che va dall’invenzione, formulazione e produzione dei compound alla loro trasformazione, tramite le tecnologie di stampaggio, nei prodotti più disparati. Dopo le prime “semplici” suole, infatti, l’azienda italiana ha cominciato a espandersi per dare sempre più importanza all’aspetto creativo e dimostrando le innumerevoli opportunità e applicazioni che questi materiali offrono.
Tra gli ultimi progetti, quello che meglio dimostra le qualità di XL EXTRALIGHT® (e che probabilmente non sarebbe mai esistito senza la sua invenzione), è senza dubbio lo scultoreo mule “California” realizzato nel 2021 dal marchio Fear of God. Sotto la guida di Jerry Lorenzo, il brand di Los Angeles e Finproject hanno prima messo a punto uno special blend di schiuma espansa, morbido e altamente flessibile, per poi creare una scarpa composta da un unico pezzo. Oltre alle qualità estetiche all’avanguardia, al design pulito e all’armonica silhouette, il mule “California” colpisce per la sua funzionalità: è infatti facile da calzare, con un’apertura laterale per fornire un costante flusso d’aria, e un battistrada rialzato per garantire la perfetta trazione. Grazie all’esperienza di Finproject e alla creatività di Jerry Lorenzo, quindi, il prodotto rappresenta il connubio ideale tra fashion e tecnologia, esemplificando tutto ciò su cui l’azienda italiana si basa e dimostrando che anche la moda può essere, nel senso stretto del termine, tecnologica.
Non è però solo il mondo delle calzature a essere rimasto affascinato da XL EXTRALIGHT®. Grazie anche alla direzione artistica di Matteo Ragni iniziata nel 2019 (vincitore, a soli 29 anni, del Compasso d’Oro), negli ultimi anni il numero di marchi che si è avvicinato al mondo delle poliolefine espanse è aumentato rapidamente. Infatti, grazie alla capacità quasi unica del materiale di dare forma a oggetti strutturalmente complessi e alle sue caratteristiche di durabilità e resistenza, il raggio d’azione della sezione design di Finproject si è ampliato fino a coinvolgere nuovi brand fashion, come O Bag, ma anche provenienti da altre sfere creative.
Tra le varie collaborazioni intraprese, quella con Gufram (azienda italiana leader del settore dell’interior design) colse nel segno, poiché andava oltre la semplice condivisione delle reciproche capacità tecniche per mettere al centro quell’attitudine “anticonformista” e visionaria che da sempre contraddistingue i due fiori all’occhiello dell’industria italiana. Così, l’urgenza di fare dei limiti una barriera da scavalcare divenne il punto d’incontro di due realtà, estremamente distanti nel mezzo ma altrettanto simili nel fine, che diede vita alla seduta “Bounce”. Pensata dal designer Karim Rashid e simbolo di un funzionalismo pop tipico di Gufram, la sedia non è solo irriverente e sperimentale dal punto di vista estetico: l’utilizzo di XL EXTRALIGHT® fu infatti determinante nella realizzazione della parte più tecnica del prodotto perché permise di creare un design allo stesso tempo colorato, super morbido ma anche impermeabile e resistente ai raggi UV.
Il contributo più rivoluzionario fornito dal compound di Finproject è però quello di assicurare il ritorno elastico e la comodità di una normale seduta senza l’uso delle tradizionali imbottiture. La tendenza a unire design e tecnica per creare prodotti capaci di durare nel tempo, oltre che belli e leggeri, è ciò che ha portato l’azienda alla sperimentazione di applicazioni sempre più inusuali, ma è la costante voglia di rinnovarsi che da sempre contraddistingue i successi di Finproject. A cambiare, oggi, sono però gli obiettivi sui quali si concentra lo sforzo della ricerca: la sfida principale è diventata infatti riprogettare tutti gli step produttivi per ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente. Se nel 1965 la filosofia di Euro Vecchiola era basata sul migliorare la qualità della vita delle persone, ora questa visione non può non considerare anche i temi legati alla sostenibilità. La vera domanda a cui Finproject vuole rispondere è: come rendere la tecnologia XL EXTRALIGHT®, derivante da un blend di polimeri speciali, sempre più sostenibile? Oltre all’utilizzo di energia rinnovabile ottenuta da impianti fotovoltaici e la riduzione quasi completa del consumo d’acqua, la soluzione di Finproject è incentrata principalmente su prodotti che fanno della “chimica verde” e dell’economia circolare il principio di base. E proprio da questo nuovo modo di progettare nascono materiali innovativi come la formulazione Sustainable+ di XL EXTRALIGHT®, ottenuta dal riciclo e miscelazione del 51% di sottoprodotti e sfridi di produzione, e Organix, biopolimero a base di scarti della lavorazione della canna da zucchero. Inoltre sono in fase di sviluppo nuovi materiali da plastiche bio-attribuite seguendo l’approccio del mass-balance con l’obiettivo di abbattere drasticamente il consumo di nuove risorse.
Le sfide che il futuro riserverà a Finproject non sono prevedibili, tuttavia l’azienda potrà sicuramente contare sul proprio DNA, fatto non solo di plastiche e stampanti ma soprattutto di un modo unico di approcciare la ricerca. La capacità di reinventarsi, per adattarsi a una società in continuo cambiamento, e l’urgenza di voler inventare (prima di chiunque altro) qualcosa che possa dare un contributo concreto alla società, continuerà sicuramente a rendere più leggera la vita di milioni di persone.